“Non c’è più tempo per gingillarsi tra statuto e altre formalità.
Per chi non l’avesse ancora capito, ci sono le elezioni.
Per chi non l’avesse ancora capito, ci sono le elezioni.
E ci giochiamo tutto”.
Pronunciate nel loft del Circo Massimo, le parole di Goffredo Bettini hanno sbattuto in faccia agli altri azionisti del Partito democratico la scomoda verità.
Altro che primarie, altro che candidature scelte collegialmente: nel partito comanda lui, Walter Veltroni, detto Walterissimo.
Tutto il resto è noia.
Dunque il Partito democratico sarà a immagine e somiglianza del suo leader.
Le elezioni anticipate sono un’occasione troppo ghiotta.
A cominciare dalle candidature.
L’escamotage per ridimensionare le correnti di Massimo D’Alema, Franco Marini e Romano Prodi, che attraverso Enrico Letta insistevano sulle primarie per selezionare i candidati, è già stato individuato: saranno i segretari regionali, regolarmente eletti appunto attraverso le primarie, a produrre delle proposte di lista, che poi verranno limate a livello centrale.
Liste, insiste Veltroni, che dovranno certificare l’alternanza tra uomini e donne; molto più del rapporto 65-35 proposto anche dal viceleader, Dario Franceschini.
Una novità che da sola porterebbe al rinnovamento di circa un terzo del personale parlamentare del Pd.
Una rivoluzione rosa, anzi rosa shocking.
A pagarne le conseguenze saranno senatori e deputati con tre mandati alle spalle, tranne una trentina di big tra i quali vanno compresi, oltre a D’Alema e Marini, ministre, ex ministre e donne di punta come Rosy Bindi, Anna Finocchiaro, Livia Turco, Barbara Pollastrini.
Non riotterranno la poltrona personaggi come Luciano Violante, Ciriaco De Mita, Anna Serafini, Sergio Mattarella e altri.
Resteranno fuori dalle liste anche molti di quei parlamentari (e sono circa il 75 per cento) alla loro prima o seconda legislatura.
Dalemiani e mariniani, in gran parte.
Sostituiti dall’onda lunga veltroniana.
E già, perché la base organizzativa del programma elettorale democratico è sintetizzabile in un titolo: “Veltroni pigliatutto”.
E non solo nel partito.
Il sindaco di Roma uscente punta anche a liquidare quel che resta della vecchia Unione, a cristallizzare la sua influenza nel sindacato, a imporsi nella società civile, imprenditori compresi.
Pronunciate nel loft del Circo Massimo, le parole di Goffredo Bettini hanno sbattuto in faccia agli altri azionisti del Partito democratico la scomoda verità.
Altro che primarie, altro che candidature scelte collegialmente: nel partito comanda lui, Walter Veltroni, detto Walterissimo.
Tutto il resto è noia.
Dunque il Partito democratico sarà a immagine e somiglianza del suo leader.
Le elezioni anticipate sono un’occasione troppo ghiotta.
A cominciare dalle candidature.
L’escamotage per ridimensionare le correnti di Massimo D’Alema, Franco Marini e Romano Prodi, che attraverso Enrico Letta insistevano sulle primarie per selezionare i candidati, è già stato individuato: saranno i segretari regionali, regolarmente eletti appunto attraverso le primarie, a produrre delle proposte di lista, che poi verranno limate a livello centrale.
Liste, insiste Veltroni, che dovranno certificare l’alternanza tra uomini e donne; molto più del rapporto 65-35 proposto anche dal viceleader, Dario Franceschini.
Una novità che da sola porterebbe al rinnovamento di circa un terzo del personale parlamentare del Pd.
Una rivoluzione rosa, anzi rosa shocking.
A pagarne le conseguenze saranno senatori e deputati con tre mandati alle spalle, tranne una trentina di big tra i quali vanno compresi, oltre a D’Alema e Marini, ministre, ex ministre e donne di punta come Rosy Bindi, Anna Finocchiaro, Livia Turco, Barbara Pollastrini.
Non riotterranno la poltrona personaggi come Luciano Violante, Ciriaco De Mita, Anna Serafini, Sergio Mattarella e altri.
Resteranno fuori dalle liste anche molti di quei parlamentari (e sono circa il 75 per cento) alla loro prima o seconda legislatura.
Dalemiani e mariniani, in gran parte.
Sostituiti dall’onda lunga veltroniana.
E già, perché la base organizzativa del programma elettorale democratico è sintetizzabile in un titolo: “Veltroni pigliatutto”.
E non solo nel partito.
Il sindaco di Roma uscente punta anche a liquidare quel che resta della vecchia Unione, a cristallizzare la sua influenza nel sindacato, a imporsi nella società civile, imprenditori compresi.
Con l’obiettivo di conquistare il controllo assoluto della sua metà campo, consacrando la sua leadership a danno del resto del mondo politico.
Pazienza se a spese degli amati-odiati compagni di sempre.
Compagni che sbagliano, per la nuova dottrina veltronista.
Come D’Alema, che insisteva sull’alleanza con la sinistra radicale almeno per il Senato.
Ma Walterissimo lo ha stoppato, e con lui ha stoppato prodiani e mariniani che lo sostenevano.
Pazienza se a spese degli amati-odiati compagni di sempre.
Compagni che sbagliano, per la nuova dottrina veltronista.
Come D’Alema, che insisteva sull’alleanza con la sinistra radicale almeno per il Senato.
Ma Walterissimo lo ha stoppato, e con lui ha stoppato prodiani e mariniani che lo sostenevano.
“Niente pasticci, andremo da soli anche a Palazzo Madama” ha imposto.
“A fronte di 18 partiti ci sarà il Pd, che correrà da solo”. Punto.
Il segretario democratico intende usare le elezioni per distruggere i “nanetti” (corresponsabili con le loro intemperanze e i loro diktat del fallimento prodiano), mettendoli di fronte a un dilemma: entrare dentro il Pd ammainando le loro bandiere o misurarsi con le severe soglie di sbarramento del Porcellum per le forze non coalizzate (3 per cento alla Camera e 8 al Senato).
“A fronte di 18 partiti ci sarà il Pd, che correrà da solo”. Punto.
Il segretario democratico intende usare le elezioni per distruggere i “nanetti” (corresponsabili con le loro intemperanze e i loro diktat del fallimento prodiano), mettendoli di fronte a un dilemma: entrare dentro il Pd ammainando le loro bandiere o misurarsi con le severe soglie di sbarramento del Porcellum per le forze non coalizzate (3 per cento alla Camera e 8 al Senato).
Quanto alla sinistra radicale, che si è appena federata nella Sinistra arcobaleno, a Veltroni proprio non interessa: “Le nostre posizioni sono obiettivamente diverse”.
Anzi, contro Bertinotti e compagnia il Partito democratico è pronto a lanciare una campagna di propaganda sul voto utile.
À la guerre comme à la guerre: si spiegherà che dare consenso alla Cosa rossa significherebbe in definitiva rafforzare il centrodestra.
Peraltro, secondo le proiezioni in mano a Bettini, la corsa in solitaria consentirebbe al Pd di conquistare addirittura più parlamentari degli attuali 280.
Più liste non riusciranno a superare gli sbarramenti, meglio sarà per il Pd, che potrà utilizzare anche i loro resti.
Né a Veltroni mancheranno i soldi, finalmente.
Grazie alle elezioni anticipate, i rimborsi elettorali (tra 6 e 8 milioni di euro per le elezioni politiche) finiranno da subito nelle casse del Pd rette dal veltroniano Mauro Agostini.
Se invece la legislatura fosse andata avanti, i rimborsi avrebbero continuato a finire in quelle, ancora funzionanti, della Quercia e della Margherita, poiché il finanziamento “fotografa” per tutta la legislatura il panorama del giorno successivo al voto.
E i rispettivi tesorieri, il rutelliano Luigi Lusi e il dalemiano Ugo Sposetti, si sono rivelati fin qui piuttosto tirchi con Veltroni; soprattutto il secondo, ancora alle prese con i debiti milionari da ripianare del vecchio Pci-Pds-Ds.
Non solo: grazie a una leggina del 2006, anche in caso di scioglimento anticipato della legislatura le forze politiche incassano i rimborsi per l’intero quinquennio.
Per gli ex Ds-Margherita fanno un “regalo” di circa 20 milioni, gran parte dei quali non potrà che essere girata ad Agostini.
Procede, intanto, la campagna acquisti di Walter.
Alla Rai, il punto di riferimento veltroniano più recente è David Sassoli (il prodiano direttore del Tg1 Gianni Riotta è avvisato).
Per il mondo delle imprese è invece Pierluigi Toti.
Anzi, contro Bertinotti e compagnia il Partito democratico è pronto a lanciare una campagna di propaganda sul voto utile.
À la guerre comme à la guerre: si spiegherà che dare consenso alla Cosa rossa significherebbe in definitiva rafforzare il centrodestra.
Peraltro, secondo le proiezioni in mano a Bettini, la corsa in solitaria consentirebbe al Pd di conquistare addirittura più parlamentari degli attuali 280.
Più liste non riusciranno a superare gli sbarramenti, meglio sarà per il Pd, che potrà utilizzare anche i loro resti.
Né a Veltroni mancheranno i soldi, finalmente.
Grazie alle elezioni anticipate, i rimborsi elettorali (tra 6 e 8 milioni di euro per le elezioni politiche) finiranno da subito nelle casse del Pd rette dal veltroniano Mauro Agostini.
Se invece la legislatura fosse andata avanti, i rimborsi avrebbero continuato a finire in quelle, ancora funzionanti, della Quercia e della Margherita, poiché il finanziamento “fotografa” per tutta la legislatura il panorama del giorno successivo al voto.
E i rispettivi tesorieri, il rutelliano Luigi Lusi e il dalemiano Ugo Sposetti, si sono rivelati fin qui piuttosto tirchi con Veltroni; soprattutto il secondo, ancora alle prese con i debiti milionari da ripianare del vecchio Pci-Pds-Ds.
Non solo: grazie a una leggina del 2006, anche in caso di scioglimento anticipato della legislatura le forze politiche incassano i rimborsi per l’intero quinquennio.
Per gli ex Ds-Margherita fanno un “regalo” di circa 20 milioni, gran parte dei quali non potrà che essere girata ad Agostini.
Procede, intanto, la campagna acquisti di Walter.
Alla Rai, il punto di riferimento veltroniano più recente è David Sassoli (il prodiano direttore del Tg1 Gianni Riotta è avvisato).
Per il mondo delle imprese è invece Pierluigi Toti.
Insieme a Francesco Gaetano Caltagirone, Toti è il massimo rappresentante della genia di costruttori romani assai contenti della gestione urbanistica del sindaco di Roma.
Non a caso, Veltroni ha annunciato che si dimetterà da sindaco “subito dopo aver approvato il piano regolatore”.
E magari dopo aver controllato lo stato dei lavori della linea C della metropolitana e della Città dello sport in costruzione a Tor Vergata, entrambe affidate al tandem Toti-Caltagirone.
Non a caso, Veltroni ha annunciato che si dimetterà da sindaco “subito dopo aver approvato il piano regolatore”.
E magari dopo aver controllato lo stato dei lavori della linea C della metropolitana e della Città dello sport in costruzione a Tor Vergata, entrambe affidate al tandem Toti-Caltagirone.
Il secondo è anche patron di Messaggero, Mattino e Gazzettino; sebbene nella versione di editore Veltroni preferisca Carlo De Benedetti, tessera del Pd “numero uno”.
La ricca tornata di nomine pubbliche prevista per il dopo voto consentirà a Veltroni di rinsaldare la presa sul mondo economico.
Anche se al governo ci sarà il centrodestra, l’interlocutore di Palazzo Chigi per la scelta dei nuovi boiardi sarà lui.
Poi c’è il sindacato.
Cisl e Uil, o almeno i loro gruppi dirigenti, sono certamente non ostili al Partito democratico.
La Cgil, invece, sembrava prendesse una rotta ancor più di sinistra.
Ma grazie al lavoro silenzioso del segretario Guglielmo Epifani, uno che sente Veltroni tutti i giorni, le cose hanno preso una piega diversa.
Il sigillo alla fatica veltroniana è la rinuncia di Paolo Nerozzi, potentissimo uomo di tessere e d’apparato, a sostenere la Sinistra democratica di Fabio Mussi e con essa la Cosa Rossa.
A Bertinotti non resta che mezza Fiom, quella dei metalmeccanici di Gianni Rinaldini.
La ricca tornata di nomine pubbliche prevista per il dopo voto consentirà a Veltroni di rinsaldare la presa sul mondo economico.
Anche se al governo ci sarà il centrodestra, l’interlocutore di Palazzo Chigi per la scelta dei nuovi boiardi sarà lui.
Poi c’è il sindacato.
Cisl e Uil, o almeno i loro gruppi dirigenti, sono certamente non ostili al Partito democratico.
La Cgil, invece, sembrava prendesse una rotta ancor più di sinistra.
Ma grazie al lavoro silenzioso del segretario Guglielmo Epifani, uno che sente Veltroni tutti i giorni, le cose hanno preso una piega diversa.
Il sigillo alla fatica veltroniana è la rinuncia di Paolo Nerozzi, potentissimo uomo di tessere e d’apparato, a sostenere la Sinistra democratica di Fabio Mussi e con essa la Cosa Rossa.
A Bertinotti non resta che mezza Fiom, quella dei metalmeccanici di Gianni Rinaldini.
Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio (fondata esattamente 40 anni fa, nel ‘68), sta invece curando i rapporti (piuttosto tesi ma in via di chiarificazione) con il Vaticano.
Quanto agli economisti, Michele Salvati resta il numero uno.
Ma avanza come un carro armato Tito Boeri, inventore del sito Lavoce.info, il più autorevole diffusore di opinioni di politica economica in Italia, spesso controcorrente.
E Veltroni, si sa,ama internet e andare controcorrente.
Un po’ come Prodi.
Il Prof ha scelto di non ricandidarsi.
“Mi dedicherò ai nipoti” ha annunciato.
E però è già pronta per lui la presidenza del Mulino, il think-tank più influente d’Italia.
Poltrona culturale e di prestigio, dalla quale il Prof potrà discettare sulle sorti del Paese in attesa di una rivincita politica e personale, si può star certi, che egli medita.
Approdo futuribile al Quirinale. Veltroni permettendo.
E la storia si ripeterà ancora….come sostengono Brusadelli e Puca.
Ma avanza come un carro armato Tito Boeri, inventore del sito Lavoce.info, il più autorevole diffusore di opinioni di politica economica in Italia, spesso controcorrente.
E Veltroni, si sa,ama internet e andare controcorrente.
Un po’ come Prodi.
Il Prof ha scelto di non ricandidarsi.
“Mi dedicherò ai nipoti” ha annunciato.
E però è già pronta per lui la presidenza del Mulino, il think-tank più influente d’Italia.
Poltrona culturale e di prestigio, dalla quale il Prof potrà discettare sulle sorti del Paese in attesa di una rivincita politica e personale, si può star certi, che egli medita.
Approdo futuribile al Quirinale. Veltroni permettendo.
E la storia si ripeterà ancora….come sostengono Brusadelli e Puca.
13 commenti:
Bello quest'articolo. "Somiglia" molto a questo pubblicato su panorama:
http://blog.panorama.it/italia/2008/02/11/veltroni-l%e2%80%99arte-di-vincere-perdendo/
DI solito si citano le fonti.
Saluti,
Massimiliano Cavallo
c'è SCRITTO: BRUSADELLI E PUCA.
Grande Cavallo. Promosso.
L'addetto stampo è il ruolo che fa per te.
Forse è stata solo una dimenticanza dell'autore non citare la fonte.
Non vedo perchè avrebbe dovuto indebitamente appropiarsi di un articolo di cui molto facilmente ci si sarebbe potuti ricondurre all'origine.
Anche perchè nel precedente post la fonte è stata indicata.
Non sarà che lei, signor Cavallo, dal momento che è fallito il suo insistente e sfacciato tentativo di diventare capo dell'uficio stampa del Comune, ora sta cercando ogni pelo nell'uovo per sputare fango su coloro i quali, avendo spifferato il suo piano intrallazzista, lei ritiene artefici della mancata assunzione?
Premesso che io ho già il mio ruolo e non sono addetto stampa da nessuna parte...non volevo certo fare il "professore", solo mi sembrava strano che all'articolo di mastella fosse citata la fonte e qua no. Cosi si citano le fonti!
Infatti, scrivendo nell'ultimo rigo "come sostengono Brusadelli e Puca", sembra volersi riferire solo all'ultimo pensiero (quello di Prodi al Quirinale) e non all'articolo intero.
Ma io, in fondo, di giornalismo ne capisco poco a differenza di altri bravi a parlare...BLABLABLA
Scusate avevo dimenticato di firmare il mio commento precedente..ovviamente sono io, il Grande Cavallo!Poi qualcuno bravo mi spiega qual'è stato il mio piano fantomatico per diventare capo uff stampa, quali servizi segreti sono stati coinvolti..se c'entra pure MAstella...e poi ho solo detto che non si è citata una fonte...sginifica buttare fango???mah..
Cmq quando volete parliamo sul serio...perchè credo che difficilmente il vostro nome uscira su Repubblica, Corriere...Liberation...El Pais..come è successo a me appena due anni fa...
capita...
infatti hai cercato di adoperare anche il nostro Scaramella... millantatore di credito!
Running, le botte di culo le hanno tutti, almeno una volta, nella vita!!
Non stupirti che il tuo nome sia comparso su fonti così autorevoli!
Tornando invece al PD e a quella che ne resta della sinistra Italiana, a me personalmente il PD tutto sembra tranne che un partito fondato su quelli che erano i principi e le dottrine ispiratrici dei partiti che hanno scritto la storia d'Italia della fine del secolo scorso. Questo cosa significa: E' finito tutto? La politica non esiste più? Il pensiero democraticamente espresso da una consistente fetta della popolazione italiana non potrà più essere rappresentato? Esiste ancora un partito in Italia su cui poggiare le speranze di un amante del pensiero di sinistra? Con Stima Spartano
Caro Spartano se, come credo, conosci il motivo per cui sono finito su quei giornali, devi ammettere che non è stata una botta di culo...Non ho mica vinto ai pacchi di Insinna...
Con simpatia, Massimiliano Cavallo
Cavallo, perchè dall'alto della tua autorità e professionalità in ambito giornalistico, ti sei ridotto a leggere blog di "basso spessore" come questo?
Noi desideriamo rivedere il tuo nome su grandi network...
Ce la fai per febbraio ad uscire con un bel pezzo sul New York Times?
Almeno dacci il brivido di due righe su Tarantosera!
Dai che ce la fai....
come devo fare per pubblicare un articolo? ho già inviato all'indirizzo unaverita@libero.it
Ci scusiamo con l'ultimo anonimo che scrive.
Abbiamo appena letto in email la pubblicazione e provveduto a darne l'opportuna visibilità.
Cavallo, non vorrei fosse per te un dispiacere, ma non conosco neanche la tua faccia, figuriamoci la tua storia.
La mia risposta, perché solitamente non ci si vanta da soli per non essere paragonati ai legumi.
Illuminami, perché su queste riviste ci saresti finito? Spartano
Beh, Spartano, se davvero non conosci i motivi per i quali sono finito su quei giornali, come fai a dire che sia stata una botta di culo?Accertati prima di parlare, no?
Per il resto non mi sono vantato, solo che visto che qui si continua a parlare di me con fantomatici ruoli a cui ambirei...e si mettono in discussione le mie competenze...
vi do un saggio di cosa significa saper comunicare:
http://www.repubblica.it/2006/04/sezioni/politica/elezioni-2006-3/rabbiasuweb/rabbiasuweb.html
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2006/04_Aprile/04/cogli.shtml
Con simpatia, Cavallo
Posta un commento