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giovedì 22 aprile 2010

TARANTO SI MOBILITA CONTRO IL MOSTRO ILVA


COMUNICATO STAMPA

Altamarea convocherà un'assemblea cittadina per preparare una grande manifestazione popolare davanti al Municipio di Taranto.
Una marea umana sarà la risposta di questa città al superamento del valore di legge per uno dei più potenti cancerogeni che avvelena l’aria di Taranto: il benzo(a)pirene.
La manifestazione di fronte al Municipio chiederà un’ordinanza del Sindaco.
La vecchia cokeria dell’Ilva va rottamata!
La cokeria Ilva non può più essere autorizzata nell’Autorizzazione Integrata Ambientale.
E il sindaco lo deve comunicare al Ministero dell’Ambiente.
Quella cokeria avvelena l'aria che respiriamo.
Non comprendiamo perché si rottamino le automobili inquinanti e poi si debbano respirare le emissioni cancerogene di una vecchia cokeria superinquinante.
Le centraline del quartiere Tamburi di Taranto registrano da anni ormai un costante superamento del valore di legge:

1) Tale inquinante altamente cancerogeno si trova in concentrazione altissima quando il vento soffia dall'area industriale verso il quartiere Tamburi. L’Arpa ha rilevato valori di 3,88 nanogrammi a metro cubo nel febbraio 2009 (il valore obiettivo è di 1).
Quando invece il vento soffia dal quartiere Tamburi verso l'area industriale l'inquinamento da benzo(a)pirene scende a 0,04 nanogrammi a metro cubo (uno dei valori più bassi registrati in Italia dalle Arpa Regionali fra il 2008 e il 2009).

2) E’ quindi chiarissima la provenienza industriale del benzo(a)pirene.
E' del tutto evidente che l'inquinamento da traffico non è il fattore che determina il superamento del valore di legge.

Il benzo(a)pirene proviene massivamente dall'area industriale.
A questo punto ci rivolgiamo al Sindaco, massimo responsabile della salute pubblica.
Non si può più tollerare che i bambini del quartiere Tamburi siano costretti a respirare cancerogeni per un equivalente di oltre mille sigarette anno.
Occorre un'azione drastica a tutela della salute pubblica.
Altamarea chiede al Sindaco un'azione decisa non più procrastinabile di fronte all’inquinamento della cokeria dell’Ilva di Taranto.
Tale cokeria è ancora più grande di quella chiusa a Genova per l'eccessivo impatto sulla salute degli abitanti del quartiere dei Cornigliano.
Tanti cittadini hanno espresso in questi giorni sulla pagina Facebook del sindaco la loro richiesta: subito un'ordinanza sulla cokeria.
La nostra mobilitazione aumenterà nei prossimi giorni.
Passerà da Facebook alle strade.
Diventerà una marea umana davanti al Municipio.
Altamarea fa appello a tutte le forze sociali e democratiche, a tutte le associazioni e i movimenti della città perché questa mobilitazione divenga l’espressione inarrestabile della volontà popolare.
Altamarea chiede tre cose al Sindaco:
1) un'ordinanza sulla cokeria e l'immediata installazione di sistemi di rilevazione perimetrale degli inquinanti attorno alla cokeria, in particolare analizzatori in continuo degli idrocarburi policiclici aromatici; tale sistema di monitoraggio deve avvenire immediatamente a cura e spese dell’Ilva, con la supervisione dell’Arpa Puglia;
2) l’installazione anche attorno all’Eni e alla Cementir di un analogo sistema di rilevazione a cura e spese delle aziende, sotto il controllo di Arpa Puglia, al fine di quantificarne le emissioni di il benzo(a)pirene e di definire la quota di tale inquinante emessa da ogni fonte; tale richiesta era stata fatta al Sindaco già nel 2009;
3) il risarcimento a carico dell'Ilva dei danni causati (processo parchi minerali, con condanna definitiva); su questo il sindaco non può più aspettare; aveva chiesto nel 2009 un parere al suo ufficio legale; il termine per l'azione risarcitoria scade a settembre di quest'anno.
Il tempo dei rinvii e delle attese è finito.

Altamarea torna in piazza.
Altamarea


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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ragazzi, solo una premessa,se chiude L'ILVA perchè inquina,tutte quelle migliaia di Famiglie che Bene o Male Vivono con quello stipendio"anche se di stipendio avvelenato si tratta" di cosa CAMPERANNO???
(purtroppo i pomodori si raccolgono solo una volta l'anno)
e non c'è alternativa di lavoro di nessun genere nella nostra provincia.
RIFLETTETECI SU UN MINUTO.

Gianni

Sal69 ha detto...

La nostra Redazione, sensibile alle problematiche relative all'impatto ambientale degli scarichi Ilva (con relative ripercussioni sulla salute dei cittadini), ma non di certo meno sensibile all'annoso dramma dell'occupazione al Sud, non rivendica la chiusura dello stabilimento, bensì l'ADOZIONE DEGLI OPPORTUNI SISTEMI DI PROTEZIONE AMBIENTALE affinchè il ciclo produttivo siderurgico prosegua senza recar danno alla salute di nessuno: lavoratori, loro familiari e cittadini di Taranto e provincia che, pur non mangiando pane "ILVA", sono costretti -loro malgrado- a pagare il prezzo di questa ingombrante presenza nel territorio.
E' già molto grave che muoiano di tumore molti operai o ex-operai Ilva... figuriamoci quanto possa essere grave quando a morire sono anche salumieri, falegnami, artigiani e liberi professionisti che all'Ilva non debbono nulla, nè la propria occupazione, tanto più la propria salute.