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venerdì 6 marzo 2009

QUARESIMA 2009: "DIGIUNO" DA SMS ED INTERNET.


Si susseguono gli appelli di vescovi e preti ad astenersi da Sms e Internet.
Ma non possono che cadere nel vuoto.
I quotidiani e i settimanali di questi primi giorni di Quaresima, soprattutto quelli laici, danno spazio in maniera impressionante agli appelli di alcuni vescovi perché i fedeli si astengano dall'uso degli Sms, di Internet, degli Ipod, della televisione.
Sono appelli che accompagnano e, in parte, sostituiscono al tradizionale invito cattolico ad astenersi dalle carni, soprattutto il venerdì, che in tempi più recenti era diventato un invito a ridurre il consumo di Tv, invito che non sembra aver raccolto molti consensi negli anni passati.
Non inviare Sms (o per lo meno non inviarne troppi), navigare di meno in Rete, affacciarsi di meno su Facebook e su YouTube?

Per la stampa sembrano inviti curiosi, a metà tra l'esigenza doverosa di risparmiare in tempi di crisi e un impossibile ritorno a un medioevo tecnologico che potrebbe essere facile da rinfacciare alla Chiesa (oltre a tante cose).
Il problema è che ridurre l'invio di Sms o la navigazione in Rete può sembrare soprattutto ai più giovani un inutile e assurdo sacrificio, un isolamento e una scomparsa rispetto a una rete di relazioni, reali e virtuali, che possono significare solo solitudine e noia, o perfino individualismo egoista.
Molti laici, anche lontani dalla Chiesa (per esempio Furio Colombo o Umberto Eco) non disprezzano la funzione educativa di questi appelli: una riduzione sia pure temporanea dell'uso delle tecnolgie comunicative potrebbe favorire il ritorno a prassi antiche quanto indispensabili che rischiano di scomparire e con esse la nostra stessa civiltà, tipo la lettura, la riflessione, l'immaginazione, il silenzio, la comunicazione faccia a faccia.

In fondo, dove non riescono più genitori e insegnanti, perché non affidarsi a vescovi e suore?
Indubbiamente queste preoccupazioni hanno un fondamento reale e l'invito dei vescovi può avere una sua valenza - anche a prescindere dalla fede - nel senso di stabilire una distanza e di evitare una dipendenza da mezzi che devono rimanere tali e mai diventare fini.
Questo però non ha niente a che fare con il digiuno cristianamente inteso, che ha senso infatti solo rispetto a Gesù Cristo: se non si crede in lui, se non si ha voglia di pregarlo, perché privarsi di Sms e iPod, di Facebook e di YouTube?
Verrebbe da suggerire sommessamente a vescovi e preti di occuparsi più di annunciare il Vangelo di Gesù (che è il loro mestiere) piuttosto che predicare digiuni tecnologici.

Il resto verrà da sè.


ZEUS-News

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