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Niente più bavagli!

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venerdì 1 agosto 2008

FUGA DAL PARTITO DEMOCRATICO

L'aveva già annunciato il giornalista Augusto Menzoni e così sta accadendo.
La gratitudine, si sa, non è un sentimento in voga in politica e lo abbiamo visto anche a Palagiano nel caso Ressa con l'assessore Di Pietro.
Capita, per esempio, che l'ex vicepremier del governo Prodi, Francesco Rutelli, subisca una sonante batosta alle elezioni del Comune di Roma.
Capita anche che Walter, sotto schiaffo per la sconfitta alle politiche, non gli faccia neppure un appunto, anzi, accade che per assicurargli una poltrona e un ruolo addirittura lo imponga alla presidenza della commissione parlamentare per il controllo sui servizi segreti.
Come ringrazia Rutelli?
Passa un settimana e l'aiuto avuto dal leader del PD è già acqua passata: contesta la collocazione del PD in Europa nel gruppo del PSE e tenta di riorganizzare la componente dell'ex Margherita.
Insomma, comincia la guerriglia contro Veltroni sul fronte opposto rispetto a quello scelto da Massimo D'Alema.
Addirittura comincia a circolare l'idea di una possibile scissione dei cattolici di fede rutelliana dal PD verso altri lidi.
Magari per proseguire il vecchio sogno di dar vita a un nuovo centro con Pierferdinando Casini.
E' il tradizionale colpo basso contro il leader in difficoltà.
Un classico nella storia dei partiti tradizionali che però in questo caso segnala anche un rischio peggiore: è il sintomo dei limiti di una opposizione di governo che da un momento all'altro potrebbe deflagare.
Per fortuna questo problema a Palagiano non c'è: il PD e la ex Margherita sono uniti (?) e non si sospetta minimamente che la ex Margherita possa fare accordi fuori della grande coalizione, tantomeno col Pierferdinado Casini locale.
No, questo non accadrà mai perchè gli accordi con l'UDC li hanno fatti già da tempo insieme, PD ed ex Margherita insieme-tanto uniti anche in questo-(!)
Ormai esiste solo una certezza: il PD non diventerà mai un partito, ma solo un insieme di gruppi e fondazioni che servono solo a legittimare un gruppo dirigente che ormai ha perso ogni contatto con il suo elettorato.
La nave affonda e, invece di far fronte comune, ognuno pensa a ritagliarsi un futuro. Dentro il PD e fuori.
In poche parole si sta scoprendo che il PD non ha una coscienza collettiva e che è stato solo l'espediente del vecchio gruppo dirigente dell'Ulivo per arginare una sconfitta annunciata.
Dopo il voto e in balia della sconfitta, molti lì dentro pensano di trovare una ciambella di salvataggio.
E dire che alle primarie ci si è spesi tanto per "Tecnologia ed Innovazione".

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