IL SILENZIO APPARTIENE AI DISONESTI

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Niente più bavagli!

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“Chi tace e piega la testa muore ogni volta che lo fa. Chi parla e cammina a testa alta muore una volta sola”. (Giovanni Falcone)

Un' Altra Voce per PALAGIANO e non SOLO's Fan Box

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domenica 14 dicembre 2008

IL PD DI PALAGIANO E' RIMASTO IN MUTANDE..

Dai 6000 voti di lista del maggio 2007, alle 870 persone trascinate a votare per la Costituente dell' aborto PD di ottobre 2007, fino -in ultimo- agli appena 206 votanti alle primarie di oggi 14 dicembre...
Non ci sono parole...
Pare che il PD di Palagiano sia rimasto davvero in mutande.
Ecco il risultato dello scrutinio appena concluso:
FLORIDO 121 voti
GENTILE 84 voti
NULLE 1 scheda.
Nell' ottobre del 2007 il PD, da solo, riuscì a portare alle primarie 870 militanti, mentre oggi i signori di partito hanno raggranellato appena 120 consensi.
E' un dato che deve far riflettere tanto i simpatizzanti, quanto i non simpatizzanti.
Analizziamolo: se sindaco di Palagiano, presidente del consiglio comunale, 3 assessori e 4 consiglieri sono stati capaci di fruttare al loro candidato Florido appena 120 consensi, mentre Gentile, nella solitudine e col sostegno del solo "piccolo" partito di Rifondazione Comunista, ha saputo incassare 84 voti (con uno scarto di appena una quarantina di sostenitori), allora possiamo parlare di CLAMOROSO FALLIMENTO DEL PD A PALAGIANO, in linea col resto del PAESE ITALIA?
SPOGLIATO DI TUTTO, AL PD DI PALAGIANO SONO RIMASTE SOLO LE MUTANDE E QUEL MINIMO DI PUDORE CHE LE MUTANDE CONSENTONO.
Nonostante i solleciti contatti telefonici e gli inviti rivolti da parte della dirigenza locale del PD ad amici e parenti perchè andassero a votare e permettessero loro di consegnare un buon risultato, evitando la figuraccia nel panorama assai più ampio di tutto il territorio provinciale tarantino, nonostante le centinaia di telefonate, MOLTI DEGLI ACCORSI ALLE URNE HANNO SAPIENTEMENTE VOLUTO VOLTARE LE SPALLE.
Ha un significato questo atteggiamento?
Probabilmente si tratta di delusi, di uomini che sono andati a votare per rispondere alla "chiamata del principe" -evitando che il principe mettesse il muso-, ma soprattutto di uomini che poi però SE NE SONO INFISCHIATI DELLE INDICAZIONI RICEVUTE ed HANNO VOTATO COME MEGLIO GLI E' PARSO, in controtendenza, per lanciare un messaggio al principe, per reagire al tanto diffuso pensiero di quanti si sono sentiti USATI E GETTATI VIA, per due, tre, quattro volte.
E che dire dei tanti concittadini che pur chiamati a casa, pur raggiunti sui cellulari, pur tediati fino all'inverosimile dal sindaco, si sono coraggiosamente RIFIUTATI di presentarsi al voto?
Non è un segnale anche questo?
Al sindaco non chiediamo di andarsene a casa, dopo questo ulteriore fallimento, perchè sappiamo che "quattro lucchetti" continueranno a tenerlo attaccato alla sua poltrona, perchè lui alla sua poltrona ci tiene tanto... è sua... l'ha fatta lui... quando ha rifatto tutto il mobilio del suo ufficio!
E non potendolo chiedere al SINDACO DAI QUATTRO LUCCHETTI, rivolgiamo il nostro accorato appello alla segretaria del PD di Palagiano:
D.SSA ELISABETTA DI SARNO SI DIMETTA, TORNI AL SUO MESTIERE!
Prenda esempio dalla sua collega ROSSANA TINELLA, segretaria del PD di Mottola -che già stamattina, ancor prima di conoscere l'esito di queste primarie, ha avuto LA DIGNITA' di dimettersi.
Almeno adesso che il risultato del suo fallimento ce l'ha, abbia il BUON SENSO DI ANDARE VIA.
Lei che non è assolutamente donna di pettegolezzo, lei che disdegna la demagogia, lei che di virtù ne ha tante, SALVI LA SUA DIGNITA'... ALMENO ORA CHE VI SONO RIMASTE ANCORA LE MUTANDE ADDOSSO... NON ASPETTI... CONSENTA CHE IL PD -SE MAI CI RIUSCIRA'- SI RIVESTA... PERCHE' QUANDO I PALAGIANESI VI AVRANNO TOLTO PURE LE MUTANDE, ALLORA SARA' GIA' SCANDALO.

sabato 13 dicembre 2008

LA FARSA DELLE PRIMARIE.

Siamo alla fine.
Oggi 14 dicembre il centrosinistra, non al completo, chiama tutti alle primarie, e sarà oggi che, secondo NOI, il PD celebrerà le sue esequie, in aggiunta alla sconfitta alle Elezioni Politiche, che hanno dimostrato la maggiore capacità e vicinanza ai problemi dell’Italia da parte di un centrodestra spesso definito, da autorevoli esponenti del PD , una coalizione che vince facendo leva sui bisogni della gente, fomentata da un Berlusconi populista e bugiardo, paventando il rischio, sempre da parte di qualcuno del PD, che si affacciasse un nuovo regime e paragonando il Berlusca ad Hitler, con un programma elettorale presentato dal centrodestra che è pura demagogia.
Berlusconi vince di misura.
Il PD, invece di imparare qualcosa da quella sconfitta e di aprirsi alla gente, si chiude a riccio, il PD diventa ed è come un convento di clausura (con tanto di rispetto per le suore che, prendendo i voti, scelgono di vivere in solitudine in ambienti appartati, lontano dalle persone laiche) un partito che invece di includere, cosi come dice a parole, fa di tutto per escludere, anziché aggregare e unire, divide e allontana dal partito.
Perché, è importante non partecipare alle primarie del 14 dicembre a Palagiano?
E’ IMPORTANTE PER INDURRE A RIFLETTERE E PER CONVINCERE I DIRIGENTI A RISOLVERE LE TANTE COSE CHE NON VANNO NEL PD .
1) La leadership
2) Le lotte clandestine interne al pd
3) Il pd nel panorama europeo dove si colloca, non si sa
4) Le strategie per radicare il partito nel paese,
5) Decentralizzazione del partito
6) Autonomia territoriale
7) Un partito moderno e snello: non FUNZIONA niente.
"Per non dare un voto ad un partito che a livello nazionale e locale se ne frega della gente, che calpesta la democrazia, che non tiene in alcuna considerazione il loro giudizio e le loro istanze.
Perché l’aderirvi non vi garantisce il rispetto di manifestare le proprie idee i vostri diritti di elettore e di militante .
No perché, il PD non ti permette di pensare e costruire un mondo migliore, la loro unica aspirazione “primaria” è quella di servirsi della politica, una politica che ha come unico impegno, quello di non cambiare nulla, non cambiare la realtà clientelare di epoca democristiana, anzi, di alimentarla in maniera più spregevole, una politica nazionale e locale che non parte dalla strada o dal proprio quartiere, non parte dai bisogni reali collettivi, ma dai propri egoistici interessi!
Per questo motivo non bisogna votare alle primarie del PD , un PD che non sarà mai :
un partito forte e radicato;
radicato e capace di essere presente in ogni dove, nelle scuole, negli atenei , nei posti di lavoro, partendo da un vero e reale cambio generazionale;
un partito in cui i giovani possono essere un pezzo di società italiana, che più concretamente può far vivere e dar corpo a un progetto politico autentico e rinnovatore.

Non è più gradevole e possibile assistere nel 2008 alle liti interne al PD tra IL LEADER MAXIMO e Walter, sembra come tornare indietro ai tempi del p.d.s , cioè 1994, siamo fermi a 14 anni fa.
Questa è la nuova dirigenza del PD: litigiosa e inconcludente, il duello per la “leadership” tra D’Alema-Veltroni sembra essere l’unica cosa che interessa al PD, infischiandosene della crisi economica e della “congiuntura”, gli elettori del PD devono assistere impotenti alla ennesima sfida tra dalemiani e veltroniani, senza tener minimamente conto del fatto che nel frattempo nel partito sono confluiti anche gli ex popolari e la margherita, chi se ne frega, tanto questa è “ cosa nostra”.
Una sfida tra oligarchi, se tutto si ridurrà a una lotta tra D’Alema e Veltroni, il pd è destinato al fallimento, una semplice continuazione dei ds, un disastro, un progetto di autosufficienza di governo tanto declamato da Veltroni anch’esso destinato al fallimento.
E’ sotto gli occhi di tutti, l’obiettivo di Maximo è quello di costituire delle correnti interne attraverso la nascità di fondazioni culturali, logorando lentamente la poca credibilità di Walter, gli atteggiamenti inqualificabili di molti “servi schiocchi” di Maximo, in particolare il parlamentare del PD Nicola La Torre mentre passa in diretta televisiva il “PIZZINO” ad un parlamentare di destra, questa è la prova inequivocabile del malessere diffuso del PD, che non ha ancora sbollito e digerito la sconfitta alle politiche da parte del cavaliere.
La Torre un dalemiano che inciucia con “Bocchino” per far sfigurare un alleato (Bonelli dell’Italia dei Valori) in diretta tv... giudicate voi... questi sono quelli che vorrebbero governarci e rappresentarci?
Un paradosso, considerato che Veltroni alle politiche 2008 scaricò i compagni Bertinotti e Diliberto per allearsi con il caro Tonino nazionale (simpaticamente chiamato da D’Alema “il portavalori”), che prontamente ha approfittato dell’opportunità occupando lo spazio lasciato libero dalla sinistra estrema, per dirla alla Veltroni, sinistra vera per altri.
Possiamo proseguire citando un altro caso clamoroso, Villari alla vigilanza Rai al posto dell’indicato Leoluca Orlando.
Il PD è nato male perché Veltroni decise di rompere con i compagni di rifondazione e comunisti italiani, oggi alleati per le elezioni provinciali di Taranto.
Qui, infatti, vediamo confrontarsi alle primarie il Presidente uscente ed il valido consigliere di maggioranza di RIFONDAZIONE COMUNISTA Franco Gentile, anche lui per ripetere quella “rivoluzione gentile” che riuscì all’ormai famoso compagno Nichi Vendola con le primarie del 2005, per scegliere il candidato presidente della Regione Puglia.
Vendola vinse sul suo avversario, il grande e famoso uomo delle banche, Francesco Boccia, bocciato senza appelli dal popolo.
Quindi in provincia un confronto tutto interno, non si sono neppure posti il problema o la necessità di includere altre forze politiche alla fallimentare esperienza di governo, con presunzione e superbia vanno avanti spediti verso una sconfitta sconcertante, così come sconcertante ma vera è stata la vittoria di Stefanò alle comunali contro il candidato per eccellenza sua “Maestà Florido”.
Questi dirigenti PD pensano, sbagliando, che i propri elettori, a seconda delle elezioni di turno, debbano seguirli sempre votando un partito, senza nessun viatico, senza progettualità chiare ed univoche, senza alleanze organiche, senza una leadership condivisa, senza una collocazione europea, (socialisti europei o riformisti europei? “questo è il dilemma”) senza radicamento sul territorio, senza autonomia territoriale.
Un partito centralista e ingessato, alla vecchia maniera.
Roma decide tutto, anche chi ci deve rappresentare a Palagiano, Taranto e in Puglia.
Continua ad essere un partito di burocrati, servi schiocchi, raccomandati, incapaci, tutte virtù all’insegna della “ meritocrazia”.
Con questi comportamenti il PD garantirà al PDL il successo per tanti anni ancora.
Per questo, molti giovani e vecchi militanti non voteranno il PD.
I cittadini Italiani, i pugliesi e i Palagianesi vorrebbero scegliere loro da chi farsi rappresentare: da donne e uomini di un Italia migliore, un Italia del domani e non di ieri.
Il sogno democratico è al fallimento, sfuma la possibilità in cui tanti credevano: dare vita ad un partito moderno e snello.

Tranne se si ritornasse a vecchie alleanze larghe sul modello Unione, che per molti sono l’unica soluzione, ed è una soluzione avversa all’impronta maggioritaria che Veltroni ha dato e vuol continuare a dare al “suo” PD.
Non vincere a tutti i costi, ma fare alleanze programmatiche ed evitare la fine che ha fatto Prodi, per ben due volte.
Un partito in cui finalmente ciascuno si senta a casa sua e non si viva da separati in casa, o peggio ancora da ospiti in un partito perennemente in transizione, dove albergano tante anime, per lo più perse.
Un partito allo sbando.
E' naturale che non è tutta colpa di Veltroni, anche se lui ce la mette tutta per fare disastri.
Una valanga di problemi che travolge Veltroni e sicuramente schiaccerebbe chiunque alla guida di un partito con tanta storia e senza un futuro chiaro all’orizzonte.
Veltroni ha fatto tanti errori e non ha saputo consolidare la propria leadership, dopo il risultato bulgaro alle primarie di ottobre.
Anche perché, il comandante è indaffarato e preoccupato a tappare le tante falle di una barca che fa acqua da tutte le parti, dimenticandosi di indicarne la rotta.
La conseguenza è quella di avere un PD diviso e litigioso, debole politicamente e inaffidabile, un' opposizione sterile e poco fruttuosa per il paese.
Un PD che a livello nazionale e provinciale non dovrebbe alimentare tensioni , divisioni, ma dovrebbe collaborare e avere a cuore gli interessi del Paese, cosi come indica qualche “principe locale” all’opposizione, cioè di collaborare in questi momenti di crisi e di difficoltà economiche nelle quali versa il Comune.
Purtroppo il segretario Walter non è in grado di dare corpo ai propositi e ai progetti proclamati nel discorso di Torino.
Al Lingotto ci ha fatto solo sognare.
Trionfatore nelle primarie, vinte perché non aveva avversari, in quanto gli avversari lo sostenevano, in attesa di impallinarlo.
Poi sono venute alla luce le “megastronzate” sul buon modo di amministrare la cosa pubblica nei comuni governati dal centrosinistra.
Nella capitale i Romani hanno detto no a Walter e a Francesco.
Poi, lo scandalo in Abruzzo con l’arresto del Governatore Ottaviano Del Turco.
Gli scandali della Regione Campania, con la spazzatura a occupare le strade.
Poi la crisi in Sardegna.
Le difficoltà in Basilicata.
Le inchieste in Toscana.
Tutto questo con un partito lacerato da lotte tra big, che si contendono la guida di esso a colpi di fioretto e di sciabola senza esclusione alcuna, SIA A LIVELLO NAZIONALE PROVINCIALE E LOCALE.
E’ il momento di scegliere dicono, ma quando mai, c’è ben poco da scegliere, potrebbe essere una scelta se avessimo avuto a disposizione una larga e varia disponibilità di candidati, adesso bisogna solo accontentarsi di quello che c’è.
Quindi siamo di fronte alla scelta del meno peggio, uno è il presidente uscente della Provincia, il sindaco dei 29 comuni della provincia di Taranto, famoso per il suo assenteismo, tutte le volte che si andava in Provincia aveva sempre un altro impegno più importante al quale partecipare, adesso verrà a Palagiano dopo cinque anni di latitanza, per propinarci che a breve inizieranno i lavori per l’Istituto Sforza e altre megastronzate del genere.

Dall’altra parte c’è il compagno Franco Gentile al quale va il plauso di non essersi piegato allo strapotere di Florido.
Visto che mi è stato chiesto da più parti di venire a votare, beh lo farò, votando il meno peggio, cioè il migliore dei due.
Per questo il mio”solo” voto, io lo darò a lui, almeno per provare a sognarla questa rivoluzione Gentile.

SALUTI DA ALDO GIOVANNI E ANCHE GIACOMO DI PIETRO…SPERANDO ANCORA UNA VOLTA CHE QUANDO IL SAGGIO INDICA LA LUNA, GLI STOLTI NON GUARDINO NUOVAMENTE IL DITO.

FONTE………FONTANA PIAZZA ALDO MORO (QUARTIERE BACHELET) ETC.

lunedì 8 dicembre 2008

Babbo Natale a Palagiano porterà una letterina del T.A.R.

Babbo Natale quest’anno non ha ancora le idee chiare e non sa cosa portare in dono ai palagianesi.
Per certo sappiamo soltanto che comunque arriverà.
Arriverà nei prossimi giorni e consegnerà a noi palagianesi un dono che non è soltanto suo, visto che con lui ha voluto unirsi il Tribunale Amministrativo Regionale.
Il dono?
Sarà l’esito del ricorso dell’assessore Capalbo al T.A.R, scritto su una pergamena che Babbo Natale dovrà in tutta fretta consegnare a Palagiano… chissà se le sue renne e la sua slitta faranno in tempo…chissà quale responso conterrà la pergamena (il reintegro di Capalbo o la conferma della sua defenestrazione?)… questo noi non possiamo saperlo, ma certamente possiamo pronosticare che a Palagiano il Natale arriverà prima del tempo.
Intanto che il Nonno dalla lunga barba bianca attende di ricevere la letterina del T.A.R., a più di qualcuno sono venute in mente alcune riflessioni, più che altro dei dubbi: la defenestrazione di Capalbo è stata compiuta in piena legittimità?
Per rispondere alle curiosità di quanti ce lo hanno domandato per email, abbiamo avviato una ricerca giuridica e, pur astenendoci da qualsiasi conclusione affrettata, pur desiderando lasciare che chi ha le competenze per giudicare si esprima, noi del Blog il nostro regalo di Natale ve lo vogliamo fare anticipatamente: chiarezza, trasparenza ed informazione.
Tutto ciò con l’auspicio che il caso Capalbo aiuti a confermare o a rivedere anche le posizioni assunte in passato con i precedenti assessori Beretta e Cirillo, a cui è toccata la stessa sorte.
E se Babbo Natale calandosi dal caminetto portasse con se Capalbo, Beretta e Cirillo?
Nessuno può saperlo, occorre aspettare per sapere.
Aspettare per sapere, per chi, non parteggiando, vuol solo sapere.
Sperare che il T.A.R. accolga il ricorso in prima istanza del Capalbo e disponga la sospensiva (che permetterebbe entro 5 giorni il ritorno di Emiliano e la revoca di Petrocelli, in attesa della sentenza prevista per marzo-aprile 2009) per i simpatizzanti di Emiliano.
Stare a guardare se si riaprono i casi Beretta Cirillo quando e se il T.A.R. dovesse pronunciarsi in favore di una violazione di diritto.
Intanto che l’una o l’altra ipotesi di sentenza venga pronunciata, in attesa che Babbo Natale quest’anno vesta i panni anche di messo notificatore, fermiamoci ad osservare alcune norme del nostro ordinamento giuridico:

VIOLAZIONE DELL'ART. 8, COMMA 2, LEGGE 241/90 - VIOLAZIONE DEL GIUSTO PROCEDIMENTO DI LEGGE - SVIAMENTO DI POTERE.
L'art.8 della Legge 241/90 prescrive l'obbligo per la P.A. di dare notizia all'interessato dell'avvio del procedimento mediante comunicazione personale. Nella comunicazione debbono essere indicati:
a) l'amministrazione competente;
b) l'oggetto del procedimento promosso;
c) l'ufficio in cui si può prendere visione degli atti.
Tale prescrizione è funzionale non solo ai fini di efficacia e di pubblicità secondo le modalità previste dalla legge, ma anche al fine di consentire all'interessato di:
1) prendere visione degli atti del procedimento (art. 10, comma 1 lett. a, L. 241/90) ;
2) presentare memorie scritte e documenti, che l'amministrazione ha l'obbligo di valutare ove siano pertinenti all'oggetto del procedimento (art. 10, comma 1 lett.b, L. 241/90).

Nel Caso Capalbo:

Al ricorrente non è mai stata comunicato alcun avvio di procedimento in suo danno, ma è stato destinatario soltanto del decreto di revoca di assessore, in violazione del suo diritto di prendere visione degli atti pertinenti e presentare memorie difensive, il tutto in violazione della normativa di settore.
Tanto comporta la nullità / illegittimità dell'atto di revoca e di tutti gli altri connessi e consequenziali, perchè adottati in palese violazione di legge.

VIOLAZIONE DELL'ART. 113 COST. - VIOLAZIONE ED ERRONEA APPLICAZIONE DELL'ART. 46, COMMA IV, D.Lgs 267/2000 - MOTIVAZIONE APPARENTE.
Preme anzitutto ricordare che l'art. 113 della Costituzione ha introdotto un canone generale di tutelabilità delle posizioni giuridiche avverso tutti gli atti della pubblica amministrazione. Ne consegue che le eccezioni a tale principio devono, da un lato, ritenersi tassative, dall'altro, avere un referente diretto in una fonte di pari grado. Vale a dire nella medesima Costituzione o in leggi costituzionali. Una legge ordinaria che sottraesse, senza alcuna possibilità di interpretazioni costituzionalmente orientate, un atto dell'amministrazione pubblica al sindacato costituzionale sarebbe illegittima per contrasto con il ricordato articolo 113 Cost.
Non si può quindi ritenere, in via interpretativa, che la comunicazione della revoca dell'assessore al consiglio comunale, prevista dall'art. 46 D.Lgs. 246/2000, possa valere ad escludere la tutela giurisdizionale.
Ciò detto, non tragga in inganno la dovizia di argomentazioni che sembrerebbero sorreggere la decisione impugnata. Si tratta di argomentazioni speciose, di affermazioni del tutto apodittiche che non hanno alcun collegamento con la realtà e che rappresentano soltanto il tentativo di supportare, in qualche misura, un provvedimento che si sa essere ingiusto ed illegittimo. Per passare dal piano delle mere affermazioni di principio alla evidenziazione degli elementi connaturati al sindacato di legittimità sollecitato dal ricorrente, vanno posti in evidenza alcuni dati di fatto inconfutabili:
nei confronti del ricorrente non può fondatamente formularsi alcuna critica di inoperosità ed inefficienza del settore di competenza; non è mai stato messo in discussione il rapporto di fiducia tra il Sindaco ed il corrente ma, anzi, quest'ultimo ha sempre goduto della fiducia del primo cittadino, il quale ha ritenuto di assegnargli anche la delega alla Polizia Municipale ( decreto n. 14684 del 19.09.08 );il forzoso quanto infondato coinvolgimento del corrente nelle asserite tensioni in seno alla maggioranza, dimostra che l'obiettivo in concreto perseguito è stato soltanto di natura politica e non sorretta da alcuna giusta causa.


LA REVOCA DELL'ASSESSORE, SECONDO L'ART. 46 CIT. DEVE ESSERE MOTIVATA E CIO', EVIDENTEMENTE, NON PER RAGIONI POLITICHE, MA PER LA COMUNE ESIGENZA DI TRASPARENZA, IMPARZIALITA' E BUON ANDAMENTO ( Tar Puglia - Lecce, sez. I, 06.03.07 n. 831 ).
Del medesimo tenore è la sentenza 09.01.08 n. 12 dello stesso TAR Puglia, con la quale è stato ulteriormente ribadito che affinchè la revoca sia legittima, è necessario che la motivazione precisi quali sono i comportamenti che hanno determinato la posizione "non collaborativa dell'assessore" o "l'inadeguatezza dell'assessore a svolgere nell'interesse pubblico, l'attività ad esso conferita con la nomina". Venendo alla nostra fattispecie, il sindaco avrebbe dovuto quantomeno indicare, sia pure sommariamente, quali le omissioni e/o inadeguatezze dell'assessore Cosimo Emiliano Capalbo che lo avrebbe indotto a ravvisare l'esigenza di "ripartire con rinnovate energie per la attuazione piena del programma amministrativo", specialmente ove si pone attenzione alla documentazione, dalla quale emerge la indiscussa professionalità, competenza, impegno e totale dedizione dell'assessore Capalbo. Tra l'altro, è notorio che il riferimento al venir meno del rapporto di fiducia tra assessore e sindaco non è una premessa dalla quale si può far derivare la revoca, ma è la conseguenza dei comportamenti dell'assessore e, quindi, E' NECESSARIO CHE IL PROFILO DI TALI COMPORTAMENTI SIA PRECISATO NEL PROVVEDIMENTO DI REVOCA (TAR Lecce, Sentenza 12/08). In tal senso anche: Consiglio di Stato,sez. V, sentenza 23.01.07 n. 209; Consiglio di Stato sez. V, sentenza 06.03.06 n. 1052; Consiglio di Stato, sez. V, sentenza 08.03.05 n. 944; TAR Veneto, sez. I, sentenza 13.04.07 n. 1192; TAR Puglia - Lecce, sez. I, ordinanza 10.10.07 n. 985; TAR Puglia - Lecce, sez. II, sentenza 14.08.07 n. 3088; TAR Puglia, sez. I, ordinanza 07.05.08 n. 336/08.
Si conferma, quindi, che il provvedimento di revoca dell'assessore Cosimo Emiliano Capalbo è illegittimo in quanto si basa su "ragioni politiche e di partito, senza alcuna dettagliata giustificazione dei riflessi eziologici sul buon andamento della giunta, aldilà di frasi generiche di stile" ( TAR Puglia - Lecce, sentenza n. 831/07 ).
Infine, è anche infondata la asserita opportunità di " operare l'azzeramento della Giunta al fine di ricostruire con serenità e senza condizionamenti un rapporto di fiducia tra Sindaco e Assessori" ,in quanto dai provvedimenti di nomina dei "nuovi" assessori è agevole verificare che - ad eccezione di quelli nominati per occupare i posti già vacanti a seguito di precedenti revoche e dimissioni - tutti gli altri assessori sono stati riconfermati sia nel nominativo che nelle precedenti deleghe ( Di Pierro Francesco; Donato Mariano Piccoli; Schiavone Nunzia Elisabetta ). Non si è dato luogo, quindi, a nessuna modificazione della giunta, ma la semplice eliminazione e cancellazione di detto assessore. Inoltre, nel provvedimento di revoca, ripetasi, non è dato rinvenire neanche un semplice riferimento a comportamenti dell'assessore Capalbo che abbiano potuto influire e/o far venir meno il rapporto di fiducia tra detto assessore e il sindaco e/o gli altri componenti della giunta. Ma vi è di più: non vi è stato alcun sopravvenuto mutamento della maggioranza ma la semplice "eliminazione" dell'assessore Capalbo.

Però noi non siamo avvocati, non siamo magistrati e non possiamo giudicare. Ci siamo solo voluti dedicare all’analisi testuale di quanto la normativa prevede, proponendo delle interpretazioni soggettive e probabilmente frutto di semplici riflessioni, come chiunque –per le strade, in piazza, dal barbiere, al supermercato ed in ogni luogo del paese- sta facendo in questi giorni, in attesa di sapere da chi davvero conosce la Legge, quali saranno le sorti di simili decisioni prese da un Sindaco che sappiamo essere tanto legato ai principi di trasparenza e legalità e che, certamente, avrà operato nel pieno rispetto di quello in cui crede… forse trascurando qualche piccolo dettaglio… forse accecato dalla fretta… forse confuso… forse…


Babbo Natale ci porterà notizie e speriamo che nessuno gli metta lo sgambetto!