E' apparso a pieno titolo sul Tarantosera di sabato 3 ottobre 2009 un articolo in cui si pubblicizza un convegno che si terrà domani, martedì 6 ottobre alle ore 17,30, presso l' Appia Palace Hotel di Massafra.
Si affronterà il seguente tema: "La Mafia del Terzo Millennio".
L' iniziativa si inserisce in un "Progetto di Legalità", presentato sabato mattina, che sintetizza il significato di una capillare attività divulgativa che si connota, nel contempo, di un carattere educativo e formativo.
L' obiettivo è infatti improntato ad un approccio di medio e lungo periodo, in quanto è proteso a modellare comportamenti e scelte sui valori più alti del vivere civile, sradicando quei retaggi culturali che portano alla diffusione di atteggiamenti "a rischio", preliminari di fatti criminosi -si legge su Tarantosera.
In base alla relazione del Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Pisanu, le mafie hanno invaso l'economia, penetrato le Amministrazioni e influenzato le scelte.
Alla presenza del presidente della Provincia Florido parleranno Emanuele Fiiscaro (vicepresidente della Provincia), Adriana Poli Bortone (senatrice), Elio Veltri (giornalista ex parlamentare), Antonio Laudati (Procuratore della Repubblica Tribunale di Bari) e l'on. Felice Zazzera (parlamentare).
Viene lecito fare alcune riflessioni ed augurarsi, nell'interesse collettivo, che almeno uno degli ospiti convocati per domani se ne faccia portavoce.
La Mafia del Terzo Millennio di cui si vorrà discutere domani in terra di Puglia è quella che soventemente si è sentito chiamare Ecomafia, quella cioè del "business concordato" tra Amministratori e Privati Titolari di Società di smaltimento dei rifiuti pericolosi e tossici, che sono cosa ben più dannosa della semplice spazzatura domestica?
E' la stessa mafia che ha riguardato lo scandalo della Grotta Azzurra di Capri e della nave affondata nel Tirreno, oggetto delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia?
E' la mafia che nel marzo 2009 proprio in Puglia ha portato la chiusura e relativi procedimenti penali -per impeachment tra pubblico e privato, a causa di illeciti amministrativi- a carico di cinque società deputate allo smaltimento dei citati rifiuti speciali?
E' la mafia che si è cercato di combattere con le inchieste giudiziarie di cui sopra, quelle inchieste che hanno "falciato" i mascalzoni di allora per favorire quelli di oggi, venuti da ogni dove d'Italia?
A regolametare il traffico dei rifiuti pericolosi dovrebbero essere anche le norme del D.P.R. 254 del 15 luglio 2003, invece tutto orbita intorno alla dottrina del "guadagno facile". A cosa è servito, dunque, levarci di mezzo le società chiuse? Ad ereditarne altre che si adoperano con identica metodologia? A dimostrare al cittadino con l'orecchino al naso che le Istituzioni fanno la loro parte?
E dove sono ora le Istituzioni che in giugno 2009 furono interessate al caso "Incendio in Lubritalia a Palagiano"? Come hanno motivato il "decadimento" del diffuso sospetto (tra cittadini e Forze dell'Ordine) che l'incendio era misteriosamente esploso dopo alcuni controlli che le Istituzioni avevano compiuto sul posto? Come motivare che l'incendio, sempre misteriosamente, aveva lasciato indenni gli uffici amministrativi e riguardato "miracolosamente" ed esclusivamente i magazzini di raccolta?
Quegli olii idrocarburi dispersi nelle campagne di Palagiano a seguito dell'incidente sono rimasti sversati sul terreno per circa un mese prima che un'altra società venisse da molto lontano ad occuparsi del loro smaltimento. Nell' ambito del territorio della Regione Puglia vi sono altre società che si occupano di queste attività di ripristino dello stato ambientale dei luoghi ed una di esse è a soli 10 Km dal luogo dell'incidente. Perchè occorreva aspettare tanto a favore di chi veniva da molto lontano ed a danno dei cittadini Palagianesi che continuavano a sentire il puzzo di benzina, ad irrigare i campi con acque sorgive "tossiche" e a coltivare frutti cancerosi?
Quella società che veniva da altra Regione non era sconosciuta ai colleghi di Lubritalia e Lubritalia ha desiderato che fossero loro ad occuparsi delle delicate operazioni. Le Istituzioni hanno vigilato quando in agosto 2009 (e tutti erano in ferie) si iniziavano e si concludevano le operazioni di bonifica prima che procuratori, magistrati, inquirenti, ispettori e comandanti rientrassero dalle ferie?
Quegli olii idrocarburi tossici lasciati per un mese sul suolo delle campagne palagianesi, col placet di Arpa Regione Puglia, sapete dove sono andati a finire?
Alcuni pescatori del luogo (sono tre le testimonianze raccolte) raccontano di aver assistito ad operazioni di scarico nelle acque del fiume Lenne, proprio da mezzi pesanti nascosti dalle fronde della macchia mediterranea e dai teli retinati di color verde che recintano un'area oggetto di un'odissea giudiziaria.
Alcuni altri testimoni (due persone) in un tardo pomeriggio di agosto hanno incontrato un mezzo sospetto che si recava a scaricare in mare aperto in località Rondinella a Taranto. Per fortuna i due testimoni hanno raccolto prove, tra cui il numero di targa del mezzo sospettato.
Poi ci sono i divieti di balneazione in località Patemisco (dove vi è un altro fiume), l' allarme Lido Azzurro-Verde mare- Chiatona... ma i signori "smaltitori" c'entreranno anche in questo?
E l' Arpa Regione Puglia dov'era?
A tranquillizzare i cittadini che tutto era sotto controllo, che ogni pericolo era scongiurato... sì proprio come fece con il Dossier della Diossina Ilva di Taranto, impugnato a seguito di un' interrogazione parlamentare in Senato ed invalidato dalla raccolta di firme dei Tarantini che chiesero ed ottennero la visita di una Commissione Parlamentare d' Inchiesta che, dinanzi a tanta rabbia, "dovette ravvedersi" sui risultati dei campionamenti.
Ma l'Arpa è un Organo Regionale dove le cariche sono politiche ed Affari e Politica vanno a braccetto e nessuno deve permettersi di dividerli, soprattutto l'Arpa...
L'Arpa Regione Puglia aveva persino sentenziato che "grazie a correnti favorevoli, la nube creata dall'incendio si era allontanata da Palagiano"... come se non gliene fregasse niente dei paesi limitrofi. L'importante per l'Arpa era tranquillizzare i cittadini di Palagiano. Massafra, Taranto, Castellaneta, Mottola, Palagianello, Laterza... non interessavano. Peccato che poche ore dopo le dichiarazioni una "leggera pioggerellina" ha riportato le polveri della nube sui frutti e sugli ortaggi delle campagne di Palagiano. Le Istituzioni hanno controllato che nessun produttore mettesse sul mercato quei prodotti? Assolutamente no. Dieci giorni dopo una donna assisteva alla raccolta di pere in area circostante Lubritalia, un militare vedeva raccogliere meloncini e tutto procedeva serenamente "tra i veleni".
Quale era l' Organo Preposto per vigilare su tutte queste azioni illecite e dannose?
RACCONTERANNO QUESTO MARTEDI' GLI ORATORI DEL CONVEGNO SULLA MAFIA DEL TERZO MILLENNIO?
A loro offriamo una riflessione:
se Mafia è associazione per delinquere e delinquere significa ledere i diritti degli altri a vantaggio dei propri personali profitti, sovvertendo le leggi dello Stato, grazie ad alleanze e collaborazioni con funzionari dello Stato, rendendosi autori di crimini o di "organizzazioni di potere"...
... Chi sono i mafiosi di questa storia?
PER FORTUNA C'E' UNA PROCURA GENERALE DELLA REPUBBLICA "INSOSPETTABILE" CHE, INFORMATA DEI SOSPETTI, NON HA GETTATO LA SPUGNA.