IL SILENZIO APPARTIENE AI DISONESTI

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Niente più bavagli!

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“Chi tace e piega la testa muore ogni volta che lo fa. Chi parla e cammina a testa alta muore una volta sola”. (Giovanni Falcone)

Un' Altra Voce per PALAGIANO e non SOLO's Fan Box

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mercoledì 27 febbraio 2008

VELTRONI NON VUOL SENTIR PARLARE DI DE MAGISTRIS E LANCIA UN DIKTAT A DI PIETRO: non candidarlo!

Veltroni: «Fuori de Magistris», Tonino accettò.

Veltroni a Di Pietro: molti non ti volevano, ho deciso io. Bindi, Parisi e Polito contrari. De Mita sarà escluso all'ultimo momento per evitare che passi alla Rosa Bianca. Quando si è presentato al loft per siglare l'accordo con il Pd, Antonio Di Pietro era pronto a fare un'altra concessione al Partito Democratico. Tra le sue carte c'era un bozzetto con il simbolo dell'Italia dei Valori e la scritta «per Veltroni». Ma non vi è stato bisogno nemmeno di fare quel passo. Il leader del Pd aveva già deciso per l'accordo. E ai suoi l'aveva spiegata così: «Innanzitutto dobbiamo evitare che Di Pietro vada con la Rosa Bianca, e anche nel caso in cui andasse da solo ricordiamoci che potrebbe attirare tutti i voti dei girotondini e dei sostenitori di Grillo e questo ci porterebbe via consensi». Ragionamento non tanto campato in aria perché tra i molti bozzetti che l'ex magistrato aveva fatto preparare ve ne era anche uno in cui figurava un'elegante rosa bianca. Le condizioni poste da Veltroni a Di Pietro sono state tre. La prima era stata già accettata: fare gruppo parlamentare comune nella prossima legislatura. La seconda anche. Veltroni ha chiesto al leader dell'Italia dei Valori di poter metter bocca sulle sue candidature. Ed è accaduto così che ancor prima dell'incontro al loft il nome di de Magistris, inserito tra le candidature possibili di Idv, venisse cancellato con una bella croce sopra. Terza condizione: poiché il Pd dovrà procedere a un certo rinnovamento, Di Pietro deve promettere che non metterà in lista i parlamentari del Partito Democratico fatti fuori, che non saranno pochi. Alla fine, per esempio, non verrà candidato l'ottantenne Ciriaco De Mita ma per bocciarlo si aspetta l'ultimo momento utile, onde evitare che passi armi, bagagli e voti irpini alla Rosa Bianca. Intesa siglata, dunque. Del resto anche il ministro delle Infrastrutture un suo interesse lo aveva: i sondaggi lo davano oscillante tra il 3,5 e il 4,5 per cento. Insomma, Di Pietro non aveva la matematica certezza di passare il quorum necessario a chi non si apparenta. Veltroni, nel colloquio con il leader dell'Italia dei Valori, è stato franco: «Guarda che una parte del Pd non ti voleva, ma siccome ogni decisione è stata delegata a me io ho stabilito di stringere questo accordo ». Accordo che non piace ad Arturo Parisi («è uno sbaglio»), a Rosy Bindi, a tanti prodiani, a una parte degli ex ppi, ma anche a un personaggio come il senatore Antonio Polito, che dice: «Sono contrario». Ma così è. Quello con Di Pietro è l'unico accordo che Veltroni ha intenzione di siglare. Ai radicali contropropone la vecchia offerta: tre posti nella lista del Pd, a Emma Bonino, Marco Cappato e a uno dei deputati uscenti. La maggior parte del gruppo parlamentare radicale non è insensibile a questa profferta e dicono che anche Bonino sia lusingata. Ma, come sempre avviene in quel partito, non si muove foglia che Pannella non voglia. E il carismatico leader non vuole. Almeno finora, perché Veltroni, Goffredo Bettini e Dario Franceschini non disperano in questi giorni di rendere più malleabile Pannella. Con i socialisti, invece, è guerra aperta. Non vogliono qualche strapuntino? Pazienza, si presentino da soli. «Tra l'altro vedrete che prima o poi qualche socialista verrà», è il convincimento di Veltroni. Ma Enrico Boselli ha intenzione di vendere cara la pelle: «Allearsi con il manettaro Di Pietro e non con noi riformisti? Il Pd vuole cancellarci». E i socialisti meditano già le possibili contromosse: «Ricordate — osserva Roberto Villetti — che questa primavera ci sono anche le amministrative e se noi decidessimo di andare da soli, il Pd perderebbe diverse giunte...».

Maria Teresa Meli 14 febbraio 2008.

PRIMA DEL VOTO, CONOSCERE BENE VELTRONI: UN'OCCASIONE IN PIU'.

“È il 12 giugno del 2002: una scarna nota del comune di Roma informa che il sindaco, Walter Veltroni, «ha revocato dalla carica di consigliere d’amministrazione e presidente della società Trambus il dottor Fabio Petroni».
Le accuse per il dirigente, contenute in un’interrogazione comunale presentata dall’allora diessino Lionello Cosentino e dal coordinatore della maggioranza Silvio Di Francia, e poi finite in un esposto, sono di peculato: Petroni avrebbe «sottratto» 45mila euro, utilizzando «impropriamente» una carta di credito, un cellulare e un’auto aziendali.
Petroni respinge gli addebiti, spiega che quei viaggi erano per lavoro, così come le telefonate e i tanti chilometri percorsi dall’auto aziendale.
Ricorda che quella cifra, 45mila euro, è «comprensiva» degli straordinari pagati agli autisti e delle spese di rappresentanza di 18 mesi di presidenza.
E presenta un «controesposto» in procura contro l’Ad di Trambus Filippo Allegra e gli assessori comunali al Bilancio e ai Trasporti, Marco Causi e Mario Di Carlo, chiedendo di «verificare se nel loro comportamento possano ravvisarsi pressioni per convincerlo a dimettersi».
Eppure, circa due settimane dopo, il primo luglio, Petroni finisce indagato per peculato.
Da quei giorni di accuse al vetriolo sono passati alcuni anni.
Fabio Petroni ha cambiato lavoro e città, se n’è andato a Londra, ha messo sé stesso e le sue idee al servizio di una società di trasporti low-cost, la Terravision, che partendo proprio nel 2002 con la tratta Roma-Ciampino collega oggi molti aeroporti europei alle rispettive città: Vienna, Londra, Milano, Firenze, Dublino.
E qualche tempo fa Petroni, a Roma, ha battezzato la Fondazione europea contro gli abusi di potere, finanziata con il risarcimento ottenuto per un errore giudiziario.
Della vicenda di Trambus, anche in conferenza stampa Petroni ha preferito non parlare.
«Non vorrei commentare questo procedimento fino a che non sarà concluso», ha spiegato, spingendosi a ringraziare Veltroni per «avermi ignominiosamente rimosso, consentendomi di avere successo in Gran Bretagna», e limitandosi a ricordare che nel frattempo l’accusa di peculato è stata derubricata in appropriazione indebita.
L’ex numero uno di Trambus resiste insomma alla tentazione di togliersi il sassolino dalla scarpa, ma si concede un fugace riferimento all’«opacità» delle gare d’appalto nel settore trasporto a Roma, riscontrata anche dall’Antitrust.
In mancanza di altri riferimenti, basta un salto sul sito internet dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato per scoprire che, in effetti, a novembre scorso è stato aperto un provvedimento (il numero 14830) per «presunte distorsioni della concorrenza nel trasporto pubblico locale», relativamente a un bando di gara del Campidoglio per i servizi aggiuntivi di trasporto pubblico.
Un’appalto da quasi 190 milioni di euro, per il quale l’anno scorso l’unica domanda è stata presentata dalla stessa associazione temporanea d’imprese che aveva già vinto nel 2001.
Battendo, quella volta, anche Trambus, che presentò invano, per iniziativa del suo vecchio presidente, ricorso al Tar.
Sfogliando i dati del provvedimento dell’organismo presieduto da Antonio Catricalà, si scopre che l’Authority ha ritenuto gli elementi «suscettibili di configurare un’intesa restrittiva della concorrenza», e sufficienti per avviare un’istruttoria, che si concluderà entro il 31 dicembre prossimo: la guardia di finanza, peraltro, avrebbe già sequestrato la documentazione relativa alla nuova - e alla vecchia - gara d’appalto.”

M. Malpica, pubblicazione nr.49 del 27 febbraio 2008 de ilGiornale.it

lunedì 25 febbraio 2008

IL MISTERO DI PIETRO-VELTRONI

Ci sono i delusi della sinistra arcobaleno: non pensavano che il «corriamo da soli» di Walter Veltroni valesse solo per loro.
C’è chi si chiede se questo non sia il preludio di un ritorno al partito dei giudici.
E chi invece ne fa un problema di coerenza rispetto a quella che fino a giovedì sembrava l’ossessione di Walter Veltroni: partiti omogenei per maggioranze di governo solide.
L’ingresso di Antonio Di Pietro nel Pd, (liste apparentate alle elezioni e poi gruppi parlamentari unici) ha creato scompiglio nel centrosinistra. Rimane la delusione di Silvio Berlusconi.
Che vede sfumare la possibilità di varare alcune riforme con un consenso ampio.
Quella della giustizia, «a questo punto ha poche possibilità di riuscita», ha osservato ieri il Cavaliere, «molto stupito» per la scelta di Veltroni «di mettersi con il giustizialista Di Pietro che ha una storia drammatica e terribile alle spalle».
Tranchant la conclusione di Berlusconi: «Aveva detto che correva da solo, si è rimangiato la parola...».
Sempre tra gli avversari politici del Pd, c’è il disincanto di Gianfranco Fini: Veltroni «fa finta di voler far correre il Partito democratico da solo, ma poi è costretto a imbarcare Di Pietro, mentre a Roma si prepara all’ammucchiata con la sinistra radicale».
Ma la novità della bicicletta, Pd-Italia dei valori potrebbe essere ricordata come il primo incidente nella storia del nuovo partito della sinistra.
Perché le critiche sono arrivate anche dall’interno.
Ad esempio quelle di Europa, che teme per la tenuta del governo.
E alle quali replica direttamente l’ex pm: «Veltroni può vincere e governare bene, senza pugnalate alle spalle».
Persino Massimo D’Alema sembra rendersi conto delle difficoltà.
Ieri ha spiegato che l’accordo è in funzione di un ingresso di Italia dei valori nel Pd; che la decisione era stata presa già da qualche tempo, ma che il tutto è stato bloccato da una «rottura traumatica».
Quindi la frattura tra Di Pietro e Mastella.
Ma i danni maggiori sono appena fuori dal recinto del Pd.
Tra gli alleati attuali e potenziali colleghi di maggioranza in futuro.
La sinistra arcobaleno è intervenuta al massimo livello, con Fausto Bertinotti che chiede al Pd di «giustificare» una scelta che gli appare «incomprensibile».
«Dopo aver tanto parlato di omogeneità programmatica - osserva il leader di Rifondazione comunista - posso ricordare che il Pd ha votato per l’indulto e Di Pietro contro? Mi pare una contraddizione - aggiunge il candidato premier dell’Arcobaleno - fra l’affermazione sulla omogeneità e i comportamenti tenuti in questa legislatura, non in un’altra, e non solo su questo punto dell’indulto».
Si tratta, per Bertinotti, di «un’alleanza che rende meno limpida la scelta di correre da solo che il Pd ha annunciato.
Qui c’è un ammiccamento al risultato elettorale a costo di qualche sacrificio della linearità». Insomma l’esatto opposto rispetto a quello che vorrebbe rappresentare Walter Veltroni.
Il caso Di Pietro ha gettato benzina sul fuoco della polemica Pd-Socialisti, particolarmente violenta, dopo che D’Alema ha accusato Enrico Boselli di settarismo, perché non vuole entrare nel Pd.
«Non ci si può neppure dire che il Pd non fa alleanze perché ha appena contraddetto questa scelta», osserva lo stesso Boselli.
Anche Gavino Angius, ex esponente dei Ds approdato ai socialisti critica la scelta di includere Di Pietro. E dà ragione a Bertinotti sull’incoerenza mostrata da Veltroni.
E, sempre dallo stesso partito, Valdo Spini mette in dubbio il valore politico dell’operazione: «Si dice di no all’apparentamento con una forza di sinistra, riformista come il Partito Socialista, e si dice invece di sì all’apparentamento con una formazione politica, che tutto è fuorché di sinistra, come l’Italia dei valori di Antonio Di Pietro».
A.S. da ilGiornale.it

domenica 24 febbraio 2008

Politica: Arte di governare gli stati, Amministrazione della cosa Pubblica!!

In tutto questo marasma dei partiti, in una fase così confusa dove il Berlusca denuncia Veltroni di aver ricopiato il suo programma elettorale, in un contesto in cui non si capisce più il motivo per il quale i politici di sinistra tartassano gli operai mentre gli uomini di destra vogliono emanare leggi che vanno incontro alla detassazione dei redditi aggiunti quali straordinari, ICI etc. In una fase storica dove l'identità ideologica dei partiti pare ormai talmente superata che si guarda alla dottrina politica del partito, come a una fotografia ingiallita, che non può essere buttata solo perché carica di legami affettivi. In tutta questa odissea politica che sta vivendo la nostra bella ITALIA, esistono ancora partiti che sono baluardi delle ideologie e delle dottrine politiche, rispettivamente di destra e di sinistra? Esistono ancora dei modi di concepire la politica intesa come strumento per la realizzazione di programmi tesi a sviluppare un territorio secondo modelli di pensiero di destra o di sinistra? Spero di sbagliarmi! Ma IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO!

venerdì 15 febbraio 2008

SAGGIO SULLA CAPACITA’ DI COMUNICARE, offerto da Cavallo

Pubblichiamo la prima lezione impartita dall’ amico Massimiliano Cavallo riguardo alle tecniche della comunicazione.
Ci impegneremo a fare il possibile per imparare bene quello che desidera insegnarci.
Intanto una cosa l’abbiamo già imparata: la propaganda di se medesimo.
Grazie Cavallo.
"ROMA - Il tam tam online nasce a pochi metri dalla residenza del Cavaliere. Nel suo stesso palazzo Grazioli. E' la sede della società Running, dove alcuni giovani seguono un master di comunicazione politica. E' uno di loro, Massimiliano Cavallo, che ha l'idea. Realizza un blog a tempo di record: "Sonouncoglione. splinder. com". Dopo qualche minuto il passaparola inizia la sua corsa sul web. Non serve aspettare. La replica all'insulto di Berlusconi è in tempo reale. Spontanea, sconcertata, sarcastica. La pagina creata dall'uomo della porta accanto, e in questo caso non è un gioco di parole, raccoglie migliaia di interventi. "Coglioniamoci tutti assieme", è l'invito. "Dai retta a un coglione" l'esortazione. Negli stessi minuti, una catena di sms inizia a danzare da un telefonino all'altro: "I coglioni si incontrano stasera alle 20 a Palazzo Chigi. Fai girare". Gli "autoconvocati" si ritrovano in serata, e rispondono all'appello non più virtuale di scendere in piazza. A Roma, dove arrivano a centinaia, ma anche a Bologna, Firenze, Napoli, Bari, Milano, Palermo. Tanta rapidità, forse, preoccupa qualcuno. A Palazzo Grazioli, negli uffici della società, arrivano anche i carabinieri. Trovano il presidente Paolo Guarino. Gli chiedono da chi è stata convocata la manifestazione. "Tutto è partito dal blog, qui si studia comunicazione politica, mi pare che questi ragazzi abbiano fatto centro". A Milano, in piazza della Scala, si mobilitano per un presidio i giovani della Rosa nel pugno per protestare contro il premier. "Signor presidente sono un coglione", "Fiero di essere un coglione e votare a sinistra": sono alcuni degli slogan esposti dai militanti, tra la sorrpeesa e il divertimento delle persone in piazza per assistere a un concerto di un'orchestra jazz che suona ai piedi del monumento a Leonardo da Vinci.
In tutta la Rete, intanto, la piazza virtuale si gonfia. Mezz'ora dopo l'attacco del premier, Kataweb lancia una petizione online. Sotto il titolo "Coglioni o orgoglioni" chiede ai visitatori del portale di autodenunciarsi, e di firmare perché il presidente del Consiglio chieda scusa. La risposta è massiccia, alle 21 le firme sono già più di dodicimila. Nei post che accompagnano l'adesione, la rabbia si alterna all'ironia, la sorpresa all'indignazione. In poche ore "Io sono un coglione" diventa uno slogan, un segno di appartenenza. Trova il suo logo, scaricabile da Kataweb, sulla falsariga del celebre smile: "Coglione? No, orgoglione". Va avanti così fino a sera, a tarda notte. La metamorfosi si compie rapidamente. L'offesa del Cavaliere è diventata un motivo di orgoglio. I giochi di parole sono infiniti. La fantasia si scatena. Lo sberleffo ("Tette, culi e coglioni li vediamo ogni giorno dalle sue televisioni") si unisce all'amarezza ("Che statista, che figura per l'Italia"). C'è la passione politica ("I coglioni li tiriamo fuori domenica prossima") e c'è il silenzio di tanti che scrivono solo "no comment", perché rimasti stupefatti. Ma in ognuno dei messaggi che allungano la lista della petizione si legge in controluce una sola frase: "Ora basta". Con il disincanto finale di chi accompagna la sua firma con la più retorica delle domande: "Cosa vi aspettavate da uno che si vanta di fare il playboy con una ministra finlandese e fa le corna ad un summit europeo?".
Da laRepubblica.it, di Marco Bracconi (5 aprile 2006)

mercoledì 13 febbraio 2008

VELTRONI E LE SUE VERITA' NASCOSTE: LO CONOSCONO BENE SOLO I SUOI CONCITTADINI.

Pubblichiamo, qui di seguito, una simpatica osservazione che ci ha fatto giungere in email Rasha.
Rasha è autore del blog “I Corvacci” ed ha voluto raccontarci quello che il Sindaco di centro-sinistra della sua città ha compiuto nella durata del suo secondo mandato.
Buona lettura e buon divertimento…

“C’è un ulteriore sviluppo sui lavori, anzi sui non-lavori.
Stanno smontando i ponteggi, i lavori sugli obelischi sono finiti, senza che mai si sia presentato un operaio, senza un secchiello o strumento portato lì: solo il montaggio dei tubi innocenti e il montaggio dei teloni per la pubblicità che è piovuta alternandosi ogni due mesi.
Ora smontano tutto fingendo che i lavori siano finiti, ma è una truffa.
Già l’ex assessore La Regina aveva dichiarato che gli obelischi non necessitavano di manutenzione, e infatti stavano benissimo.
Io passo ogni mattina per andare a lavorare davanti all’obelisco di S.Giovanni che sta lì dall’estate del 2005, quando hanno montato i ponteggi, e non ho mai visto un operaio.
Per scrupolo ho chiesto ai negozianti che stanno lì di fronte e hanno confermato l’inghippo.
Dunque il Comune di Roma si è comperata la Zetema, azienda internazionale e multinazionale con sede a Matera, di dubbia trasparenza che si occupa di tutto e di niente.
Ad essa affida tutto: dalle mostre del cinema, alle notti bianche, al restauro dei monumenti.
Poichè hanno operai stipendiati, se incartano un monumento e lo scartano non gli costa un soldo di più, per cui la pubblicità appiccicata sopra, che remunera dai 25 ai 50000 € al mese se la beccano senza colpo ferire.
Riporto un articolo che può interessare, visione politica a parte:
Chiarezza sul restauro dell’ Obelisco del Foro Italico
- Da parecchio tempo tutti i romani che passano sul ponte Duca d’Aosta si saranno accorti dei ponteggi che da mesi nascondono il monolite, simbolo del Foro ”Italico”. Molti avranno pensato a un restauro , io invece sono stato scettico sin dal primo istante. Oggi sulla posta elettronica ho trovato un messaggio inviatomi dall’ ufficio stampa del consigliere comunale e vicepresidente della Commissione Sport: leggendo l’allegato ho avuto la conferma di non essere l’unico ad aver pensato che questo ” restauro ” dell’obelisco fosse solo la cancellazione delle scritte alla base. All’ esterno dell’ area di cantiere non compare, contrariamente alle attuali disposizioni di legge, il cartello con le note tecniche, come la data di inizio e di consegna dei lavori, e che al contrario di casi simili per il restauro di monumenti storici, come da delibera comunale, dovrebbe essere fedelmente riprodotta, almeno su un lato, l’immagine di come apparirà l’opera una volta ripulita e riconsegnata alla cittadinanza. Hanno forse qualcosa da nascondere? -
Ed ora l’intervista a La Regina, lo storico sovrintendente archeologo di Roma, il famoso «signorNo», noto per le sue impuntature sul fronte della tutela dei beni, ricorda che c’è un bene spesso trascurato e vilipeso, il paesaggio. «I cittadini hanno il più sacrosanto diritto a poterne usufruire liberamente, senza essere colpiti e annientati da questo scatenamento di spot pubblicitari contro il paesaggio, un’invadenza sempre più ossessionante che ha un solo risultato: lo scempio».
- Professor La Regina, gli obelischi impacchettati fanno parte di un programma di monitoraggio e di eventuale restauro… «Ma non prendiamoci in giro. I restauri sono solo un pretesto per poter affiggere pubblicità. Sono un oscuramento che è un vero e proprio abuso…». -
Infatti in nessun obelisco compare un cartello, perchè i lavori non sono stati fatti.
Ma se con l’inghippo facessero almeno delle opere per i bisognosi chiuderemmo un occhio, invece se l’imbosca la giunta comunale.
Che ci vorrebbe a fare mini-mini-appartamenti in periferia, come fanno in Cina per dare case a tutti, costerebbero pochissimo e non ci sarebbe gente in mezzo alla strada.
In Cina fanno appartamenti da 16 a 40 mq, secondo la grandezza della famiglia, senza mattonellati o cavolate varie, con un solo bagno per piano.
La gente che dorme per strada in genere sono malati che non sopportano di dormire in camerate, devono stare da soli, ma non per questo meritano di morire.
Un’unica stanzetta con angolo cottura e un bagnetto costerebbero davvero poco.
Invece Veltroni lamenta che con la vendita delle case comunali si è realizzato poco, grazie le ha svendute ai politici e a parenti e amici dei politici.
Comunque tanto o poco non ha fatto una casa.
In compenso finge di fare lavori che non fa ascrivendoli sul bilancio per lo stato, e promette case a iosa, ma sono dieci anni che le promette e non le fa.
Queste spese fasulle, che sono invece un guadagno le ascrive sul bilancio allo stato, Bilancio che a noi però non fa vedere, che non pubblica su internet.
NOI ABBIAMO IL DIRITTO DI SAPERE COME IL COMUNE E LO STATO SPENDE I NOSTRI SOLDI.
Vogliamo i bilanci dello stato e dei comuni e delle aziende statalizzate e municipalizzate.
Negli altri stati europei i bilanci sono on line, e in certi stati lo sono pure gli stipendi, gli immobili posseduti e la dichiarazione dei redditi di ogni politico.
Da noi invece vige una casta spocchiosa e arrogante che domina, a dx e a sx, con la complicità di giornali e Tv pagati dal potere.
Per cui gli scandali non vengono a galla, per cui vogliono bloccare internet come unica fonte di vere informazioni, per cui dx e sx sono collusi tra loro per il mantenimento del potere, per cui colludono con l’Opus Dei e la mafia.
I nostri politici sono ricchi come emiri e la gente dorme per strada, e le famiglie fanno debiti perchè non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese, e i migliori cervelli espatriano e la mondezza ci ricopre a tutti per le collusioni mafiose.
Hanno rovinato la nostra bella Italia, fino a quando continueremo a tifare per i partiti?”

Di Rasha, amico del nostro blog ed autore de “I Corvacci”.
Al resto ci penseremo nei prossimi giorni...

SINISTRA ARCOBALENO, i Giovani comunicano:

Prendiamo atto che a Plagiano la trasparenza e la partecipazione sono solo slogan di comodo!!!

Non appena qualcuno si "permette" di contestare il sovrano viene subito tacciato (se gli va bene di ignoranza e presunzione).
Noi che siamo gente umile e comunque non ci facciamo intimidire, a cui piace studiare prima di parlare puntualizziamo alcune cose.

Noi non facciamo questione di persone ma questione di correttezza amministrativa TUTTI I GIOVANI DISOCCUPATI HANNO DIRITTO AD UN LAVORO DIGNITOSO!!!

1) A proposito di trasparenza le delibere sono pubbliche e tutti hanno diritto di sapere.

2) Devono essere affisse per legge all'albo pretorio.

3) Il sindaco dovrebbe rendere pubbliche anche sul web tutti i suoi STAFFISTI, COLLABORATORI ESTERNI, INCARICHI DI CONSULENZA con i relativi COSTI.

*legge n° 662/1996 art. 1 comma 127, ulteriormente integrata dal Decreto Bersani/2006 art.34 e dal Decreto Leglislativo 165.*

Non ce l'abbiamo con chi è stato assunto e non mettiamo in dubbio le professionalità e le capacità delle persone individuate.
Questa delibera è stato solo un esempio, infatti, ce ne sono tante altre simili in questi anni.

QUELLO CHE SI CONTESTA E' IL METODO ADOTTATO...TUTTI DEVONO AVERE LA POSSIBILITA' DI FAR CONOSCERE LE PROPRIE COMPETENZE E CONFRONTARLE CON GLI ALTRI POSSIBILI CANDIDATI... perchè la norma dà solo la facoltà di assumere persone di fiducia, ma qui a Plagiano di questa facoltà è stato fatto uno scempio.

CE N'EST QU'UN DEBUT.....

I giovani della SINISTRA L'ARCOBALENO.....

lunedì 11 febbraio 2008

VELTRONI, L'UOMO CHE LE AVEVA GIA' STUDIATE TUTTE!

“Non c’è più tempo per gingillarsi tra statuto e altre formalità.
Per chi non l’avesse ancora capito, ci sono le elezioni.
E ci giochiamo tutto”.
Pronunciate nel loft del Circo Massimo, le parole di Goffredo Bettini hanno sbattuto in faccia agli altri azionisti del Partito democratico la scomoda verità.
Altro che primarie, altro che candidature scelte collegialmente: nel partito comanda lui, Walter Veltroni, detto Walterissimo.
Tutto il resto è noia.
Dunque il Partito democratico sarà a immagine e somiglianza del suo leader.
Le elezioni anticipate sono un’occasione troppo ghiotta.
A cominciare dalle candidature.
L’escamotage per ridimensionare le correnti di Massimo D’Alema, Franco Marini e Romano Prodi, che attraverso Enrico Letta insistevano sulle primarie per selezionare i candidati, è già stato individuato: saranno i segretari regionali, regolarmente eletti appunto attraverso le primarie, a produrre delle proposte di lista, che poi verranno limate a livello centrale.
Liste, insiste Veltroni, che dovranno certificare l’alternanza tra uomini e donne; molto più del rapporto 65-35 proposto anche dal viceleader, Dario Franceschini.
Una novità che da sola porterebbe al rinnovamento di circa un terzo del personale parlamentare del Pd.
Una rivoluzione rosa, anzi rosa shocking.
A pagarne le conseguenze saranno senatori e deputati con tre mandati alle spalle, tranne una trentina di big tra i quali vanno compresi, oltre a D’Alema e Marini, ministre, ex ministre e donne di punta come Rosy Bindi, Anna Finocchiaro, Livia Turco, Barbara Pollastrini.
Non riotterranno la poltrona personaggi come Luciano Violante, Ciriaco De Mita, Anna Serafini, Sergio Mattarella e altri.
Resteranno fuori dalle liste anche molti di quei parlamentari (e sono circa il 75 per cento) alla loro prima o seconda legislatura.
Dalemiani e mariniani, in gran parte.
Sostituiti dall’onda lunga veltroniana.
E già, perché la base organizzativa del programma elettorale democratico è sintetizzabile in un titolo: “Veltroni pigliatutto”.
E non solo nel partito.
Il sindaco di Roma uscente punta anche a liquidare quel che resta della vecchia Unione, a cristallizzare la sua influenza nel sindacato, a imporsi nella società civile, imprenditori compresi.
Con l’obiettivo di conquistare il controllo assoluto della sua metà campo, consacrando la sua leadership a danno del resto del mondo politico.
Pazienza se a spese degli amati-odiati compagni di sempre.
Compagni che sbagliano, per la nuova dottrina veltronista.
Come D’Alema, che insisteva sull’alleanza con la sinistra radicale almeno per il Senato.
Ma Walterissimo lo ha stoppato, e con lui ha stoppato prodiani e mariniani che lo sostenevano.
“Niente pasticci, andremo da soli anche a Palazzo Madama” ha imposto.
“A fronte di 18 partiti ci sarà il Pd, che correrà da solo”. Punto.
Il segretario democratico intende usare le elezioni per distruggere i “nanetti” (corresponsabili con le loro intemperanze e i loro diktat del fallimento prodiano), mettendoli di fronte a un dilemma: entrare dentro il Pd ammainando le loro bandiere o misurarsi con le severe soglie di sbarramento del Porcellum per le forze non coalizzate (3 per cento alla Camera e 8 al Senato).
Quanto alla sinistra radicale, che si è appena federata nella Sinistra arcobaleno, a Veltroni proprio non interessa: “Le nostre posizioni sono obiettivamente diverse”.
Anzi, contro Bertinotti e compagnia il Partito democratico è pronto a lanciare una campagna di propaganda sul voto utile.
À la guerre comme à la guerre: si spiegherà che dare consenso alla Cosa rossa significherebbe in definitiva rafforzare il centrodestra.
Peraltro, secondo le proiezioni in mano a Bettini, la corsa in solitaria consentirebbe al Pd di conquistare addirittura più parlamentari degli attuali 280.
Più liste non riusciranno a superare gli sbarramenti, meglio sarà per il Pd, che potrà utilizzare anche i loro resti.
Né a Veltroni mancheranno i soldi, finalmente.
Grazie alle elezioni anticipate, i rimborsi elettorali (tra 6 e 8 milioni di euro per le elezioni politiche) finiranno da subito nelle casse del Pd rette dal veltroniano Mauro Agostini.
Se invece la legislatura fosse andata avanti, i rimborsi avrebbero continuato a finire in quelle, ancora funzionanti, della Quercia e della Margherita, poiché il finanziamento “fotografa” per tutta la legislatura il panorama del giorno successivo al voto.
E i rispettivi tesorieri, il rutelliano Luigi Lusi e il dalemiano Ugo Sposetti, si sono rivelati fin qui piuttosto tirchi con Veltroni; soprattutto il secondo, ancora alle prese con i debiti milionari da ripianare del vecchio Pci-Pds-Ds.
Non solo: grazie a una leggina del 2006, anche in caso di scioglimento anticipato della legislatura le forze politiche incassano i rimborsi per l’intero quinquennio.
Per gli ex Ds-Margherita fanno un “regalo” di circa 20 milioni, gran parte dei quali non potrà che essere girata ad Agostini.
Procede, intanto, la campagna acquisti di Walter.
Alla Rai, il punto di riferimento veltroniano più recente è David Sassoli (il prodiano direttore del Tg1 Gianni Riotta è avvisato).
Per il mondo delle imprese è invece Pierluigi Toti.
Insieme a Francesco Gaetano Caltagirone, Toti è il massimo rappresentante della genia di costruttori romani assai contenti della gestione urbanistica del sindaco di Roma.
Non a caso, Veltroni ha annunciato che si dimetterà da sindaco “subito dopo aver approvato il piano regolatore”.
E magari dopo aver controllato lo stato dei lavori della linea C della metropolitana e della Città dello sport in costruzione a Tor Vergata, entrambe affidate al tandem Toti-Caltagirone.
Il secondo è anche patron di Messaggero, Mattino e Gazzettino; sebbene nella versione di editore Veltroni preferisca Carlo De Benedetti, tessera del Pd “numero uno”.
La ricca tornata di nomine pubbliche prevista per il dopo voto consentirà a Veltroni di rinsaldare la presa sul mondo economico.
Anche se al governo ci sarà il centrodestra, l’interlocutore di Palazzo Chigi per la scelta dei nuovi boiardi sarà lui.
Poi c’è il sindacato.
Cisl e Uil, o almeno i loro gruppi dirigenti, sono certamente non ostili al Partito democratico.
La Cgil, invece, sembrava prendesse una rotta ancor più di sinistra.
Ma grazie al lavoro silenzioso del segretario Guglielmo Epifani, uno che sente Veltroni tutti i giorni, le cose hanno preso una piega diversa.
Il sigillo alla fatica veltroniana è la rinuncia di Paolo Nerozzi, potentissimo uomo di tessere e d’apparato, a sostenere la Sinistra democratica di Fabio Mussi e con essa la Cosa Rossa.
A Bertinotti non resta che mezza Fiom, quella dei metalmeccanici di Gianni Rinaldini.
Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio (fondata esattamente 40 anni fa, nel ‘68), sta invece curando i rapporti (piuttosto tesi ma in via di chiarificazione) con il Vaticano.
Quanto agli economisti, Michele Salvati resta il numero uno.
Ma avanza come un carro armato Tito Boeri, inventore del sito Lavoce.info, il più autorevole diffusore di opinioni di politica economica in Italia, spesso controcorrente.
E Veltroni, si sa,ama internet e andare controcorrente.
Un po’ come Prodi.
Il Prof ha scelto di non ricandidarsi.
“Mi dedicherò ai nipoti” ha annunciato.
E però è già pronta per lui la presidenza del Mulino, il think-tank più influente d’Italia.
Poltrona culturale e di prestigio, dalla quale il Prof potrà discettare sulle sorti del Paese in attesa di una rivincita politica e personale, si può star certi, che egli medita.
Approdo futuribile al Quirinale. Veltroni permettendo.
E la storia si ripeterà ancora….come sostengono Brusadelli e Puca.

venerdì 1 febbraio 2008

MASTELLA: QUELLO CHE POCHI RACCONTANO.

fonte: Mauro Montanari, Corriere d'Italia/News ITALIA PRESS

Storia di un giornale di partito e una "famiglia come le altre", raccontata dal Direttore del Corriere d'Italia Mauro Montanari.

Il Ministro della Giustizia, Clemente Mastella e sua moglie Sandra Lonardo hanno due figli, Elio e Pellegrino.
Pellegrino è sposato a sua volta con Alessia Camilleri.
Una bella famiglia come le altre, ma con qualcosa in più.
Per sapere cosa, partiamo dal partito di Clemente che, come i più informati sanno, si chiama Udeur.
L'Udeur, in quanto partito votato dall'1,4% degli italiani adulti, ha diritto ad un giornale finanziato con denaro pubblico.
Si chiama "Il Campanile".
Il giornale tira circa cinquemila copie, ne distribuisce 1.500, che in realtà vanno quasi sempre buttate.
A che serve allora -direte voi- un giornale come quello?
Serve soprattutto a prendere contributi per la stampa.
Ogni anno Il Campanile incassa un milione e 331mila euro.
E che farà di tutti quei soldi, che una persona normale non vede in una vita intera di lavoro?
Anzitutto l'editore, Clemente Mastella, farà un contratto robusto con un giornalista di grido, un giornalista con le palle, uno di quelli capace di dare una direzione vigorosa al giornale, un opinionista, insomma.
E così ha fatto.
Un contratto da 40mila euro all'anno.
Sapete con chi?
Con Mastella Clemente, iscritto regolarmente all'Ordine dei Giornalisti, opinionista e anche segretario del partito.
Ma è sempre lui, penserete.
Che c'entra?
Se è bravo. non vogliamo mica fare discriminazioni antidemocratiche.
Ma andiamo avanti.Dunque, se si vuol fare del giornalismo serio, bisognerà essere presenti dove si svolgono i fatti, nel territorio, vicini alla gente.
Quindi sarà necessario spendere qualcosa per i viaggi.
Infatti Il Campanile ha speso, nel 2005, 98mila euro per viaggi aerei e trasferte.
Hanno volato soprattutto Sandra Lonardo Mastella, Elio Mastella e Pellegrino Mastella, nell'ordine.
Tra l'altro, Elio Mastella è appassionato di voli.
Era quello che fu beccato mentre volava su un aereo di Stato al gran premio di Formula Uno di Monza, insieme al padre, Clemente Mastella, nella sua veste di amico del vicepresidente del Consiglio, Francesco Rutelli.
Ed Elio Mastella, che ci faceva sull'aereo di Stato?
L'esperto di pubbliche relazioni di Rutelli, quello ci faceva!
Quindi, tornando al giornale e alle destinazioni, dove andranno a fare il loro lavoro i collaboratori de Il Campanile?
Gli ultimi biglietti d'aereo (con allegato soggiorno) l'editore li ha finanziati per Pellegrino Mastella e sua moglie Alessia Camilleri Mastella, che andavano a raggiungere papà e mamma a Cortina, alla festa sulla neve dell'Udeur. Siamo nell'aprile del 2006.
Da allora -assicura l'editore- non ci sono più stati viaggi a carico del giornale.
Forse anche perché è cominciata la curiosità del magistrato Luigi De Magistris, sostituto procuratore della Repubblica a Catanzaro, il quale, con le inchieste Poseidon e Why Not, si avvicinava ai conti de Il Campanile.Ve lo ricordate il magistrato De Magistris?
Quello a cui il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, mandava tutti quei controlli, uno ogni settimana, fino a togliergli l'inchiesta? Ve lo ricordate? Bene, proprio lui!
Infine, un giornale tanto rappresentativo deve curare la propria immagine.
Infatti Il Campanile ha speso 141mila euro per rappresentanza e 22mila euro per liberalità, che vuol dire regali ai conoscenti.
Gli ordini sono andati tra gli altri alla Dolciaria Serio e al Torronificio del Casale, aziende di Summonte, il paese dei cognati del ministro: Antonietta Lonardo (sorella di Sandra) e suo marito, il deputato Udeur Pasquale Giuditta.Ma torniamo un attimo agli spostamenti.
La Porsche Cayenne (4000 di cilindrata) di proprietà di Pellegrino Mastella fa benzina per duemila euro al mese, cioè una volta e mezzo quello che guadagna un metalmeccanico.
Sapete dove?
Al distributore di San Giovanni di Ceppaloni, vicino a Benevento, che sta proprio dietro l'angolo della villa del Ministro, quella con il parco intorno e con la piscina a forma di cozza.
E sapete a chi va il conto?
Al giornale Il Campanile, che sta a Roma.
Miracoli dell'ubiquità.La prossima volta vi racconto la favola della compravendita della sede del giornale.
A quanto è stata comprata dal vecchio proprietario, l'Inail, e a quanto è stata affittata all'editore, Clemente Mastella.
Chi l'ha comprata, chiedete?
Due giovani immobiliaristi d'assalto: Pellegrino ed Elio Mastella.

lunedì 14 gennaio 2008

PALAGIANO: L'OPPOSIZIONE C'E' E SI FA' SENTIRE !!!

Pubblichiamo, integralmente, il COMUNICATO STAMPA inviato via email dalle forze politiche della coalizione di centrodestra di Palagiano.
Ringraziamo il mittente per la gentile concessione.

"Forza Italia, Alleanza Nazionale ed il Futuro denunciano la grave situazione in cui versa il Comune di Palagiano. Contrariamente a quanto diffuso sulla stampa dal Sindaco Ressa nei mesi scorsi, gli eventi di questi giorni dimostrano la profonda ed irreversibile crisi che investe l'Amministrazione Comunale di Palagiano.
Un'Amministrazione Comunale che in questo primo scorcio di legislatura si è caratterizzata solo ed unicamente per i dissidi e le lotte intestine alla maggioranza, con continui capovolgimenti degli equilibri interni, tanto che lo stesso Ressa non è più nelle condizioni di comprenderne le dinamiche.
Infatti, dopo il ritiro delle deleghe assessorili dello scorso settembre e la successiva parziale riattribuzione, è di questi giorni la notizia delle dimissioni di Giacomo Di Pietro, già Vicesindaco ed Assessore ai lavori pubblici per oltre cinque anni, "faro" della 1^ Amministrazione Ressa, cui è seguita la dichiarazione del Sindaco che preannuncia una nuova Giunta Comunale.
Siamo a soli sei mesi dall'insediamento, eppure la maggioranza di sinistra appare già logorata al punto tale da rendere auspicabili, per il bene di Palagiano, nuove elezioni...
Esponenti della maggioranza, o di quel che ne rimane, parlano di "Fiducia tradita", di accordi pre-elettorali non rispettati, di equilibri da salvaguardare, non si parla invece in alcun modo di come affrontare la grave crisi finanziaria in cui versa il Comune di Palagiano, così come non si parla in alcun modo di bandire concorsi pubblici per la copertura dei posti resisi vacanti a seguito dell'andata in pensione di numerosi funzionari e dipendenti comunali.
I Cittadini di Palagiano è bene che sappiano della grave situazione in cui versa, volutamente, l'apparato burocratico del Comune, nel tentativo di stabilizzare qualche portaborse o convenzionato, qualche amico degli amici pronto a spendersi nelle prossime campagne elettorali. Altro che meritocrazia, altro che pari opportunità e trasparenza, fino ad oggi abbiamo assistito all'occupazione totale del potere e delle possibilità lavorative nel nostro Comune.
Non un posto di lavoro è stato creato per i meritevoli giovani di Palagiano; per qualche "fortunato" solo la precarietà di un impiego in qualche Cooperativa sociale, sempre le stesse, profumatamente sovvenzionate dal Comune di Palagiano con oltre 1 miliardo di vecchie lire l'anno.
Eppure, nonostante la grave situazione amministrativa, Ressa non smette di fare demagogia, di promettere cose irrealizzabili come la mensa biologica (già bocciata la sua realizzazione per i costi eccessivi, non sopportabili dalle casse comunali) o cose inopportune come l'acquisto per 800mila euro del "Castello", da realizzarsi secondo Ressa con l'ennesimo ricorso al mutuo presso la Cassa Depositi e Prestiti.
Altro che volontà di risanare le finanze pubbliche!!
Altro che conti quasi risanati!!
Dopo aver raccontato in campagna elettorale la favoletta di Palagiano, Comune virtuoso, in soli sei mesi, grazie al lavoro costante e puntuale dell'opposizione di centrodestra (F.I., A.N. e Futuro) si è potuto appurare in primis dell'esistenza di una pronuncia della Corte dei Conti dell'aprile 2007 che decretava lo sforamento del patto di stabilità da parte del Comune di Palagiano nell'anno 2005, pronuncia nota al Sindaco e da questi, con la complicità del Presidente del Consiglio Comunale CIFONE, tenuta nascosta al Consiglio Comunale di Palagiano per vari mesi...altro che trasparenza!!!
In secondo luogo, si è riusciti ad avere almeno un'idea della consistenza dei debiti derivanti dalle parcelle degli Avvocati incaricati nei vari anni dal Comune di Palagiano, parcelle non pagate quantificabili ad oggi in oltre 1.300.000,00 Euro ( 2 miliardi e mezzo di vecchie lire!!)
A queste somme, che al momento non ci risultano essere coperte da idonei stanziamenti di bilancio, devono aggiungersi i numerosi debiti derivanti da sentenze esecutive, con richieste di pignoramenti presso la tesoreria del Comune di Palagiano da parte dei creditori, cui dovranno, purtroppo, aggiungersi nei prossimi mesi, ulteriori sentenze per controversie già in Cassazione e che nei precedenti gradi di giudizio hanno visto il Comune di Palagiano soccombente per svariati milioni di Euro (vedasi Espropri in zona 167).
Peraltro, a seguito di una sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato costituzionalmente illegittimo l'art. 5bis comma 1 e 2 del Testo Unico sugli espropri (che prevedeva la riduzione al 50% dell'indennità di espropriazione di suoli edificabili), il Comune di Palagiano si troverà a dover pagare somme maggiori di quelle già sancite dai tribunali fino ad oggi!!!
Eppure nessuno nell'Amministrazione Ressa si pone il problema di accantonare somme adeguate, esponendo ancor più il Comune alla bancarotta.
Peraltro, alcune mancate costituzioni in giudizio (vedasi Pino di Lenne), alcune transazioni discutibili, accompagnate dai Contenziosi creati dall'Amministrazione Ressa delineano un quadro molto preoccupante per tutti i cittadini palagianesi e le nostre tasche!!!
Ressa, infatti, dovrebbe avere l'onestà di dire ai Palagianesi che oltre alle situazioni derivanti dal passato, peraltro mal gestite negli scorsi 5 anni di scialacquo, sussistono pesanti contenziosi creati dalla sua Amministrazione con il Consorzio SI.TE.CO del Gruppo Putignano (richiesta di oltre 4 miliardi di lire per inadempimento contrattuale) e con Reinde s.r.l - ditta Forleo - ( richiesta di 3miliardi e 200milioni di vecchie lire, oltre interessi e rivalutazione).
Per non parlare del tanto decantato P.U.G. ( Piano Urbanistico Generale ) promesso alla cittadinanza palagianese agli inizi della sua esperienza amministrativa e che ad oggi, di fatto, non esiste, vista la dichiarazione di non conformità alla legge sancita dalla Regione Puglia in data 27 aprile 2007 e per la qual cosa 13 tra funzionari, tecnici e precedenti Amministratori risultano essere destinatari di una richiesta di rinvio a giudizio.
Quanto ha speso la comunità palagianese dal 1984 ad oggi per dotarsi di uno strumento urbanistico generale?
Come mai Ressa e "compagni", dopo aver revocato nel 2003 il P.R.G. predisposto dall'Arch. Narracci (costato solo per progettazione oltre 200 milioni di vecchie lire) hanno riaffidato allo stesso tecnico la progettazione del P.U.G. (costo circa 160 milioni di vecchie lire) che ha fatto una fine peggiore del P.R.G.?
Come mai, in questi giorni, dopo quasi 25 anni di insuccessi e tutto quanto speso, si ha ancora la faccia tosta di riconvocare sul Comune lo stesso tecnico per parlare di P.U.G. da rifare?
Un Comune, del resto, quello di Palagiano, dove alcuni funzionari la fanno da padrone disponendo a proprio piacimento delle casse comunali.
Infatti, cari Cittadini, taluni funzionari si monetizzano le ferie non godute di anni pregressi, senza che il Sindaco Ressa, la Giunta ed il Segretario Comunale controllassero gli atti!!!
Fortuna che c'è l'opposizione di centrodestra che denuncia tutti questi fatti!!!
Palagiano, 08 gennaio 2008.
I Consiglieri Comunali
MARRA FRANCESCO
BORRACCI DONATO (F.I.)
MANCINI FRANCESCO (F.I.)
MELLONE GRAZIANO (A.N.)
STELLACCIO CATALDO (Futuro)"

martedì 8 gennaio 2008

SINISTRA? NO GRAZIE HO SMESSO!!

Questa mattina ho comprato i giornali, come mio solito, nello sfogliare le pagine dei comuni, ho notato la foto del Sindaco e un titolo CARO GIACOMO E’ UTILE ARRIVARE A UN CHIARIMENTO.

Ho subito pensato: almeno non rifaremo la stessa magra figura fatta in occasione delle dimissioni dell’allora Assessore all’Agricoltura Prof. Franco Parisi, quando dovette intervenire il direttore del giornale per dire che non avrebbe più pubblicato le loro lettere aperte e che i litigi personali si risolvono in altre sedi più tosto che sulle pagine dei quotidiani (del tipo: io non sono il vostro postino!!!!)

Ricordo quel periodo e la vergogna che vivevo quando i miei colleghi ridevano dell’immaturità dei politici palagianesi a maggior ragione perché li sapevano da me sostenuti in campagna elettorale.

Infatti, così come sarà saltato alla mente, a tutti i consumatori di giornali, le dimissioni dell’ex assessore Di Pietro, pubblicate sul Corriere di ieri, ricordano quelle dell’allora assessore (strana coincidenza) all’agricoltura Prof. Franco Parisi. Se ricordate, in quell’occasione vi fu, da parte del Prof., una calda lettera che prontamente fu seguita da una lettera per risposta, sempre pubblicata sui giornali, da parte del Sindaco, dove diceva qualcosa tipo, per fortuna che se ne andato altrimenti lo avrei dovuto mandare via io.

Al che ho pensato leggendo il giornale di ieri, speriamo che domani non scriverà un articolo dicendo la stessa cosa detta allora al Professore.

Il titolo dell’articolo di stamattina prometteva bene, ma le mie speranze sono state subito stroncate al secondo rigo, quando si legge “…. con un misto di sofferenza e di sollievo, nella consapevolezza che hai fatto la cosa giusta liberandomi dal peso di dover assumere io l’iniziativa. …

Al che, ho detto, ci risiamo!

Caro Rocco, perché a questo punto francamente non ho più parole, in due amministrazioni hai perso due persone soggettivamente e oggettivamente di elevato contenuto e spessore sia sotto il profilo politico, ma anche sotto quello intellettuale e comunque, due persone dichiaratamente di sinistra.

Queste sono le persone che clamorosamente hai perso, ma quanti credi ne siano ancora vicini a te?

Vedi, stranamente hai dimenticato le caratteristiche e le prerogative delle persone di sinistra, forse perché negli ultimi anni hai poco avuto a che fare con loro, visto che sei più vicino a persone che provengono dalla DC, a persone solite al salto sul carro dei vincitori, a persone che al nazionale votano e sostengono Berlusconi, a persone provenienti dall’estrema destra, a persone che, ahi me, devo ammettere, hanno un comportamento molto simile a quello da te manifestato nelle ultime vicende pubbliche, dallo squallore con cui hai voluto a tutti i costi vincere, mettendo su quell’esercito di candidati, finendo ai meriti che ti stai prendendo per la realizzazione di “Città Impresa” progetto voluto sostenuto e portato avanti da un consorzio di artigiani in forma assolutamente privata, dove, a loro carico, saranno anche le spese di urbanizzazione e, dove il contributo a te chiesto è semplicemente il parere favorevole che sfido chiunque a non darlo.

È caratteristica dell’essere di sinistra l’interessamento anche distaccato alla politica, potrai trovare una persona di destra che non sa assolutamente niente di politica e delle vicende politiche, ma non ne troverai mai uno di sinistra (ti sfido a dimostrarmi il contrario).

È caratteristica dell’essere di sinistra il dialogo, lo scambio, la discussione sui punti, il comune accordo, il rispetto dei sacrosanti principi sanciti dalla Democrazia. L’imposizione; il pulpito; il voler, costi quel che costi; il distruggere chi non è d’accordo con te; Queste, sono cose che si racchiudono in una massima che recita: Chi non è con me è contro di me! Massima pronunciata da una persona che è nata socialista ma che è passata alla storia non perché e stato un socialista, ma perché è stato un dittatore.

Se credi che chi ti ha portato alla vittoria, non si sta accorgendo di tutto questo, caro Rocco, SBAGLI!

Se credi che non ci siamo chiesti il motivo per il quale in campagna elettorale hai letteralmente glissato la sezione dei D.S. a vantaggio della tua allestita in viale stazione, SBAGLI!

Se credi che non ci siamo chiesti come mai, o quale strana coincidenza, abbia potuto cambiare così letteralmente la posizione economica di una persona che ha dovuto fare cambiali per la prima campagna elettorale e che oggi vive una situazione economica abbastanza agiata, SBAGLI!

Se credi che parlare bene, avere carisma, essere colti, possa bastare e sopperire anche la mancanza di concretezza, SBAGLI.

PER NOI DI SINISTRA QUESTE COSE NON BASTANO!

Capisco e comprendo gli stati d’animo che si vivono quando si assapora la vita condotta dai “benestanti” e quanto sia facile smarrire la via quando si è circuiti da tutte quelle sirene, soprattutto quando si proviene da ambienti creati da persone con sacrificio, con duro lavoro non esageratamente redditizio ma onesto, umile ma dignitoso.

Come cittadino, come uomo di sinistra, francamente sono sdegnato da tutto questo.

Questo è quel che sta accadendo, si è criticata la politica fatta a Palagiano per quarant’anni e mo! Io ho criticato un comportamento ad altri che ora la mia amministrazione, una persona da me sostenuta, sta adottando?!?!

In un mio precedente post ti avevo invitato alla riflessione o alle dimissioni, ora non m’interessano più né le une né le altre: IO A QUELLI DI DESTRA, NON DO CONSIGLI!!!!!!!

domenica 6 gennaio 2008

LA GIUNTA-CARCASSA PERDE I PEZZI... ED IL SINDACO NON S'ACCORGE.

EDIZIONE STRAORDINARIA:



Non è nuovo a questo genere di esperienze il nostro primo cittadino.
Già in passato era accaduto che aveva messo un uomo di sua fiducia in condizioni di "alzare i tacchi" ed andare via dal consiglio comunale.
La storia si ripete.
Un sindaco recidivo, se fosse obiettivo, se ragionasse con la sua testa, qualche interrogativo se lo porrebbe.
Questa volta a lasciare il Consiglio Comunale è l'assessore e suo amico fidato Giacomo Di Pietro.
Si è dimesso venerdì 3 gennaio l'uomo che, insieme a lui, aveva condiviso tante battaglie, tanti momenti critici per il paese.
Momenti superati poi con tanto spirito e tenacia.
Due amici alla guida di un paese per 5 anni, due amici che hanno diviso anche il sonno per maturare insieme un disegno politico che gli diede ragione già nel 2002, due amici riconfermati entrambi con grande e manifesta volontà cittadina si allontanano per sempre per ragioni di incompresioni, per interferenze, per volontà non loro ma degli altri.
Un sindaco impotente, che ha già dimenticato i ricordi.
Un sindaco che, si spera, sia capace almeno di un esame di coscienza.
Proponiamo, di seguito, il testo integrale della lettera con cui Giacomo Di Pietro ABBANDONA LA SCENA perchè stanco di UNO SPETTACOLO che non apprezza:


"Con questa lettera desidero rivolgermi innanzitutto alla cittadinanza di Palagiano, che mi ha confermato la propria fiducia in occasione della competizione elettorale del maggio scorso; intendo rivolgermi ai miei più cari amici, che mi sono stati e continuano ad essermi sempre vicino nei buoni e nei difficili momenti; alla mia famiglia soprattutto, che ha avuto la forza di sostenermi nelle circostanze più critiche; agli assessori ed al sindaco.

Alla luce delle ultime vicende politiche, che stanno interessando il nostro paese da ormai sette mesi, a seguito di quanto già maturava in occasione della campagna elettorale, quando si decideva di far scendere in campo 140 candidati (proponendo anche “l’incandidabile), con conseguenti lotte intestine in seno alle stesse famiglie che si vedevano impegnare politicamente più parenti nella medesima coalizione;

quando in sede di “accordi pre-elettoraliqualcuno prometteva ogni ruolo ad ognuno dei candidati (tanto da non essere più riusciti a venirne a capo);

tradita la fiducia che avevo per anni riposto in persone di cui avevo alta considerazione e con cui nutrivo sinceri sentimenti di partecipazione e forte motivazione alle problematiche del paese;

rifiutata la nomina a Presidente del Consiglio, offertami all’indomani delle elezioni dal Sindaco, che mi avrebbe garantito “l’invulnerabilità”, preferendo così continuare a perseguire “ LA POLITICA DEL FARE E DELL’AGIRE”, rispettando la volontà dell’elettorato, che mi ha consentito di essere il primo degli eletti, nonostante la consapevolezza di diventare così bersaglio per i tanti “ franchi tiratori “, non sottraendomi al mio dovere politico;

nonostante abbia io accettato la carica assessorile, precaria e vulnerabile, rinunciando e dimettendomi da quella più certa ed irremovibile di consigliere, esclusivamente per il sincero desiderio di essere concreto, leale e uomo di parola che prosegue la propria dedizione per le opere pubbliche, con tanta volontà a completare quelle cantierizzate ed a proporre e concretizzare quelle di cui ancora il paese ha bisogno – così come ho fatto nella precedente amministrazione in cui sono stato assessore ai lavori pubblici-;

pur essendomi visto investire prima di questo incarico, poi di quello di vicesindaco, prevedibilmente assegnati con sola efficacia temporanea (giacchè gli accordi pre-elettorali, fatti in totale autonomia ed a discapito dei più volenterosi, erano diversi ed andavano comunque rispettati, così come è stato ed è ancora);

avendo ciononostante superato anche certe parodie di investiture puramente dimostrative per assistere poi al bizzarro fenomeno di revoca di tutte le deleghe assessorili, avvenuta alla vigilia delle elezioni primarie per il Partito Democratico, situazione ripristinata subito dopo il risultato elettorale delle Costituenti Nazionale e Regionale del PD, con riconferma di tutte le deleghe tranne la mia, che improvvisamente trasmigrava dai Lavori Pubblici all’Agricoltura;

non riuscendo minimamente ad intravedere una convergenza politica da parte dell’attuale assetto amministrativo verso i principi dell’etica politica con cui ho maturato le mie esperienze passate;

non vedendomi identificato e rappresentato da questa classe dirigente e ritenendo di non avere più interlocutori capaci di intendere il mio modo di concepire l’amministrazione del paese;

sentendomi lontano un miglio dalle priorità che si è scelto di perseguire, dallo stile, dai sentimenti e dai progetti politici verso i quali oggi sono puntate le attenzioni del sindaco e di molti degli amministratori;

non potendo più garantire la rappresentatività ai miei 337 elettori, così come ai palagianesi tutti (quelli che mi hanno sostenuto ed anche quelli che hanno avuto altra preferenza);

essendo stato io privato di ogni strumento che potesse permettermi di confermare al paese l’immutata abnegazione con cui mi sono speso nel precedente mandato ed avrei voluto seguitare e spendermi;

fiducioso della comprensione che gli elettori, i colleghi sinceri e la popolazione tutta sapranno destinare al mio gesto, partorito come atto dovuto per il rispetto delle sane intelligenze del paese, rimetto il mio mandato e rassegno le mie dimissioni .

Auguro alla nostra Palagiano di crescere e progredire giorno per giorno, fino a tempi migliori.

P.S. Un saluto speciale va a tutti i dipendenti comunali che tanto mi hanno insegnato, specialmente l’arch. Caramia, il geometra Rizzi, Tonia C., Teresa L., Concetta V., Franca M., Enzo R., Enzo B., Michele V., Italo S., Antonio C., Giovanni G., ed infine all’insostituibile Dr. Gallo e gli operai tutti, come Lillo e Prudenzano".

Palagiano, lì 3.01.08


Sig. Giacomo Di Pietro.



NOTA: Le foto sono tratte dal sito www.palagianonline.it

STRAORDINARIO POST... CHE LA DICE LUNGA!

Abbiamo deciso di dare una visibilità maggiore al Post di un Anonimo perchè ci appare molto interessante, quanto accattivante.
Frizzante e piccante quanto basta per sollecitare la giusta curiosità, che sicuramente appagheremo quando riusciremo a saperne di più in merito a quanto "bolle in pentola".
Aspettiamo anche noi la citata "EDIZIONE STRAORDINARIA".

Testo del post di Anonimo:

Bella discussione, complimenti a sal69 per lo stile con cui affronta gli argomenti.Congratulazioni a un'altra verità e lucignolo per la gestione e la possibilità che offrono a tutti quelli che vogliono parlare senza bavaglio.In un paese come palagiano in cui si assiste disarmati alla politica del " MAL DI MERITO" delle raccomandazioni e del nepotismo.Squallore appare ai nostri occhi, una politica cieca e sorda alle reali esigenze dei cittadini.Un paese ormai "orfano" dei partiti come punto di riferimento, annientata dalla politica dei "cani sciolti" senza più obiettivi e senza più scopi, se non quelli personali.Ha ragione lucignolo, bisogna smuovere e buttare una pietra in questo stagno melmoso, la pietra della "Libertà" rinunciando a posizioni di comodo e di privilegio.PERCHE' la libertà non ha prezzo.La libertà è vita.Ritornando ad una politica di sinistra e non pagnottista.Qualcuno nei giorni scorsi in un bar ha detto che lunedi dopo la befana, ci saranno i primi botti......allora non ci resta che confidare in lui......novità in arrivo, accorrete numerosi.......alla prossima.." EDIZIONE STRAORDINARIA"
6 gennaio 2008 12.49

sabato 5 gennaio 2008

ECCO LA DELIBERA CHE MOLTI ATTENDEVANO.

Pubblichiamo, qui di seguito, la mail integrale che un nostro utente ci ha fatto pervenire. Omettiamo di scriverne il nome, invitandolo a pubblicare un post ed a dichiararsi, se lo ritiene opportuno. Altrimenti per noi va bene ugualmente: l'importante è fare informazione. Grazie per il contributo.


Con Delibera comunale nr 159 del reg. in data 02.08.07
Oggetto: Progetto “Internet & Cultura” attività informatiche e culturali della Biblioteca Civica “Vito Laterza” di Palagiano – Atto di indirizzo

Vista la delibera C.C. nr 25 del 27.09.2004 istituzione della Biblioteca Comunale
Vista la delibera nr 42 del 15.02.06 avente ad Oggetto “Progetto per la gestione delle attività informatiche culturali della Biblioteca Civica Vito Laterza di Palagiano" – Atto di indirizzo

Vista la delibera nr 44 del 13.02.07, ad oggetto “Progetto internet e Cultura” attività informatiche e culturali della Biblioteca Civica Vito Laterza di Plagiano – Atto di indirizzo

Vista, altresì la nota prodotta al Protocollo Generale dell’Ente n 11313 del 24.07.07 con la quale la Life in WEB Società Cooperativa ha proposto la realizzazione del progetto denominato “Internet e Cultura” che prevede la riproposizione delle attività informatiche e culturali da svolgersi presso la biblioteca Civica Vito Laterza di Palagiano, come meglio descritte nell’allegato progetto da attuare con l’impiego di 1 webmaster, (?) 2 dipendenti assistenti informatici (?) ed un addetto all’archiviazione dati a fronte di un corrispettivo mensile onnicomprensivo pari a 5000 (cinquemila) euro IVA inclusa.

CONSIDERATO il crescente numero di utenti registrati (giusto regolamento del servizio interno Biblioteca Civica approvato)omissis…………………


Ritenuto necessario assicurare le suddette attività, in estensione di quelle già ad essere …………………….omissis……………….

Accertata la disponibilità economica

Visto il Dlgs 267 2000

Vista la legge 150/2000

Acquisiti i pareti esressi dell’art. 49 del Dlgs 267/2000

DELIBERA

1. di approvare la premessa del presente atto i cui contenuti qui si intendono integralmente riportati
2. di avvalersi delle prestazioni della LIFEINWEB SOCIETA’ COOPERATIVA per la realizzazione del progetto denominato “Internet e Cultura”, che prevede la riproposizione delle attività informatiche e culturali, da svolgersi presso la biblioteca Civica , nelle ore antimeridiane e pomeridiane, con l’impiego di 1 webmaster 2 dipendenti assistenti informatici, e di un addetto all’archiviazione dati, a fronte di un corrispettivo mensile di Euro 5000 cinquemila IVA inclusa, come meglio descritte nel progetto di cui alla nota prot. N.11313 del 24.07.07 che allegato al presente atto ne forma parte integrante e sostanziale.
3. di stabilire in mesi 2 la durata dell’affidamento a decorrere dal 02.08.07 salvo proroga, accertante le condizioni di opportunità. Pubblico interesse e disponibilità economica.

Acune considerazioni:
sottraendo la “paghetta” ad essere generoso dovrebbe aggirarsi sui 500 euro mensili spero agli assistenti informatici, quanto rimane al Sig. Liberano? 3500 euro mensili cioè lo stipendio di un dirigente all’Ottavo livello, facendo i conti della massaia sono circa 60.000 euro annui. Avrei una proposta da fare, assumiamo 3 ragazzi laureati in informatica, magari di quelli che lavorano in campagna, sarebbero ben felici di prendere 1000 euro al mese, in attesa di un’occupazione stabile o migliore, nel frattempo il comune risparmia circa 24.000 euro annui, magari potrebbe assumere un vero Webmaster professionista e mettere a norma il sito comunale, dando la possibilità al mio amico che non deambula di leggere i bandi, le delibere etc etc etc.
Ahh dimenticavo nel 2005 sempre il mio amico che non deambula, ma che è un informatico certificato propose al comune di gestire il sito comunale con solo 3000 euro annui, prezzo di mercato si intende, peccato non poter documentare la proposta, ma da qualche parte in Comune ci dovrebbe essere la lettera protocollata.
Alla prossima delibera.

P.s. la presente è stata inviata anche su PALNET.

mercoledì 2 gennaio 2008

LA POLITICA DEL POLPETTONE E DELL’…ABRACADABRA…

Nel precedente articolo Il Minestrone ci eravamo lasciati chiedendoci quali effetti e quali conseguenze avrebbe avuto nel panorama politico di Palagiano la costituzione del nuovo gruppo consiliare “I Riformisti per Palagiano”, se e come lo stesso avrebbe influito sulla nascita del PD ma, soprattutto, se e quanto avrebbe inciso sul comportamento dei singoli consiglieri nella fase di crisi amministrativa in atto.

Le discussioni, i dibattiti, gli incontri non sono mancati…

La prima riunione di maggioranza alla luce del nuovo assetto politico viene convocata il 05.12.2007.
Nella relazione iniziale, il Sindaco, seppur lamentandosi dell’eccessivo personalismo che caratterizza il comportamento della maggior parte dei consiglieri e della formazione di nuovi gruppi consiliari, propone:
- che al consigliere Quero, viste anche le sue richieste, venga riconosciuta una maggiore evidenza nella giunta attraverso l’indicazione di un assessore di proprio riferimento;
- che al nuovo gruppo de “I Riformisti”, visto il consistente numero di 6 consiglieri, vengano riconosciuti (ma non lo avevamo previsto?!?) la Presidenza del Consiglio e due assessori interni ossia la riconferma del Presidente Cifone (che appartiene a I Riformisti), la sostituzione dell’assessore ai Lavori Pubblici Di Pietro con l’assessore Di Pierro e la nomina di un altro assessore interno da nominare in non precisati tempi migliori.
Il consigliere Di Roma a questo punto interrompe il Sindaco dichiarando di non essere d’accordo e, dopo uno scambio reciproco di coloriti appellativi, abbandona la sala e la riunione termina con l’ammonimento del Sindaco ai consiglieri affinché gli facciano conoscere le proprie decisioni sulla risoluzione della crisi altrimenti “si va tutti a casa”.

La seconda riunione di maggioranza viene indetta dal Presidente del Consiglio il giorno dopo (06.12.2007).
Partecipano tutti i consiglieri tranne Gesualdo, Monaco, Tagariello, Di Roma e Catucci che però hanno delegato gli altri consiglieri presenti a rappresentarli.
Il Presidente rende noto a tutti che il Sindaco ha consegnato nelle sue mani una lettera di dimissioni da protocollare nel caso in cui non venga raggiunto un accordo definitivo e unitario sulla risoluzione della crisi amministrativa.
L’accordo viene da subito raggiunto e così si stabilisce che:
- al consigliere Quero spetti la nomina dell’Assessore al Bilancio e Contenzioso;
- al gruppo “I Riformisti” vadano riconosciuti la Presidenza del Consiglio, l’Assessorato ai Lavori Pubblici da far ricoprire a Di Pierro e un assessorato esterno da nominarsi nel corso del 2008.
Si dava così mandato al Presidente di formalizzare con un atto scritto il suddetto accordo.

In questa fase, la volpe fa ricorso alle sue arti magiche e…abracadabra… il documento che viene redatto non rispecchia l’accordo raggiunto ma assume l’aspetto di un polpettone che si vuol far mangiare alle sfrontate cicogne.

Chi ha letto il documento riferisce che vi è scritto:
“Il presidente del Consiglio ha introdotto l’argomento (la verifica amministrativa) portando a conoscenza i presenti circa la volontà del sindaco, stante l’attuale situazione di empasse del gruppo di maggioranza , a rassegnare le proprie dimissioni. A tale scopo, lo stesso Sindaco, ha consegnato nelle mani del Presidente del Consiglio una lettera di dimissioni che sarà formalizzata (tenete a mente quest’ultima affermazione) qualora dal gruppo non uscirà una linea politica chiara e pienamente condivisa”
Il documento continua e qui la volpe si trasforma in lupo che utilizza la c.d. retorica della prevaricazione: non solo si prepara ad annientare le cicogne ma vuole in qualche modo legittimare il proprio operato e, dunque, ottenere da parte delle stesse cicogne e di tutti gli altri il consenso all’abuso di potere politico che si accinge a perpetrare.
Così, dopo aver dato la colpa della crisi “alla questione posta dal consigliere Quero che rivendica un assessorato di sua indicazione e alla costituzione del gruppo de “I Riformisti” che scompagina i vecchi gruppi costituiti all’indomani delle consultazioni e rivendica una rappresentanza in giunta corrispondente al peso politico rappresentato in consiglio comunale”, conclude convenendo di:
1. accogliere la proposta di alcuni (chi?) consiglieri di chiedere al Sindaco di affidare, anche temporaneamente, la delega ai lavori Pubblici al Vice Sindaco Di Pierro;
2. demandare al Sindaco ed ai consiglieri eletti nelle fila dei DS e della Margherita, oggi PD, la soluzione della questione posta dal consigliere Quero in quanto tale questione esula dalla diretta competenza degli altri gruppi di maggioranza essendo essa interna al costituendo PD.

Come si vede
…abracadabra….ed è scomparso il gruppo dei “I Riformisti per Palagiano” e…
…ari-abracadabra…è comparso il gruppo del PD.

“Infine i Consiglieri di maggioranza, su espressa richiesta del Sindaco, dichiarano la propria condivisione sui seguenti punti
· Piena fiducia al sindaco Rocco Ressa;
· Ferma volontà di unità del gruppo di maggioranza;
· Impegno a partecipare ai futuri incontri del gruppo;
· Rispetto istituzionale nei confronti dei colleghi Consiglieri e dell’Esecutivo;
· Condivisione unitaria delle linee programmatiche;
· Verifica amministrativa a fine anno 2008”
Palagiano 20/12/2007”

Questo documento viene firmato dai consiglieri della maggioranza, chiamati separatamente uno alla volta, tranne che da Di Roma, Quero e Catucci.
Sono convinto - e non potrebbe essere altrimenti- che i consiglieri che hanno firmato il suddetto documento lo hanno fatto solo perché, in buona fede, non lo hanno letto.
Ma se così non fosse, allora dovremmo pensare che quei consiglieri hanno volutamente e volontariamente accettato il polpettone servito e rinunciato così (almeno per il 2008!) al ruolo e alla funzione di indirizzo e controllo politico che i cittadini di Palagiano hanno conferito loro con il proprio voto.

Ciò che è certo è che non tutti i consiglieri hanno sottoscritto il documento e, pertanto, al Presidente del Consiglio non resta altro da fare che formalizzare il mancato raggiungimento dell’accordo.

Nel frattempo, in attesa della soluzione della crisi amministrativa, credo sia opportuno verificare se dietro all’enfasi e alla retorica della prevaricazione e del consenso preventivo (vedi bilancio partecipativo) non si stia preparando un altro polpettone: il Bilancio 2008.

La situazione debitoria del Comune di Palagiano se non gravissima è certamente molto seria: infatti, vi sono debiti da pagare per circa 2 milioni di euro che rinvengono da
- spese legali (da 800.000,00 a 1.000.000,00 euro)
- pagamento di sentenze esecutive come quelle di Colosimo, Giannico, Resta, Caragnano (complessivamente di circa 1 milione di euro)
Non solo, un’amministrazione seria non può far finta di non sapere che stanno per arrivare altre sentenze con altri debiti come quelli riferiti al contenzioso Arnese per 4,5 milioni di euro; come non può sottovalutare gli effetti del contenzioso in corso come quello con la Si.Te.Co. e, da ultimo, con la Reinde che ha chiesto al Comune quasi 1,6 milioni di euro.

La situazione è talmente seria che per potervi far fronte sarà necessario prevedere nuove e maggiori entrate rispetto all’anno precedente.
E così dobbiamo presumere - per non dire che abbiamo la certezza - che il quadro di riferimento delle maggiori entrate del Bilancio non potrà che prevedere nuove tasse nonché l’aumento di quelle esistenti e, dunque, con ragionevole certezza, possiamo prevedere che si procederà con:
- introduzione di nuove tasse come l’addizionale IRPEF (sinora mai introdotta) nella misura dal 0,50% al 0,75% e, dunque, nuove entrate presumibilmente da € 400.000,00 ai 600.000,00 circa)
- aumento ICI (imposta comunale sugli immobili) nelle aeree edificabili in percentuale tale da prevedere una maggiore entrata da 180.000,00 a 200.000,00 euro all’anno
- aumento ICI sui terreni agricoli di 1 punto percentuale e dunque dal 3 % al 4% con una previsione di maggior entrata dai 30.000,00 ai 50.000,00 euro
- aumento ICI sulla prima casa di un punto percentuale e dunque dal 4,5 % al 5,5% per una entrata complessiva sull’ICI di 140.000,00
per un totale che va da 740.000,00 a 990.000,00 euro.

Inoltre, le maggiori entrate previste per l’attività svolta dalla Si.Te.Co. saranno impegnate per lo svolgimento dello stesso servizio e per pagare i relativi programmi e banca dati e, pertanto, si tratterrà di una pura e semplice partita di giro ovvero non si avranno maggiori entrate (del resto, il bilancio dell’anno scorso portava in entrata 1,9 milioni di euro ed in uscita 1,9 milioni di euro) né è possibile allo stato attuale quantificare con stime approssimative maggiori entrate dovute ai ruoli inviati.

Così come è ragionevole prevedere una aumento delle entrate dal recupero dell’evasione sulla RSU dal 2002 al 2006 pari a circa 745.000,00 euro, sempre che si faccia una seria lotta all’evasione in attuazione del principio pagare tutti pagare meno

In totale si possono stimare nuove entrate per circa 1,5-1,7 milioni di euro

Dunque, se queste sono le previsioni, il Bilancio dovrà essere necessariamente un bilancio di risanamento serio, austero, teso ad eliminare i debiti: non è tempo nè per bilanci elettorali nè per bilanci polpettone per alcuni e di tasse per tutti gli altri.

E’ chiaro che sarebbe fin troppo facile usare l’argomento nuove tasse per criticare l’amministrazione ma ritengo e sono intimamente convinto che se ai cittadini si chiedono maggiori sacrifici bisogna dare maggiori servizi e garantire meno sprechi, più accortezza nella spesa, e di certo non saranno felici di pagare le tasse (come dice qualche dinosauro) ma, sicuramente, saranno maggiormente motivati nel contribuire al risanamento delle casse comunali e di tutto il Paese.

Se si chiederà ai cittadini di stringere la cinghia, è bene che i loro soldi vengano spesi per risanare il bilancio e dunque eventuali mutui che si andranno a contrarre (guardando il bilancio dell’anno scorso è presumibile stimare una capacità del Comune di Palagiano di contrarre mutui per circa 2 milioni di euro) devono essere utilizzati per pagare i debiti e risanare le finanze pubbliche.

L’aumento delle tasse può essere giustificato solo ed esclusivamente se con le maggiori entrate e con i mutui si pagano i debiti e si risana il bilancio altrimenti non c’è alcuna valida ragione di aumentare le tasse.
Quando si chiedono sacrifici al Paese non ci può essere spazio per lo shopping elettorale, non si possono acquisire castelli, consorzi agrari,… non si possono dare incarichi di consulenze, non si può pensare di rimpinguare capitoli di spesa per coprire, all’occorrenza, improponibili convenzioni come per esempio (ed è solo un esempio) quella di un addetto stampa.

Palagiano ha bisogno di altro.
Palagiano ha bisogno di amministratori in grado di dare risposte a tutti i cittadini, anche e soprattutto ai tanti…

Don Chisciotte
...abbiamo paura di innamorarci perchè non ce lo possiamo permettere!!!
Siamo già stanchi a 20 anni di questa vita...nel nostro paese si potrebbe fare molto per noi giovani...il lavoro potrebbe arrivare per tutti se solo i nostri amministratori pensassero realmente a noi!!

Cecilia 1984
ehh caro amico mio d'infanzia! ke ci possiamo fare? mi fa piacere vedere ke c'è ancora qualcuno come te ke continua a "combattere". purtroppo io mi sono rassegnata parecchio tempo fa...dopo il servizio civile (ke mi ha fatto capire ke a palagiano ci sono situazioni gravi ke si fa finta di non vedere), ho provato la campagna, l'asciniedd, li fnestr e i sciut pur a spruiè! finalmente un minimo di salario me lo sono riuscita a garantire, servendo gli ubriaconi in un bar! pazienza...solo quella ci vuole. un altro anno, poi la laurea e via da qst paese di zii, nipoti, padri e figli che amministrano e fanno i fatti loro. altro ke fuga di cervelli, la mia sarà una fuga "k tutt li sienz!" ed ecco caro jacopo, cari quelli come noi ke hanno voluto riconfermare questa amministrazione, cari amministratori...ECCO COME
AVETE SPENTO L'ENTUSIASMO DI NOI GIOVANI!

Sal69

P.S. questo articolo viene inviato a Palagiano.net e palagiano.blogspot.com ringranziandoli per la gentile ospitalità.