IL SILENZIO APPARTIENE AI DISONESTI

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Niente più bavagli!

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“Chi tace e piega la testa muore ogni volta che lo fa. Chi parla e cammina a testa alta muore una volta sola”. (Giovanni Falcone)

Un' Altra Voce per PALAGIANO e non SOLO's Fan Box

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martedì 30 agosto 2011

Lettera aperta al segretario provinciale Fiom Taranto, Rosario Rappa





Gent.mo Segretario,
ho militato nella Fiom di Taranto e ricoperto i ruoli di RSU-RLS in Ilva. Ciò avveniva, come Lei sa, durante la catastrofica gestione della segreteria targata Franco Fiusco. Le assicuro che mai avrei potuto immaginare una conduzione della Fiom peggiore:Lei ci è riuscito. Si starà chiedendo, immagino, quale sia lo scopo della presente e il perchè, proprio io, intervenga per criticare il Suo operato. Le risponderò con molta franchezza e, come al solito, senza il timore di essere smentito. Lei giungeva qui a Taranto circa tre anni fa per salvare la Fiom da una situazione ormai drammatica e veniva identificato come un eroe, poichè il Suo trascorso politico in Sicilia lo aveva visto, addirittura, muoversi sotto scrupolosa scorta. Io penso che la Fiom tarantina e pugliese abbiano così dimostrato di essere degli inetti, non essendo stati capaci di far crescere sindacalmente nessuno del territorio. Chiaramente, far ricadere su di Lei la scelta, non pone problemi di legittimità, ma mi lasci correre il pensiero che forse in qualche maniera si dovesse "sistemare" e far campare un "compagno" ormai fuori dal gioco della politica:è solo un pensiero maligno, mi perdoni. Le assicuro che mai avrei scritto una riga per giudicarLa (politicamente) nè mi sarei sognato di interferire sul Suo operato, ma vedere, ascoltare e riflettere mi ha portato a credere che Lei abbia dato il colpo di grazia ad un'organizzazione già in fin di vita e lo ha fatto nel modo peggiore, con l'ubbidienza verso lo strapotere di un'azienda cinica e pericolosa e verso la casta:Lei, un po' come il Suo predecessore, rientra nella categoria degli yes man di cui Riva ha bisogno. Io ho pagato un prezzo troppo alto per essere stato nella Fiom e, ciò, grazie alla casta del sindacato, a tutti i livelli. Ho perso tutto per fare il S I N D A C A L I S T A: legga bene, tutto maiuscolo. Ma prima di me altri compagni hanno pagato l'arroganza dei Riva e la meschinità che contraddistingueva quella Fiom, che non era peggiore di quella attuale. Lei, come ben sa, doveva intervenire sugli intrecci tra il capitolo "Vaccarella", il "circolo nautico" e il Palafiom: uscire da quelle amministrazioni era l'unica salvezza per riacquistare credibilità, ma ha lasciato correre, come dimostrano i fatti sin qui. Lei continua, quindi, a sotterrare le vere ragioni di un fallimento e lo fa sapendo di sbagliare. Le voglio ricordare che i nomi quali, Battista, Ranieri, Rizzo e Semeraro, hanno rappresentato l'orgoglio dei lavoratori proprio perchè erano S I N D A C A L I S T I senza paura. Oggi Lei è circondato da qualche "trombato" della politica e da gente che esercita il ruolo di segretario o esecutivo di fabbrica solo per fare pubbliche relazioni e, forse, la spesa all'ipercoop. Mi piacerebbe che si rendessero pubblici i cartellini del marcatempo di questi signori...lo faccia per favore, almeno verifichiamo i tempi di permanenza in fabbrica di qualcuno. Oggi la Fiom in Ilva ha un esecutivo composto da cinque elementi a differenza di UILM e FIM, quale sia la ragione, giuro, che mi sfugge. Si è inventato la figura dell'RLSA, dove "A" stà per ambiente, ma putacaso, quella scelta non poteva ricadere su un altro componente:per forza un trombato. Ora, mentre Lei è impegnato nella destituzione di questo o quell'altro RSU, io continuo a riflettere e penso: perchè ancora i ragazzi del treno nastri mi chiamano per dirmi che una fermata è in corso, c'è presenza di amianto ed altri rischi e non si fa vedere nessun RLS della Fiom? La risposta mi viene subito fornita:Rizzo è stato destituito da RLS e da componente dell'esecutivo. Ma come, mi chiedo, non erano diventati cinque e la figura in più(RLSA), che fine ha fatto? Caro segretario, mi perdoni davvero, ma non posso fare a meno di farLe notare alcune cose:
-Lei ha piazzato suoi uomini nel direttivo "Vaccarella", nella CIA,nella segreteria e nell'esecutivo, favorendo così il "padrone" e la Sua piccola casta;
-ha dimenticato Battista in "gabbia" da fin troppo tempo, alla mercè dei potenti;
-ha fatto fuori (per dire) Franco Rizzo mettendolo a serio rischio licenziamento;(perchè non Le piace Rizzo? fa troppe denunce, forse?)
-ha abbandonato la "causa" dei somministrati;
-non ha scoperchiato, come tempo fa voleva far credere, i problemi del Palafiom;
-continua a tenere persone "imboscate" al "vaccarella"...
Mi piacerebbe sapere chi paga tutto questo; chi paga Lei e qualche distaccato.
Mi piacerebbe poter dire che i bilanci economici della Fiom sono in ordine e che nessuno al suo interno lavori in nero.
La vorrei informare che anch'io ho partecipato ai congressi della Fiom e, in quanto dirigente, partecipavo alle votazioni sui bilanci:vada a verificare dai verbali...non troverà il mio voto favorevole. Io ero e sono un uomo libero. Voglio concludere per non rischiare di annoiarLa, caro Rappa. Lo faccio pensando alle cazzate che Landini ed altri ripetono sulla democrazia:"Voi, Lei, Landini, la democrazia la potete solo sognare, non avete alcun diritto morale per reclamarla...Faccia un atto di umiltà e di coerenza:se ne torni in Sicilia a fare politica, il sindacato non è per Lei...
Cordialità.
Lorenzo Semeraro

mercoledì 10 agosto 2011

BUON FERRAGOSTO A TUTTI!



A quanti avevano pensato che la nostra Voce si fosse spenta definitivamente, visto il recente silenzio, auguriamo un BUON FERRAGOSTO e rinnoviamo l'invito a seguirci ed a inviarci le proprie segnalazioni anche durante questa pausa estiva.

Raccoglieremo le Vostre testimonianze all'indirizzo email sal1969@katamail.com e le pubblicheremo comunque.

Non abbassate la guardia.

martedì 9 novembre 2010

ILVA, TUMORI E NOI MANICA DI COGLIONI.


Il benzo(a)pirene è un idrocarburo policiclico aromatico della classe dei benzopireni.
È una delle prime sostanze di cui si è accertata la cancerogenicità.
La categoria IARC di rischio cancerogeno è Categoria 1: cancerogena per l'uomo.

Disciolta in acqua, è tra le sostanze più pericolose.

Il limite di concentrazione è intorno agli 0,01 mg/L. (da Wikipedia)

Nell’esposizione professionale, che è molto più intensa di quella della popolazione generale, viene segnalata la capacità di indurre tumori del polmone, della pelle e dell’apparato genitourinario.

Il primo tumore professionale descritto e accertato è proprio l’epitelioma dello scroto.

Per quanto riguarda gli ambienti di lavoro, il D.Lgs 626/94 considera “cancerogeni” le attività che espongono i lavoratori agli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) contenuti nel catrame, nella pece, nel fumo o nelle polveri di carbone e alla fuliggine delle canne fumarie

Altri effetti accertati del benzo(a)pirene

Effetti sulla riproduzione:

Il benzo(a)pirene ha causato in animali da laboratorio l'insorgenza di tumori nei nuovi nati di madri esposte durante la gravidanza nonché disturbi di sviluppo fetale.

Il composto può passare dalla madre al figlio e predisporre quest'ultimo a generare in un futuro un possibile tumore.

Tossicità cronica:

I dati disponibili si basano su studi di alimentazione, intubazione gastrica, inalazione, instillazione intratracheale, trattamenti dermici e subcutanei effettuati su roditori ed alcuni primati. Somministrazioni ripetute di benzo(a)pirene sono state associate con l'incremento dell'incidenza sia di tumori generali che relativi alla zona trattata.

Il composto viene utilizzato frequentemente come controllo positivo nei saggi sulla cancerogenicità (dati EPA).


Ingestione:
Irritazione delle mucose, delle vie respiratorie

Inalazione:
Respiro breve e sibilante, tosse, irritazione delle alte vie respiratorie, bronchite, dispnea, edema polmonare.

Contatto cutaneo:
Arrossamento, irritazioni, dermatiti, eritema, pigmentazione, desquamazione, verruche.

Contatto oculare:
Arrossamento, irritazioni, congiuntiviti, fotosensibilizzazione.

Il 4 giugno l’Arpa rende noti i dati di rilevazione del benzo(a)pirene nella relazione tecnica “BENZO(a)PIRENE AERODISPERSO PRESSO LA STAZIONE DI MONITORAGGIO DELLA QUALITÀ DELL’ARIA DI VIA MACHIAVELLI A TARANTO - ATTRIBUZIONE ALLE SORGENTI EMISSIVE" dalle quali si evince un superamento delle concentrazioni di benzo(a)pirene e si dichiara per la prima volta l'origine (la Cokeria dell'ILVA)

"Le concentrazioni di Benzo(a)pirene misurate nel quartiere Tamburi pongono la zona a ridosso dell’area industriale ai livelli alti della classifica delle città italiane - si legge nella relazione - i dati indicano concordemente che il contributo emissivo all’origine del superamento del livello di 1 nanogrammo al metrocubo per il benzo(a)pirene nel sito di monitoraggio di via Machiavelli a Taranto è costituito, in modo preponderante, dai processi produttivi condotti nell’area a caldo dello stabilimento siderurgico ILVA ed in modo maggioritario, all’interno di tale area, dall’impianto di distillazione del carbon fossile, per la produzione di coke metallurgico (cokeria)”.


Nonostante tutto il 13 Agosto il Governo, andando contro una direttiva del Parlameto Europeo (Dir. n. 2004/107/CE) emana il Decreto Legge n. 155 (cosiddetto DECRETO SALVA-ILVA) con il quale posticipa al 31 dicembre 2012 il divieto di superamento del livello di 1 nanogrammo a metro cubo per il benzo(a)pirene.

Tale divieto, in vigore dal 1/1/1999, per le aree urbane sopra 150 mila abitanti, sarebbe posticipato ancora se i "costi" fossero "spropositati"i.

Ma noi quanto VALIAMO??

L’Associazione Culturale Pediatri (ACP), insieme alla Società Italiana di Pediatria (SIP) e alla Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), firma un Appello al Governo italiano perché venga rivisto - con la massima urgenza - tale provvedimento.

Noi attualmente a Taranto abbiamo queste certezze:
- il benzo(a)pirene è un cancerogeno di classe 1 (stabilito dallo IARC)

- le concentrazioni di benzo(a)pirene presenti a Taranto, in modo particolare nel rione Tamburi, sono superiori ai limiti di legge imposti dalla Comunità Europea

- il benzo(a)pirene proviene dalla Cokeria dell’Ilva (così come dichiarato dall’Arpa)

- A Cornigliano la Cokeria è stata chiusa per un evidente rischio sanitario e una correlazione tra esposizione agli inquinanti e malattia/mortalità.

- I medici Pediatri hanno dichiarato con assoluta certezza che il rischio per i bambini è grave e accertato.


E NOI? PER QUANTO TEMPO ANCORA SAREMO DISPOSTI A SUBIRE... anzi a MORIRE ?


POSSIBILE CHE ANCORA NON ABBIAMO RAGGIUNTO IL LIMITE DELLA INCAZZATURA... QUELLA DA FARCI USCIRE NELLE STRADE, PER LE PIAZZE E FAR SENTIRE LA NOSTRA RABBIA e LA VOGLIA DI RIPRENDERCI CIO' CHE CI STANNO STRAPPANDO: LA VITA!?

http://www.facebook.com/note.php?created&¬e_id=495446146479#!/notes/rosella-balestra/i-pediatri-contro-il-decreto-salva-ilva/495446146479

(di Rossella Balestra)

domenica 10 ottobre 2010

CI BASTA ESSERE EPILETTICI, NON ZOMBIE.

Pubblichiamo, qui di seguito, un appello che ci è arrivato in email da una nostra lettrice.
Riteniamo l'argomento interessante ed invitiamo i nostri fedeli Lettori a raccogliere l'invito dell' amica che ci scrive ed a cui va tutto il nostro sostegno.
Gli Amici di "Un'altra Voce per Palagiano", ne siamo certi, contribuiranno a diffondere l'appello attraverso le proprie pagine web, attraverso i propri profili facebook e di qualunque altro social network e ci aiuteranno a far crescere il numero dei sostenitori di questa "necessaria petizione".
Aiutiamo chi ha bisogno di noi.
Un semplice click, non ci costa niente.

"Gentili Amici
con grande preoccupazione informo che il farmaco antiepilettico MALIASIN è stato ritirato dal commercio, con la motivazione che i pazienti possono passare “tranquillamente” al trattamento con GARDENALE o LUMINALE.
Questo non è affatto vero, poiché l' uso del MALIASIN ha consentito di ottenere nel sangue livelli più alti
di barbiturico senza incorrere in sonnolenza e sedazione, come avviene con il GARDENALE o il LUMINALE.
Questo è dimostrato dai molti dosaggi di barbiturico nel sangue che ho effettuato nella mia vita di paziente affetta da epilessia.
Il MALIASIN contiene infatti una componente psicostimolante che controbatte con successo gli effetti sedativi della componente barbiturica.
LUMINALE e GARDENALE sono barbiturici allo stato puro ed, in quanto tali, danno quegli effetti collaterali di sonnolenza e sedazione coi quali è difficile convivere.
In questo momento in cui scrivo, io stesso faccio i conti con questo stato di malessere che inibisce la mia vitalità.
Ci si sente storditi, intontiti ed i livelli di concentrazione, memoria ed attenzione ridotti fanno di noi degli zombie, che tra mille difficoltà debbono portare avanti i propri fronti (famiglia, lavoro, studio).
Aiutatemi ed aiutateci a protestare affiché chi faceva uso di tale farmaco possa nuovamente trovarlo nelle farmacie.
Sembra di capire che il farmaco viene ritirato in quanto le vendite sono scarse, ed è quindi solamente una discutibile operazione commerciale, certamente non riguardosa degli interessi dei pazienti.
Pare che la casa farmaceutica l’abbia ritirato dal mercato perché non supportata nelle spese di produzione dagli opportuni aiuti di governo.
Motivare il ritiro del farmaco dicendo che "in un piccolo numero di pazienti in trattamento con farmaci antiepilettici come il MALIASIN" si possano sviluppare pensieri autolesivi o di suicidio, come evidentemente può accadere anche con gli altri farmaci antiepilettici –non esclusi GARDENALE e LUMINALE, attualmente prescritti come farmaci eletti per la terapia antiepilettica (Scheda tecnica del Gardenale) è una riprovevole scusa, ed è pure una presa in giro, visto che molti di noi usano il farmaco da tempo e con successo.
Ringraziamo la FOREP (Fondazione per la Ricerca sulla Epilessia) che ci ha fornito gli argomenti scientifici per protestare con il massimo vigore e Chiediamo di essere aiutati e sostenuti.
Non chiediamo denaro o offerte, ma soltanto che si dia diffusione all’informazione che è in corso una petizione popolare rivolta a convincere e sensibilizzare il Ministero ad una problematica che politici ed alcuni medici non possono comprendere appieno perché non vivono il problema ed i disagi ad esso connessi. Non lo fanno per cinismo, bensì perché non vivono in prima persona il problema. Sono testimoni o portavoce di quanto apprendono dagli studi, dalle ricerche, dalle indagini … in terza persona dunque, il che è ben diverso da “vivere un problema sulla propria pelle”.
Occorrono firme alla petizione, una petizione che vi invitiamo a sostenere ed a far sostenere con un semplice click sul sito http://www.firmiamo.it/maliasin affinché l’esiguo numero di 546 sostenitori (dal 31 gennaio 2010 ad oggi) diventi sempre maggiore.
I circa 500.000 italiani affetti da epilessia ne saranno grati a te ed a quanti avrai detto di fare la stessa cosa.
Grazie. "

NOTA: Nella compilazione del form per sostenere la causa Vi saranno chiesti il nome, il cognome, la città... non abbiate paura di scriverli! Non sarete censiti come epilettici, bensì come persone sensibili ai problemi di questi ultimi! Alcuni campi (lavoro, reddito etc... possono essere lasciati vuoti)...





lunedì 5 luglio 2010

L' AQUILA: CONTINUA LA SAGRA DELLA "MESSINSCENA"



Ecco cosa ci ha scritto in email SIMONETTA VENTURI di MONDADORI:

Ieri mi ha telefonato l'impiegata di una società di recupero crediti, per conto di Sky.
Mi dice che risulto morosa dal mese di settembre del 2009.
Mi chiede come mai. Le dico che dal 4 aprile dello scorso anno ho lasciato la mia casa e non vi ho più fatto ritorno.
Causa terremoto.
Il decoder sky giace schiacciato sotto il peso di una parete crollata.
Ammutolisce.
Quindi si scusa e mi dice che farà presente quanto le ho detto a chi di dovere.
Poi, premurosa, mi chiede se ora, dopo un anno, è tutto a posto.
Mi dice di amare la mia città, ha avuto la fortuna di visitarla un paio di anni fa.
Ne è rimasta affascinata.
Ricorda in particolare una scalinata in selci che scendeva dal Duomo verso la basilica di Collemaggio.
E mi sale il groppo alla gola. Le dico che abitavo proprio lì.
Lei ammutolisce di nuovo.
Poi mi invita a raccontarle cosa è la mia città oggi.
Ed io lo faccio.
Le racconto del centro militarizzato.
Le racconto che non posso andare a casa mia, quando voglio.
Le racconto che, però, i ladri ci vanno indisturbati.
Le racconto dei palazzi lasciati lì a morire.
Le racconto dei soldi che non ci sono, per ricostruire.
E che non ci sono neanche per aiutare noi a sopravvivere.
Le racconto che, dal primo luglio, torneremo a pagare le tasse ed i contributi, anche se non lavoriamo.
Le racconto che pagheremo l'ICI ed i mutui sulle case distrutte. E ripartiranno regolarmente i pagamenti dei prestiti.
Anche per chi non ha più nulla.
Che, a luglio, un terremotato con uno stipendio lordo di 2.000 euro vedrà in busta paga 734 euro di retribuzione netta.
Che non solo torneremo a pagare le tasse, ma restituiremo subito tutte quelle non pagate dal 6 aprile.
Che lo Stato non versa ai cittadini senza casa, che si gestiscono da soli, ben ventisettemila, neanche quel piccolo contributo di 200 euro mensili che dovrebbe aiutarli a pagare un affitto.
Che i prezzi degli affitti sono triplicati. Senza nessun controllo.
Che io pago, in un paesino di cinquecento anime, quanto Bertolaso pagava per un appartamento in via Giulia, a Roma.
La sento respirare pesantemente.
Le parlo dei nuovi quartieri costruiti a prezzi di residenze di lusso.
Le racconto la vita delle persone che abitano lì.
Come in alveari senz'anima.
Senza neanche un giornalaio, un bar.
Le racconto degli anziani che sono stati sradicati dalla loro terra. Lontani chilometri e chilometri.
Le racconto dei professionisti che sono andati via.
Delle iscrizioni alle scuole superiori in netto calo.
Le racconto di una città che muore.
E lei mi risponde, con la voce che le trema:
"Non è possibile che non si sappia niente di tutto questo. Non potete restare così. Chiamate i giornalisti televisivi.
Dovete dirglielo. Chiamate la stampa. Devono scriverlo."

Loro non scrivono, ma noi sì.

domenica 16 maggio 2010

CONSIGLIO COMUNALE PALAGIANO: 3 ANNI IN CERCA DI "EQUILIBRIO"... E PARTE UN NUOVO GIRO DI VALZER!


"Trottolino amoroso... du du du, da da da".... fu un tormentone musicale lanciato da Amedeo Minghi e Mietta al Festival di Sanremo del 1990.
Era lei, Mietta, a sussurrarlo ripetutamente a Minghi.

Oggi, nonostante siano passati vent'anni, quel "simpatico, quanto inutile motivetto" è più che mai attuale nei corridoi del Palazzo Municipale di Palagiano, con qualche lieve variazione al testo.

Riuscite ad immaginare, cari amici lettori, il Sindaco che da tre anni canticchia ai suoi assessori -ora ad uno, poi all'altro... a rotazione... come in un giro di valzer- il famoso ritornello "Trottolino amoroso, TU TU TU... VA VA VA" ?

Eh sì, succede oggi... così come accadeva ieri.
Un fenomeno che si trascina da tre anni.

L'unica variante è il destinatario o la destinataria della dedica musicale sussurrata in Consiglio Comunale.

TRE ANNI DI AMMINISTRAZIONE DEL PAESE DEDICATI AD INSEGUIRE GLI EQUILIBRI DI UNA GOVERNABILITA' CHE E' MANCATA IL PRIMO GIORNO E MANCHERA' FINO AL TERMINE DEL MANDATO.

TRE ANNI DI STIPENDI CHE CORRONO, SENZA CHE IL PAESE ABBIA FATTO UN SOLO PASSO IN AVANTI.

E' toccato un pò a tutti.

Trombato il dott. Cetera...

trombata l' assessore Beretta...

trombato l' assessore Capalbo...

trombato l' assessore Cirillo...

trombato l' assessore Petrocelli...

trombato l' assessore Rizzi...

trombato l' assessore Caforio...

trombato l' assesore Piccoli...

... ma tanti altri ve ne sono ed altri ve ne saranno ancora.

A questo punto crediamo lecita una domanda: ma in quel Palazzo si amministra o si gioca a risiko?

E non finisce qui...

... perchè è pronto -se intanto non è già accaduto- il "benservito" anche all'assessore Schiavone!

ODDIO! ODDIO! ODDIO!

Qui tra motivetti, assessori-trottola e valzer ci sembra che più che ad amministrare un paese, ci si stia dedicando molto a "dare spettacolo".

A questo punto vorremmo fare una proposta: qualcuno, da Palazzo, ha già contattato la sig.ra Moira Orfei per proporle la poltrona della Schiavone?

Chissà che tra una intervento ed un altro, in Consiglio, non vengano fuori anche i conigli dal cilindro o i mangiafuoco?

E potremmo già avvisare la sig.ra Orfei che i conigli ed i mangiatutto li mettiamo noi!



giovedì 13 maggio 2010

PALAGIANO HA UN NUOVO PATRONO: "LA MADONNA DEI RACCOMANDATI".

didascalia della foto: "La Madonna dei Raccomandati" (Fonte: http://blog.leiweb.it/marinaterragni/2009/10/28/mi-ri-manda-picone/)

A Palagiano, il capogruppo consiliare dell’UDC, Michele Amatulli, chiede pubblicamente al Sindaco del Comune di assumere con un contratto a tempo indeterminato l’ex assessore Pasquale Rizzi, tra i non riconfermati nella Giunta comunale.
Il comunicato stampa è reperibile online.
A denunciarlo è Annalisa Chirico, membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani e Segretaria degli Studenti Luca Coscioni.
“Sembra una barzelletta, ma non lo è. Dato che negli ultimi anni l'occupazione abusiva delle istituzioni da parte dei partiti ha suscitato un'ondata di polemiche e, ahimè, di antipolitica, a Palagiano, cittadina già fregiata di una bella citazione sulla prima pagina de "La Casta", il capogruppo dell’UDC ha pensato bene di rendere la pratica lottizzatoria la più trasparente possibile. La trasparenza, si sa, è un principio di buona amministrazione”.
“Siamo sicuri che Michele Amatulli ha a cuore il buon funzionamento dell’amministrazione locale.”
"Piccoli aveva suggerito un contratto a tempo determinato, in attesa di un concorso pubblico che legittimi l'assegnazione di un posto fisso.
La storia è sempre la stessa – continua la giovane esponente radicale – L’amministrazione pubblica è ostaggio dei partiti, che la usano per costruire clientele e consenso in violazione della legge.
A questo punto che dire?
Consiglio anch’io al così coccolato Rizzi di accettare il contratto a tempo determinato.
Il concorso magari nel frattempo arriverà e, sono sicura, il suo posto Rizzi lo vincerà. Perché è bravo, si sa”.

Fonte: Giornale di Zona, http://www.giornaledizona.com/

martedì 4 maggio 2010

PEDOFILIA A PALAGIANO: IL FALLIMENTO DI CHIESA ED AMMINISTRAZIONE LOCALE


"E' UNO SQUALLORE CHE SI AGGIUNGE AGLI ALTRI, CONTRIBUENDO ESSI, TUTTI INSIEME, A FARCI VERGOGNARE GIORNO DOPO GIORNO, DI ESSERE CITTADINI DI QUESTO PAESE VISCIDO NEL SOCIALE, PIETOSO NELLA POLITICA LOCALE, MALEDETTO IN ECONOMIA E LAVORO, STRAMALEDETTO NELLA COMUNE PRATICA CLIENTELARE (O, MEGLIO, PARENTERALE).

QUANDO FENOMENI DI DEGRADO SOCIALE COME QUESTO COMINCIANO A DIVENTARE FREQUENTI (ricordiamo la bambina ritrovata in moto con un sessantenne che non conosceva, ricordiamo l'accoltellamento tra vecchietti in pieno mercato settimanale... ma altri scandali sono sotto la lente degli inquirenti)... QUANDO TUTTO CIO' ACCADE, GENERALMENTE CI SONO SEMPRE DUE BEN PRECISE REGIONI A SPIEGARE IL DEGRADO:

1) L'AUTORITA' MUNICIPALE STA CLAMOROSAMENTE PRECIPITANDO, IMPEGNATA COME E' A PENSARE AI CAZZI PROPRI ( si legga "poltrone" in loco di "cazzi"), PIUTTOSTO CHE ALLE PROBLEMATICHE DI UN PAESE ALLO SBANDO;

2) L' ISTITUZIONE "CHIESA", SEMPRE PIU' NOIOSA ED UGUALE A SE STESSA, NON PRODUCE I FRUTTI DELL'EVANGELIZZAZIONE, DACCHE' ASSUME MAGGIORMENTE L'ASPETTO DI UN CIRCOLO RICREATIVO, IDEATO PER TENERE COMPAGNIA A TANTE VECCHIETTE RINCOGLIONITE, BIZZOCHE O A DISPENSARE INCARICHI ONORIFICI A FRUSTRATI SIGNORI NOMINATI ORA "MINISTRI STRAORDINARI DELLA COMUNIONE", ORA "CAVALIERI DELLO ZODIACO" (di quelli che abbiamo visto sfilare, in alta uniforme da coglioni, alla Via Crucis del Venerdì Santo)."


ECCO LA CRONACA RECENTE IN MATERIA DI VIOLAZIONE DI BAMBINI:


Si parla ancora di bambini strappati all'innocenza della loro età e feriti nella loro vulnerabilità. Questa volta la cronaca ci riporta ad un caso a PALAGIANO e ad uno nel Salento.

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Taranto, Pio Guarna, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica, Vincenzo Petrocelli, ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare per una 46enne di PALAGIANO (Ta).

La donna è attualmente agli arresti domiciliari, eseguiti dagli agenti della Squadra Mobile della Questura, con l'accusa di aver “venduto” la figlia tredicenne ad un anziano ultra 80enne. L'uomo si sarebbe invaghito della piccola e, previo consenso della madre, nonché in cambio di somme ingenti di denaro, avrebbe reiterato abusi sessuali nei suoi confronti in maniera sistematica tra ottobre 2009 e febbraio 2010.

Sulla madre pendono attualmente le accuse di circonvenzione di incapace, e di concorso in violenza sessuale e sequestro di persona. L'uomo è invece stato sottoposto, dallo scorso 11 marzo, agli arresti domiciliari presso una casa di riposo per anziani.
Gli agenti della Squadra Mobile hanno condotto la vittima presso una struttura protetta, per tutelarla da ogni possibile ed ulteriore ripercussione della vicenda.

Da una scuola materna di Lecce proviene l'ennesimo caso di “infanzia violata”.

Il racconto di una delle piccole vittime ha permesso di far scattare le indagini, supportate tra l'altro dall'ausilio di telecamere, che hanno apportato prove schiaccianti e inconfutabili in merito al caso.

M.C.B di 65 anni, originario della provincia di Lecce e bidello presso un asilo, con il pretesto di aiutare le bimbe, abusava di loro nei bagni della scuola materna.

Dalle prove autoctone è emerso il ritratto agghiacciante di quest'uomo che intratteneva le vittime con favole e canti e che agiva in maniera talmente rapida e subdola da rendere le bambine in completa balia del suo giogo e incapaci di comprendere l'accaduto.

Le indagini sono partite grazie alla tenacia di una delle madri che, ascoltato il racconto riportato dalla figlia, ha denunciato il fatto al comandante della stazione dei carabinieri ed ha permesso ulteriori approfondimenti sulla vicenda. Si è arrivati a definire un quadro di abusi che coinvolgeva altre piccole, con il comportamento del carnefice definito ''seriale'' dallo stesso pm.

Attualmente l'uomo è stato arrestato su provvedimento del gip del Tribunale di Lecce, Antonio Del Coco, con l’accusa di atti osceni e violenza sessuale aggravata.



La cronaca è di GIOVANNA LODATO

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lunedì 26 aprile 2010

PALAGIANO: TORNA IN SCENA LA COMMEDIA "RESSA SUONA SEMPRE 2 VOLTE"



Vorremmo dire molto, ma sarebbero parole già scritte, già lette, già ascoltate.
Per mantenere il conto di quanti palagianesi sono stati assessori nella attuale giunta, il Consiglio Nazionale delle Ricerche sta sperimentando una nuova formula algebrica, ma i ricercatori non ne vengono a capo.
Intanto eccoli "riaccasati" quelli che erano usciti di scena.
Tutti allegramente insieme nella nuova "Cascina Vianello", con tanto di scuse al compianto Raimondo.
Il pudore politico appartiene a pochi!
Per questo preferiamo, per ora (solo per qualche ora), il silenzio... proprio come si fa quando si dichiara un "lutto cittadino".
Il fantasma di una giunta morta sul nascere, riporta a galla zombie che già avevano avuto occasione di far accapponare la pelle.
Tra i tanti c'è solo un nome nuovo... dietro il quale si cela comunque uno spettro della ricorrente specie apula "dimm a cì sì figghj, ca t' dìk a cì appartìin".




domenica 25 aprile 2010

INQUINAMENTO E BAMBINI: GIA' IL 22/04 SI RIBADIVA IL CONCETTO AD UN CONGRESSO A NAPOLI


SALUTE: PEDIATRI DEL CENTRO-SUD, BAMBINI MALATI DI RIFIUTI

(ASCA) - Roma, 22 apr - Occuparsi dell'emergenza rifiuti per prevenire le conseguenze sulla salute dei bambini. I pediatri del Mezzogiorno richiamano l'attenzione sui bambini che vivono in prossimita' delle discariche e agli inceneritori, bambini su cui si accumulano nuovi fattori di rischio per la salute ancora troppo spesso sottovalutati o ignorati. Al Congresso ''Gli Argonauti XI'' dell'Associazione Culturale Pediatri (ACP) del Centro Sud, in corso al Complesso dei SS Marcellino e Festo di Napoli, oggi Anna Maria Moschetti, pediatra di famiglia ACP di Palagiano (Taranto), e Raffaele Cioffi, Dipartimento di Ingegneria dei Materiali dell'Universita' Parthenope di Napoli, parlano di ''Bonifica dei siti contaminati e trattamento dei rifiuti'' a partire dalla situazione critica della Campania.
In Italia - sottolineano i pediatri - esiste un elevato numero di siti contaminati da sottoporre ad operazioni di bonifica, considerando l'enorme quantita' di rifiuti speciali, pericolosi e non, smaltiti legalmente o illegalmente sul territorio. Si stima, infatti, che la sola gestione illegale di rifiuti determini un giro di affari prossimo a 20 miliardi di euro all'anno. In particolare, nella sola Regione Campania i rifiuti speciali smaltiti illegalmente superano i 14 milioni di tonnellate annui. A questi si aggiungono circa 8.000 tonnellate di rifiuti solidi urbani prodotti giornalmente e le enormi quantita' stoccate sotto forma di ''eco balle''.
''Il problema - spiegano Anna Maria Moschetti e Raffaele Cioffi - e' che discariche e inceneritori per le sostanze tossiche rilasciate nell'ambiente sono le pratiche di trattamento dei rifiuti piu' rischiose per la salute delle popolazioni esposte. I rischi per la salute dovuti all'inquinamento ambientale sono maggiori per le popolazioni piu' vulnerabili, primi tra tutti i bambini''.
Solo controllando le alterazioni dell'ambiente si possono evitare le malattie da inquinamento: la salvaguardia della salute deve passare attraverso la salvaguardia dell'ambiente.
Moschetti chiede dunque che ''le autorita' politiche mettano in atto ogni sforzo possibile per favorire la riduzione della produzione dei rifiuti, la raccolta differenziata, il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti''.
All'interno dell'ACP si e' formato un gruppo di lavoro denominato ''Pediatri per un mondo possibile'', attivamene impegnato sul tema del rapporto fra ambiente e salute del bambino.

giovedì 22 aprile 2010

TARANTO SI MOBILITA CONTRO IL MOSTRO ILVA


COMUNICATO STAMPA

Altamarea convocherà un'assemblea cittadina per preparare una grande manifestazione popolare davanti al Municipio di Taranto.
Una marea umana sarà la risposta di questa città al superamento del valore di legge per uno dei più potenti cancerogeni che avvelena l’aria di Taranto: il benzo(a)pirene.
La manifestazione di fronte al Municipio chiederà un’ordinanza del Sindaco.
La vecchia cokeria dell’Ilva va rottamata!
La cokeria Ilva non può più essere autorizzata nell’Autorizzazione Integrata Ambientale.
E il sindaco lo deve comunicare al Ministero dell’Ambiente.
Quella cokeria avvelena l'aria che respiriamo.
Non comprendiamo perché si rottamino le automobili inquinanti e poi si debbano respirare le emissioni cancerogene di una vecchia cokeria superinquinante.
Le centraline del quartiere Tamburi di Taranto registrano da anni ormai un costante superamento del valore di legge:

1) Tale inquinante altamente cancerogeno si trova in concentrazione altissima quando il vento soffia dall'area industriale verso il quartiere Tamburi. L’Arpa ha rilevato valori di 3,88 nanogrammi a metro cubo nel febbraio 2009 (il valore obiettivo è di 1).
Quando invece il vento soffia dal quartiere Tamburi verso l'area industriale l'inquinamento da benzo(a)pirene scende a 0,04 nanogrammi a metro cubo (uno dei valori più bassi registrati in Italia dalle Arpa Regionali fra il 2008 e il 2009).

2) E’ quindi chiarissima la provenienza industriale del benzo(a)pirene.
E' del tutto evidente che l'inquinamento da traffico non è il fattore che determina il superamento del valore di legge.

Il benzo(a)pirene proviene massivamente dall'area industriale.
A questo punto ci rivolgiamo al Sindaco, massimo responsabile della salute pubblica.
Non si può più tollerare che i bambini del quartiere Tamburi siano costretti a respirare cancerogeni per un equivalente di oltre mille sigarette anno.
Occorre un'azione drastica a tutela della salute pubblica.
Altamarea chiede al Sindaco un'azione decisa non più procrastinabile di fronte all’inquinamento della cokeria dell’Ilva di Taranto.
Tale cokeria è ancora più grande di quella chiusa a Genova per l'eccessivo impatto sulla salute degli abitanti del quartiere dei Cornigliano.
Tanti cittadini hanno espresso in questi giorni sulla pagina Facebook del sindaco la loro richiesta: subito un'ordinanza sulla cokeria.
La nostra mobilitazione aumenterà nei prossimi giorni.
Passerà da Facebook alle strade.
Diventerà una marea umana davanti al Municipio.
Altamarea fa appello a tutte le forze sociali e democratiche, a tutte le associazioni e i movimenti della città perché questa mobilitazione divenga l’espressione inarrestabile della volontà popolare.
Altamarea chiede tre cose al Sindaco:
1) un'ordinanza sulla cokeria e l'immediata installazione di sistemi di rilevazione perimetrale degli inquinanti attorno alla cokeria, in particolare analizzatori in continuo degli idrocarburi policiclici aromatici; tale sistema di monitoraggio deve avvenire immediatamente a cura e spese dell’Ilva, con la supervisione dell’Arpa Puglia;
2) l’installazione anche attorno all’Eni e alla Cementir di un analogo sistema di rilevazione a cura e spese delle aziende, sotto il controllo di Arpa Puglia, al fine di quantificarne le emissioni di il benzo(a)pirene e di definire la quota di tale inquinante emessa da ogni fonte; tale richiesta era stata fatta al Sindaco già nel 2009;
3) il risarcimento a carico dell'Ilva dei danni causati (processo parchi minerali, con condanna definitiva); su questo il sindaco non può più aspettare; aveva chiesto nel 2009 un parere al suo ufficio legale; il termine per l'azione risarcitoria scade a settembre di quest'anno.
Il tempo dei rinvii e delle attese è finito.

Altamarea torna in piazza.
Altamarea


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domenica 18 aprile 2010

ILVA: LORENZO SEMERARO SCRIVE AI GIORNALI.


Gent.mo Direttore,
leggo il suo giornale e apprendo che il comitato somministrati Ilva rivolge al Presidente Vendola un appello disperato perché possa intervenire al più presto in aiuto dei 700 lavoratori che Riva e sindacati, in concorso tra loro, hanno umiliato e offeso negli ultimi anni.
Si tratta di 700 persone che l’azienda ha sfruttato attraverso la legge 30 per garantirsi maggior profitto con minor spesa e, soprattutto, per continuare ad esercitare, attraverso i suoi “soldati” (fiduciari, responsabili del personale,capireparto e altri capetti) quel potere incontrastato che le permette di annullare il diritto e di violentare liberamente le coscienze.
Gli sforzi sin qui compiuti dal comitato somministrati non hanno portato ad alcun risultato, colpa della politica e delle deboli prese di posizione da parte di coloro che, pur avendo i mezzi per risolvere il problema, sembra vogliano continuare in un ossequioso e subdolo rispetto del potere economico e del ricatto che l’Ilva esercita sul territorio, ormai colonia dei Riva.
Dal loro canto i “tre moschettieri” di FIM-FIOM e UILM avendo giurato fedeltà al RE dell’acciaio al suo arrivo, dopo essersi sottomessi al suo volere in cambio della dignità della categoria e della stessa popolazione, oggi, pur volendo ritornare a manifestare altre intenzioni, non troverebbero la forza per imporre il riconoscimento del sacrosanto diritto di quei lavoratori.
E’ una cruda realtà, me ne rendo conto, ma con quale criterio si chiede a quei ragazzi di continuare ad aspettare una conclusione delle trattative che passano da un tavolo all’altro da tanto tempo…si consideri, inoltre, che i dipendenti stabilizzati dell’Ilva attendono da 28 mesi la firma del contratto integrativo.
I lavoratori e le loro famiglie, hanno bisogno di mangiare tutti i giorni, mentre il tempo passa e la speranza si affievolisce per i precari.
Le vertenze sindacali, i ripetuti incontri, gli interventi di autorevoli uomini politici, sin qui non hanno prodotto che altra umiliazione, pertanto, non resterebbe che agire in modo tale da costringere l’Ilva a fare un passo indietro sulle sue posizioni e a stabilizzare subito i 700. Bisogna intervenire drasticamente, presentare finalmente il conto alla famiglia Riva.
Non è possibile né degno per una società civile che si venga in casa nostra a spadroneggiare, avvelenare l’ambiente in cui viviamo, produrre ogni malattia e seminare morte impunemente. Per giunta, dopo aver battuto ogni record di produzione negli anni ed aver fatturato l’impensabile con il lavoro degli operai, si può permettere a costoro di continuare anche a snobbare il bisogno e il diritto di portare a casa un pezzo di pane?
A quei lavoratori somministrati rivolgerei l’invito a scrollarsi delle sirene degli oratori e di rivolgersi alla magistratura per chiedere e far valere i propri diritti.
D’altro canto, è evidente che sia stata ampiamente violata la legge, sia in materia di sicurezza sul lavoro, per aver utilizzato personale con scarsa informazione e formazione sulla prevenzione, sia perché ad essi, in realtà, non venivano riconosciuti il diritto alla malattia, tramutato in ferie per il timore dei lavoratori, di vedersi a termine contratto , fuori dal circuito lavorativo per sempre.
Ma questa è vecchia prassi.
Un sistema già sperimentato in passato con i contratti di formazione lavoro: “se ti ammalavi utilizzavi le ferie oppure potevi dire addio alla stabilizzazione..”.
In bocca al lupo ragazzi.

Lorenzo Semeraro-ex RSU-ILVA-TA-Presidente di LIBERA ASSOCIAZIONE METALMECCANICI


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lunedì 12 aprile 2010

ITALIANO COGLIONE PAGA, CHE LA PENSIONE SE LA CIUCCIA L'IMMIGRATO


I nostri giovani hanno perso fiducia in questo Paese che va a puttane, ed anche a trans... tanto per dimostrarci versatili ..!..!
Sui forum e nei blog si leggono tristi post di giovanissimi pronti a partire per l'Australia, la Francia, l'America... ovunque... pur di lasciare questa terra tanto seviziata, violentata e svilita senza ritegno nè pudore.
L' Italia non è più degli Italiani, ma di politici ed immigrati.
Sia i primi, che i secondi son diventati talmente abili nel fare egregiamente i cazzi loro sotto gli occhi coglionati degli italiani, che nessuno più ci fa caso!
E lo fanno anche aiutandosi gli uni con gli altri.
Con le leggi, i voti di scambio, le rappresentenze etniche nei consigli circoscrizionali, comunali, e minchiate varie.

Gli immigrati, senza aver mai versato contributi, incassano 7.156 euro l'anno.
Gli extracomunitari con carta di soggiorno fanno arrivare in città i genitori over 65 che all'Inps chiedono il vitalizio.
Tredici mensilità da 550,50 euro, mentre un modenese non ne incassa più di 500 pur avendo versato contributi per anni.
Ci sarebbe una certa preoccupazione anche a Modena per il dilagare di richieste d assegni sociali da parte di immigrati che, a quanto sembra, stanno mettendo in seria difficoltà l'Inps. Non esistono cifre precise del fenomeno a livello modenese (il fenomeno è nazionale), anche perchè i funzionari dell'ente di viale Reiter - contatti anche ieri - spiegano che dati e informazioni possono essere forniti solo dalla Direzione Generale di Roma.
Dalla capitale ci spiegano che i dati, per singole province, possono rilasciarli solo dopo una richiesta scritta all'Inps di Modena, incaricata poi di inoltrarla alla stessa Direzione Generale. Insomma, forse fra qualche mese si potrà sapere qual'è la situazione modenese sul fronte assegni sociali agli immigrati.
Ma in che cosa consiste questa richiesta da parte degli immigrati degli assegni sociali?
Le cose stanno così: gli immigrati che hanno compiuto i 65 anni e non hanno redditi oppure sono sotto la soglia dei 5mila euro annui, hanno diritto a quella che una volta si chiamava pensione sociale.
Quando gli extracomunitari regolari residenti in città o in provincia, con tanto di carta di soggiorno in regola e residenza, si sono accorti delle normativa di legge - tutto deriva dalla legge 388 del 2000 (inserita nella finanziaria 2001 dell'allora governo Amato) che ha riconosciuto l'assegno sociale anche ai cittadini stranieri - non hanno fatto altro che presentare domanda di ricongiungimento familiare e far arrivare a Modena genitori o parenti anziani.
Tra gli immigrati extracomunitari, pare che gli albanesi siano stati gli antesignani e maestri in materia.
Come funzione questa legge varata dal parlamento italiano?
L'extracomunitario regolare, dopo aver fatto venire a Modena i congiunti, manda i familiari o il familiare ultra- 65enne all'Inps.
Qui l'interessato autocertifica l'assenza di reddito oppure dichiara la pensione minima nello Stato di provenienza - che deve essere certificata - e il gioco è fatto.
L'Inps a quel punto eroga 395,6 euro al mese di assegno sociale, più 154,9 euro di importo aggiuntivo.
In totale 550,50 euro per 13 mensilità quindi 7.156 euro l'anno, esentasse.
In sostanza genitori, nonni e parenti tutti over 65 di lavoratori extracomunitari, percepiscono i 7.156 euro all'anno, senza aver mai versato alcun contributo all'Inps.
Tutto questo mentre una buona fetta di pensionati modenesi, percepisce pensioni di 500 euro al mese, meno dell'assegno agli anziani stranieri e tutto questo dopo aver versato contributi e pagato tasse per una vita.
C'è poi un altro particolare che sa tanto di beffa: se il genitore, il nonno, il parente straniero a Modena non si trova bene, può tranquillamente tornare in patria, tanto l'assegno continua a decorrere.
E nei paesi nordafricani con queste cifre si vive da "nababbi".
Ultimamente comunque sono satte adottate restrizioni e gli stranieri che beneficiano dell'assegno sociale non devono lasciare il nostro paese.
Le domande degli stranieri per l'assegno sociale sarebbero in costante aumento e vengono quasi sempre accolte dall'Inps, visto che la legge non prevede nè un minimo di versamenti e nemmeno un certo tempo di residenza.



Supercombattente83

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domenica 11 aprile 2010

LE RIFORME DEL SARCHIAPONE



"E ora, riforme condivise”.
Appena chiuse le urne delle regionali, la parola d'ordine ha ripreso a riecheggiare come un mantra dal Quirinale a Palazzo Grazioli, dal Carroccio al carretto del Pd.
Chi ha perso invoca riforme condivise.
Chi ha vinto invoca riforme condivise.
Chi ha pareggiato invoca riforme condivise.
Un po' come nel vecchio spot della domenica: “Se la tua squadra ha vinto, festeggia con Stock 84. Se la tua squadra ha perso, consòlati con Stock 84”.
Le riforme condivise sono una gag sempreverde, meglio del Sarchiapone.
Ma lasciano inevasi alcuni dettagli: riforme condivise quali? da chi? per fare che?
A questo proposito, per un supplemento di chiarezza, si sente farfugliare di “bozza Violante”. Poi per fortuna parla Berlusconi: intercettazioni, legittimo impedimento, impunità per le alte cariche e/o per tutti.
Riforme condivise, soprattutto da lui.
Per il resto le più gettonate sono tre: premierato o presidenzialismo per rafforzare i poteri del capo del governo; federalismo fiscale; superamento del bicameralismo perfetto per sveltire l'iter delle leggi.
Il mantra, per non perdere i suoi effetti magici, non prevede discussioni sul merito, anzi le esclude a priori: vietato domandarsi se davvero l'Italia soffra di un premier impotente, di regioni poco autonome e di leggi troppo rare e lente. Anche perchè, se qualcuno se lo domandasse, scoprirebbe che occorre esattamente l'opposto: levare qualche potere a un premier già abbastanza onnipotente (gli manca soltanto lo jus primae noctis, e talora nemmeno quello); riprendere il controllo delle regioni che spendono e spandono accumulando voragini di bilancio; limitare la bulimia legislativa che giustamente Calderoli ha evidenziato con il maccheronico falò delle norme inutili.
In altre parole: il premier ha troppi poteri, dunque bisognerebbe rafforzare quelli degli organi di controllo, in primis il Parlamento, ormai ridotto a obliteratrice delle fiducie e dei decreti del governo; le regioni sono troppo autonome e andrebbero riportate all'ordine con appositi commissari, possibilmente teutonici; le leggi sono troppe e, vista la loro qualità media, andrebbero frenate istituendo una terza e una quarta camera, altro che abolire il Senato.
Alzi la mano chi ricorda una riforma utile ai cittadini approvata negli ultimi 16 anni e chi non riuscirebbe a farne a meno.
Quanto alla presunta lentezza dell'iter legislativo, il lodo Alfano fu licenziato dal Consiglio dei ministri il 27 giugno 2008, approvato dalla Camera il 9 luglio, dal Senato il 22 luglio e firmato dal capo dello Stato il 23.
Tutto in 25 giorni: troppi o troppo pochi?
E ora, dicono, arriva la mitica “riforma della Giustizia”, condivisa ma anche no.
Dal 1994 a oggi la Giustizia è stata riformata fra le 180 e le 200 volte. Con i risultati ben noti.
Se provassero a non riformarla più, magari cancellando qualcuna delle 180-200 porcate, potrebbe persino riprendere un po' di vita.
Marco Travaglio

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mercoledì 31 marzo 2010

VATICANO S.P.A.


Sui piccoli schermi è l’argomento del giorno.
I giornali immolano le nove colonne della prima pagina alla spinosa questione.
A meno di non aver trascorso le ultime settimane in un rifugio antiatomico, il lettore avrà già capito dove intendo andare a parare.

La parola pedofilia si ottiene accostando i termini greci paido, bambino, e filos, affetto, amore. Sostanzialmente significa “amore per i bambini”.
Il fatto che, oggigiorno, definirsi pubblicamente “uno che ama i bambini” sortisca una reazione diversa dal dichiararsi pedofilo denota due importanti circostanze.
La prima è il pressoché totale disinteresse della popolazione per la radice etimologica delle parole correntemente in voga. La seconda è che il significato del vocabolo, in qualche epoca non meglio precisabile, deve aver subito un drammatico deturpamento.

Mentre le vittime degli abusi sessuali presidiavano i talk show svuotando il sacco, mentre ci sporcavamo i polpastrelli con l’inchiostro dei caratteri cubitali delle copertine dei giornali, e mentre piangevamo commossi dalle parole ancora tremanti di questi sfortunati, molti hanno ritenuto doveroso specificare che la Chiesa cattolica non è la sola a vantare la presenza di pedofili nel proprio organico, che le mele marce sono ovunque e, cito testualmente, "solo perché ci sono stati questi scandali non vuol dire che la Chiesa sia tutta così."

Particolarmente illuminanti le parole di una ascoltatrice di Radio 3 che, dopo una carrellata di interventi intelligenti ed imparziali, debutta sulle radiofrequenze sottolineando: "Ho ascoltato la trasmissione fin qui. Volevo solo ricordare che ci sono tanti bravi preti nel mondo e che non sono tutti pedofili. Nella mia parrocchia abbiamo preti molto attivi socialmente, che quotidianamente danno il loro sostegno alla società occupandosi delle persone più sfortunate."

La radio non ha concesso ulteriore spazio, ma in un talk show televisivo un simile exploit di saggezza avrebbe scatenato un’ovazione degli spettanti. Con tanto di primi piani sui volti più convincenti.

Ovunque lei sia, gentile signora, questo articolo è il mio personale omaggio a lei e a tutte le brave persone che la pensano come lei, ma che sfortunatamente non hanno l’abitudine di informarsi, e di attenersi al tema della conversazione quando danno fiato alle corde vocali.

E’ fuori discussione che ogni professione – ammesso che di professione si possa parlare nel riferirsi ad un reverendo – conti le sue aberrazioni, alla stessa maniera in cui non stupirebbe un’impresa – quale è, esemplificando, la Vaticano S.p.A. – che annoveri nel suo gregge alcune pecore nere.

E’ altrettanto fuori discussione che il mondo pulluli di persone altruiste ed impegnate socialmente, e che una fetta di queste riesca a far del bene senza rivolgersi ad un onnipotente amico immaginario, senza accendere candele e senza prevedere un orribile futuro per chi non oda i bisbigli di questa presenza immaginaria.

Il problema è che la conversazione verteva su altre faccende.
In sostanza, lei ha ricordato che molti sacerdoti capitanati dalla Chiesa aiutano i bisognosi e, con questo, in qualche modo ha contribuito a salvaguardare l’immagine di una Chiesa benevola ed altruista dispensatrice del messaggio di Pace – quando non sia troppo impegnata a dispensare severe ammonizioni.

Analogamente, e voglia abbonarmi il parallelo, nella Germania del dopo Olocausto qualcuno ricordò che molti ufficiali tedeschi capeggiati dalla Schutzstaffel, la milizia nazista, aiutarono i detenuti a fuggire dai campi di sterminio. Confesso che stimo la sua capacità di rilevare del sano nel putrefatto, e di giustificare il putrefatto per mezzo del sano.

E’ un paragone persino prevedibile – una reductio ad Hitlerum se preferisce – ma ritengo delinei bene il concetto. Quelli come me amano spiegare le coincidenze con la Storia, non con le storielle. Uno può dire la cosa più saggia che sia stata mai pronunciata, ma fintanto che non la misura con l’Olocausto nessuno lo ascolta davvero.

Avrà certamente prestato attenzione alle testimonianze di quanti hanno confessato di essere stati vittime di abusi sessuali da parte di sacerdoti.
Avrà pensato che tristi eventi come questi accadono da sempre, ovunque, e che sono cose già note.
Sul piccolo schermo ha visto persone perlopiù anziane, e forse l’inquadratura a mezzo busto non le ha permesso di vederne il luccicone negli occhi mentre scavavano nel passato. Probabilmente non è riuscita nemmeno ad immaginare come dovevano apparire in gioventù, questi signori, quando avevano più capelli in testa e sorridevano più spesso.

Vede, signora, ci sono cose che l’obiettivo di una telecamera non potrà mai ritrarre, ed è per ovviare a questa lacuna che esistono le persone come me.
Chi scrive cerca di evocare una precisa immagine nella mente di chi legge, ed è quello che intendo fare con lei.

Vorrei particolarmente invitarla a sforzarsi di immaginare l’espressione sul volto di questo fanciullo prosternato davanti alle brache calate del suo parroco, mentre si sfila il collarino ecclesiastico.
Ci provi, signora.
Se ha figli le sarà persino più facile figurarlo.
Immagini il primo sguardo del fanciullo alla libidine dell’uomo. La vergogna. La voglia di mettersi ad urlare. E poi i gemiti maturi che sovrastano il singhiozzo puerile. Le lacrime che non riescono ad uscire per quanto gli occhi sono serrati. La rudezza dei gesti. L’artificiosità delle parole. I sogni fanciulleschi sventrati come carcasse di animali, per sempre.

Tanto per abusare della reductio ad Hitlerum di cui sopra: la leggenda narra che, quando gli alleati giunsero a liberare Auschwitz, girando fra gli accampamenti notarono un graffito sul muro di una baracca.
A caratteri tremolanti e fuggitivi, la scritta urlava: "Se Dio esiste dovrà chiedermi perdono."

Non ho difficoltà ad immaginare che, raggiunta la maturità, i ragazzi vittime degli abusi debbano aver pensato qualcosa di simile.
Magari non l’hanno messo per iscritto – almeno non tutti – ma in cuor mio non dubito che l’abbiano pensato.
Lei probabilmente si prostra davanti a Dio ogni giorno per scampare l’inferno ma, vede, queste persone ormai l’inferno lo conservano dentro.
Le fiamme inestinguibili del ricordo bruceranno le loro budella per sempre.

Ci sono persone che dedicano il tempo che lei normalmente sperpera pregando a fare ricerche, ad informarsi, a cercare di diventare meno ignoranti.
I preti altruisti e magnanimi oggetto del suo elogio sono incardinati in una diocesi – sotto l’autorità di un vescovo diocesano o di un superiore religioso – su approvazione della Chiesa cattolica.
Questo lei lo sa benissimo perché, tra le persone intelligenti, si è soliti informarsi sul manager prima di entrare a far parte di una qualsiasi impresa.
E lei, ne sono convinto, si è informata prima di andare in giro a proclamarsi cattolica praticante.
Come ben saprà, quello stato piovra del quale la Chiesa cattolica non è che un tentacolo – il Vaticano – osserva delle sue proprie regole che non coincidono con le norme del codice civile vigenti sulla restante penisola.
Mentre quei bambini subivano le violenze di cui le ho offerto uno scorcio, il Vaticano osservava un regolamento – molto minuzioso – che indicava come comportarsi qualora fosse stata scoperta una “deformazione professionale” come quella della pedofilia.

Questo documento, che va sotto il nome di Crimen sollicitationis, fu scritto in lingua latina nel 1962 dal cosiddetto Sant’Uffizio, che lei ricorderà essere il mandante della Santa Inquisizione.
Quella sorta di pulizia intellettuale – più che spirituale – che vide morire novecentoventi innocenti in Spagna tra il 1540 e il 1700, altri novantasette a Roma tra il 1542 e il 1761, e ventinove malcapitati in Sicilia tra il 1537 e il 1618. Mi fermo, ma potrei riempire intere pagine di cifre simili, magari includendo anche le persone che furono semplicemente condannate a marcire in carcere, e non a bruciare vive come prescriveva il rituale canonico.

Il Crimen sollicitationis prevedeva il giuramento, da parte dei vescovi, di silenzio perpetuo su ogni fatto avvenuto durante un processo per pedofilia.
In sostanza, il fatto doveva restare tra le mura del Vaticano e non raggiungere mai la polizia.

Un caso americano fu particolarmente eclatante. In seguito ad uno scandalo che vedeva un sacerdote accusato di pedofilia, le autorità statunitensi inviarono una lettera al Vaticano con la richiesta di informazioni sul processato. La busta volò oltreoceano e tornò agli uffici della polizia americana praticamente intonsa. Sul fronte era stata apposta una spunta su una delle caselle, quella con la dicitura “Rejected“: rifiutato.

Perché le sia palese che non ho l’abitudine di diffondere pettegolezzi, riporto il paragrafo del Crimen in oggetto:

“Nello svolgere questi processi si deve avere maggior cura e attenzione che si svolgano con la massima riservatezza e, una volta giunti a sentenza e poste in esecuzione le decisioni del tribunale, su di essi si mantenga perpetuo riserbo. Perciò tutti coloro che a vario titolo entrano a far parte del tribunale o che per il compito che svolgono siano ammessi a venire a conoscenza dei fatti sono strettamente tenuti al più stretto segreto (il cosiddetto “segreto del Sant’Uffizio”), su ogni cosa appresa e con chiunque, pena la scomunica latae sententiae, per il fatto stesso di aver violato il segreto (senza cioè bisogno di una qualche dichiarazione); tale scomunica è riservata unicamente al sommo pontefice, escludendo dunque anche la Penitenzieria Apostolica. [ossia: tale scomunica può essere ritirata solamente dal papa, NdT]“

-tratto dal Crimen sollicitationis, paragrafo 11

Come dire: what happens in Vegas, stays in Vegas.
Il paragrafo 61 prevede che, in caso di pedofilia, al sacerdote sia riservata la massima pena, ovvero la scomunica. Il paragrafo 13 stabilisce che il giuramento di silenzio perpetuo riguardo ogni nefandezza avvenuta sia obbligatorio per gli imputati come anche – e questo è rassicurante – per le vittime dei crimini contestati e per gli eventuali testimoni.

E’ cronaca che alcuni sacerdoti accusati di pedofilia, lungi dall’essere scomunicati, abbiano semplicemente subito il trasferimento di parrocchia in parrocchia e che, una volta attirata l’attenzione delle autorità – dacché il gatto perde il pelo ma non il vizio – abbiano preferito la latitanza.

Quando, nel 2006, la BBC tentò di diffondere in Italia il noto documentario “Sex crimes and the Vatican“, che gettava luce sull’argomento, l’opera fu immediatamente censurata e, almeno all’inizio, non andò in onda.
Tuttavia riuscì a circolare mediante Internet, con sottotitoli in italiano frutto di una traduzione amatoriale. Chi non si assopì durante quel periodo ricorderà benissimo la vicenda.
Ai giornalisti della BBC venne chiesto di “chinare il capo e chiedere scusa.”

La RAI, benché inizialmente avesse fatto di tutto per impedire la messa in onda del documentario, alla fine ne acquistò i diritti e lo mandò nelle case degli italiani con Annozero. Va bene la censura, ma per accaparrarsi l’audience si fa questo ed altro.

Avvenire – il giornale dedicato a quelli che come lei, signora, sentono le voci dell’amico immaginario – riservò uno speciale approfondimento alla questione, dove tra gli altri escamotage si precisava – contrariamente a chi sosteneva che il Crimen avesse “lo scopo di coprire gli abusi avvolgendoli in una coltre di segretezza” pena la scomunica immediata – che il paragrafo 16 del documento imponeva al responsabile degli abusi di denunciarli entro un mese.
Più o meno, se mi è concesso un altro parallelismo, come la legge Italiana impone ai mafiosi di pentirsi e di consegnarsi alle autorità pena la condanna all’ergastolo. Com’è noto, i mafiosi prendono alla lettera questo consiglio, e si presentano in massa davanti ai commissariati di polizia per farsi mettere dietro le sbarre – sia pure per qualche anno, che è sempre preferibile all’ergastolo a vita. Chi commette reati, sappiamo, è sempre molto incline a confessarlo.

Avvenire non menzionava, tra le altre cose, che il paragrafo 16 specificava anche a chi doveva essere denunciato il misfatto: all’ordinario del posto o alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Non certo alle autorità locali, che avrebbero sbattuto dentro il pedofilo seduta stante, ma ad una élite che avrebbe mantenuto il “silenzio perpetuo” sul fattaccio.

Lei probabilmente no, signora, ma io ho l’impressione che le smentite, le accuse di complottismo e gli sforzi per arrampicarsi sugli specchi tentati della Chiesa cattolica rasentino il ridicolo. Sono le unghiate di una belva feroce che scava un tunnel per uscire dalla gabbia.

Alcuni dei più pericolosi pedofili col collarino sono ancora in circolazione – in qualche parte del mondo – ed ho il presentimento che la libidine non li abbia abbandonati. Quello che preoccupa davvero le persone, signora, è che il Vaticano non abbia mosso un solo dito per fermarli, o per sottoporli all’opinione pubblica.

Desidererei che tenga ben presente tutto questo mentre guarda la Santa Messa della domenica in televisione, mentre il sovrano dello stato del Vaticano alza il calice e rende grazie. Desidererei che tenga bene a mente l’espressione di goduria sul volto del sacerdote con le brache calate, mentre le lacrime scivolano sul volto del fanciullo.

La imploro a tenere presente tutto questo mentre favoreggia un’istituzione che, per il modo in cui occulta i fatti, non ha nulla da invidiare alla malavita organizzata.

"All' ombra del Castagno".